L'amico perduto: integrazione e individuazione


scolariLavoro con persone adulte e con ragazzi. Entrambe queste "categorie" portano bisogni e richieste in parte comuni ( felicità, ben-essere, sviluppo, autorealizzazione e automiglioramento) e in parte differenti.

L'età adulta tende a dare soddisfazione al bisogno di generatività, di significato, di costruzione di legami, oggetti, contesti e progetti che abbiano un peso, un senso, una valore.

L'adolescenza è contrassegnata da una costante tensione fra il bisogno di individuazione (chi sono e chi voglio essere) e il bisogno di integrazione (essere con gli altri, essere significativo per gli altri).

Individuarsi quindi per trovare una propria identità, attraverso l'esplorazione, le esperienze (anche le più varie ed apparentemente contraddittorie), le prove e le sfide. Allontanarsi dal progetto di vita stabilito da altri per costruirne uno nostro, che ci appartenga.

 

Integrarsi attraverso l'accettazione degli altri, la conoscenza di persone che per noi sono un esempio, l'avere la certezza di potersi muovere con fiducia in un contesto sociale e culturale in cui ci riconosciamo.

Nello specchietto vengono riprodotti i compiti di sviluppo che Erikson ha individuato. Ogni età ha quindi un preciso compito, che se non viene superato, rischia di "bloccare" la persona in comportamenti regressivi.

Da una cosa, nella mia esperienza, le due fasi sono connesse, dalla ricerca dell' Amicizia, quella con la lettera maiuscola appunto. L'Amicizia che compensa e sostiene le reti sociali familiari sempre più fragili e compromesse, deboli e rarefatte nei tempi e nei luoghi di incontro e di condivisione. L'Amicizia che ha sostituito per tanti aspetti la famiglia "Etica" che nel tempo è implosa dall'interno, senza tuttavia lasciare un'alternativa credibile e creando quindi situazioni di solitudine, dis - integrazione.

L'importanza delle relazioni amicali si manifesta naturalmente in modo deciso già nella fase della pre-adolescenza (sempre più precoce nelle ultime generazioni). Il delicato equilibrio fra individuazione (che passa anche dalla rottura, dal conflitto e dalla ribellione) e integrazione (che passa anche dall'accettazione di sé in famiglia e dalla responsabilità che i legami affettivi portano con sè) è soggetto ad alti e bassi, con momenti di estrema solitudine magari, alternati a momenti di massiccia richiesta di socializzazione e di libertà.

I genitori sono a volte preoccupati (spaventati) dal bisogno prepotente dell'accettazione nel gruppo dei pari, dell'importanza delle relazioni esterne alla famiglia, che gradualmente aumenta per il proprio figlio/a.

Bisogna essere in grado di gestire la confusione, lo smarrimento e l'ansia che questo cambiamento genera in noi genitori. Accettare il fatto che il figlio tanto amato, ora è qualcuno che non siamo in grado di comprendere immediatamente; che abbiamo la necessità di conoscerlo di nuovo, da capo, attraverso una relazione maggiormente paritaria, senza abdicare ai doveri educativi e di contenimento che ci competono.

L'evoluzione, anche la nostra,  passa da lì.

Fiducia opposta a sfiducia

dalla nascita al primo anno

Autonomia opposta a vergogna o dubbio

da uno a tre anni

Iniziativa opposta a senso di colpa

da tre a cinque anni

Industriosità opposta a senso di inferiorità

da cinque a dieci anni

Identità opposta a dispersione o confusione di ruoli

Preadolescenza e adolescenza

Intimità opposta a isolamento

età giovanile

Generatività opposta a stagnazione

Anni della maturità

Integrità dell'IO opposta a disperazione

la terza età

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