PRINCIPI E STRATEGIE DEL METODO ADVP. "Saper fare" e "saper essere" a scuola

Inviato da Nuccio Salis

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Il modello ADVP nasce in ambiente di ricerca franco-canadese agli inizi degli anni Settanta del Novecento, con l'intento di applicarne le principali nozioni e concetti guida in ambito di apprendimento scolastico. La sigla, che sta a indicare Activation du Developpment Vocationnel et Personnel, descrive una metodologia che si propone come un impianto pratico-operativo orientato a mobilitare in ciascun studente risorse cognitive ed emotive per sviluppare l'automonitoraggio di sé e il raggiungimento degli obiettivi evolutivi insiti nel proprio cammino esperienziale. La trama delle proprie vicissitudini, infatti, è considerata come l'elemento principale che insieme ai compiti evolutivi ed ai passaggi significativi che si delineano lungo l'itinerario nella vita dello studente, permette allo stesso di scegliere azioni appropriate dirette a soddisfare esigenze personali e necessità legate al rafforzamento e all'appartenenza nell'ambito dei legami sociali e relazionali.

Il concetto di base è che ciascuna decisione assunta dallo studente può essere considerata costruttiva ed efficace qualora egli sia anche impegnato a maturare una lucida visione di sé e della propria identità, a realizzare progressivamente l'espansione e il potenziamento delle proprie doti ed attitudini, che lo preparino per fronteggiare il vissuto quotidiano con una tensione volitiva diretta alla scoperta, all'esplorazione, all'accoglienza del nuovo, alla flessibilità e alla divergenza cognitiva. Per rendere implementabili tali requisiti e inclinazioni, si rende indispensabile incentivare ciascun studente a comprendere e sperimentare l'importanza di considerare un più largo possibile ventaglio di ipotesi per giungere agli scopi preposti. La conseguenza pratica del percorso aiuterà lo studente a definire i suoi valori, il suo orizzonte etico, il suo stile di apprendimento, la sua modalità nel valutare, monitorare e supervisionare il suo stesso procedimento e di misurarne l'efficienza col fine di ottimizzarne il rapporto costo/benefici,sia in termini di performance e rendimento raggiunti che di efficienza in termini di qualità delle abilità sviluppate e del loro investimento misurabile in vantaggi concreti per sé e per gli altri. Si tratta cioè di un modello che considera la combinazione fra l'area cognitiva/metacognitiva e quella valoriale/sociale, col proposito di non limitarsi a riempire la testa dello studente di nozioni e informazioni che saturano la memoria archiviale, ma di insegnare allo stesso di verificare e provare quanto le influenze nella relazione con l'ambiente costituiscano un flusso circolare di feedback continui e reciprocati, e quindi come egli sia al tempo stesso ricettore e anche trasmettitore attivo e ri-costruttivo degli stessi elementi di significazione che formano idee e status nei confronti dell'ambiente sia inteso come spazio fisico più prossimo che come area culturale che interviene nei complessi processi di negoziazione fra individuo e cultura comunitaria. Tale processo è da considerarsi continuamente aperto e suscettibile di tutte quelle determinanti sia esogene (cambiamenti esterni) che endogene (cambiamenti interni alla persona) che possono modificare il senso della loro presenza e collocazione nello scenario e nella storia del soggetto. Modifiche percettive, cambiamenti di priorità, decisioni che ridefiniscono un orizzonte di precetti, obiettivi, bisogni, possono sempre ripresentarsi e riformularsi dentro una nuova ottica e cornice concettuale ( re-frame), quindi spostare l'ordine secondo cui ciascuno può aver organizzato il proprio percorso. Un modello flessibile tiene conto precisamente di quanto descritto. È di fatto una proposta che tende a responsabilizzare l'individuo, offrendogli una larga e completa visione interconnettiva di tutti i fattori incrociati che determinano l'essenza di un qualunque evento esperito e vissuto. L'auspicio e la finalità ideali proposti consistono nel far crescere la persona insieme al compito che sta svolgendo ed affrontando. Il soggetto destinatario di questo tipo di approccio dovrebbe godere di un metodo volto ad agevolare e consolidare strategie e percorsi creativi e divergenti del pensiero. L'espressione dello stesso acquista livelli più sofisticati e pregiati di competenza, soprattutto nell'ambito dell'autocontrollo, dell'autodirezione e dell'autoconoscenza. Un pensiero cioè che si palesa nella forma rappresentativa e della manifestazione riflessiva. Sono queste, tutte caratteristiche e condizioni atte a favorire l'espressione di azioni finalizzate che possono contare sulla capacità di programmare e prevedere la relazione causale fra le proprie scelte e gli effetti che ne possono susseguire, per quanto dentro margini di prevedibilità soggetti all'eventualità dell'errore. Tale modello intende unire l'area tecnica ed esperienziale del saper fare con la crescita della capacità di ascolto di sé e degli altri (area del saper essere). Si colloca in pratica dentro i contributi e i paradigmi di ricerca di tipo olistico. Dal punto di vista della sua attuazione, e quindi per l'individuazione di un metodo che suggerisca una didattica così completa, sono stati indicati suggerimenti operativi per indirizzarsi ad interiorizzare e fare propri i princìpi del metodo, seguendo accorgimenti pratici come quelli che seguono: _ Aprirsi alla ricerca. Accogliere informazioni nuove che possano integrarsi a quelle già conosciute e costruire eventuali nuove impalcature nei propri costrutti e nella propria visione di mondo. _ Sostenere e tenere alto il livello di interesse e motivazione conferendo importanza a ciò che si fa. Attribuire senso e significato a ciò che si intende realizzare, prevedendone vantaggi e punti di forza. _ Usare la modalità creativa e laterale del pensiero. Suddette strategie sono riferiti, dopotutto, sia agli studenti che ai docenti, dal momento che questi ultimi dovranno offrire in vivo l'esempio di come siano essi stessi i principali, fieri, e soddisfatti fruitori di questo approccio. Quindi loro per primi dovranno muoversi secondo un'ottica interdisciplinare, ricercando il coinvolgimento, la partecipazione e la cooperazione di tutti i soggetti che fanno della scuola una comunità. La stessa metodologia invita a valorizzare l'identità individuale di ciascuno, col fine di creare un ambiente dialogico e comunicativo che formi al confronto ed al contributo costruttivo. L'esempio degli adulti preposti a presentare tale funzione, come sempre si mostra come la migliore strategia per condurre gli studenti verso stili di apprendimento e di vita che possano far volgere le loro singole esperienza come manifestazioni di sé autentiche, uniche ed originali.

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