ELEMENTI DEL GRUPPO E STATI DELL’IO: una lettura transazionale dei prototipi sociali

Inviato da Nuccio Salis

ruoliAll’interno di un gruppo complesso e strutturato, indirizzato verso la risoluzione di compiti, l’organizzazione del medesimo implica che le singole parti si impegnino nel costituire un aggregato composto di elementi interdipendenti, allo scopo di favorire il raggiungimento di obiettivi formali condivisi all’interno della medesima squadra.

Le esperienze di conduzione e osservazione delle dinamiche di gruppo cooperativo, nei svariati luoghi e contesti istituzionali, dimostrano come la stratificazione eterogenea dello stesso faccia emergere una pluralità di ruoli e atteggiamenti che vengono esperiti da una combinazione di propensioni personali, aspettative in termini di premi e ricompense, costi e benefici individuali e collettivi, clima generale di gruppo, obiettivi, risorse, metodi e programmi, effettiva implementazione del risultato.

 

Ciò che si verifica più comunemente rimane questa molteplicità di ruoli ed atteggiamenti che, se da una parte è tosto influenzata dal modello organizzativo del gruppo, d’altra parte è anche il risultato spontaneo dell’insieme delle attitudini e delle personalità mediante le quali ciascuno di noi tende ad affrontare la vita di gruppo, integrandosi e affermandosi sia secondo funzioni assegnate (nel caso per l’appunto dei gruppi formali), sia aderendo ai propri modelli interni di credenze, motivazioni e abitudini.

Nelle griglie di lettura per sociogrammi, applicabili come è noto anche in gruppi spontanei, amicali e semi-strutturati, si evincono sempre differenze anche notevoli sul piano del riconoscimento, della popolarità e dell’affiliazione che ciascun membro, quantitativamente e qualitativamente, riceve dai restanti singoli componenti del gruppo.

Osservatori e ricercatori specializzati sulle dinamiche di gruppo, riconoscono 4 principali fenotipi comportamentali, che chiamano rispettivamente: Alfa, Beta, Gamma, Omega.

Ciascuno di essi, in fin dei conti, attiene ad una precipua esigenza del gruppo, in tutto il suo insieme.

 

Quali sono, infatti, le immancabili esigenze di un gruppo, soprattutto se organizzato in dirittura di obiettivi pianificati?

Un gruppo ha in genere bisogno di una guida. Sembra che i gruppi umani, perfino nelle loro composizioni non formali e non visibilmente o ufficialmente gerarchizzate, ricerchino e riconoscano una sorta di rappresentante “focale” che in qualche modo racchiude e rimanda all’immagine e al senso del gruppo stesso. Questi, diventa in genere il leader, per elezione o per spontaneo riconoscimento da parte del gruppo.

Si tratta per l’appunto dell’elemento Alfa. Egli ha il compito di condurre l’esperienza gruppale verso il comune obiettivo inteso ed esplicitato dall’intera compagine. Ora, può farlo in modo del tutto autoritario, ovvero imponendo senza accettare obiezioni, scombinando percorsi a proprio piacimento, disconoscendo e allontanando eventuali oppositori dalle idee alternative, delineandosi come figura di eccessivo controllo e rigore, che richiede rigida adesione ai programmi. Ciò dipenderà anche dal tipo di mandato e di struttura della quale farà parte.

Esiste naturalmente la possibilità che il ruolo Alfa venga esercitato mediante una direttività autorevole, che lascia spazio al sincero, costruttivo ed aperto confronto, che si esprime con autenticità, che guadagna il proprio ruolo guida oltre che per mandato da un generale consenso equanime sulla propria figura. La leadership autorevole in questo caso non è accentratrice ma demanda ruoli e responsabilità infondendo fiducia e, soprattutto, esempio di competenza e di sacrificio.

In ciascuno di entrambi i casi, tale prototipo afferisce al modello del Genitore, nel caso si guardi alla teoria strutturale della personalità di Eric Berne. Ancora più specificamente, potremo anche dire che il soggetto Alfa attiene all’espressione funzionale della genitorialità normativa, in quanto invia regole, disposizioni, suggerimenti e direttive. E, nel caso della tipologia autorevole, potremo aggiungere che la normatività si coniuga a un’espressione anche di cura e sincera affiliazione verso il gruppo, palesando un profilo interamente positivo dell’Ego genitoriale.

Il secondo prototipo che esaminerò alla luce di tali analogie, è quello relativo all’elemento Beta, secondo la nomenclatura già conferitagli dalle teorie sociali sui gruppi.

Esso è definito approssimativamente gregario, termine che apre ad una doppia accezione. Tale ruolo, infatti, richiede in ogni caso una funzione di affiancamento alla leadership ed al gruppo nel suo intero. Il gregario è in pratica colui che facilita il proseguimento del gruppo, aderendo conformemente alle disposizioni utili a far raggiungere al gruppo il massimo risultato con il minimo sforzo. Per un verso, può essere immaginato come un aiutante disinteressato e volenteroso, d’altra parte come un compiacente, schiacciato alla volontà dominante o ad una leadership imponente. Dal punto di vista della teoria degli stati dell’Io, potremo dire che egli entrerà nella relazione di gruppo strutturata soprattutto a partire dal suo ego Bambino, poiché dovrà espandere la sua parte interiore più disposta al lasciarsi guidare. Precisamente, sotto il profilo funzionale, esso dovrà attivare il Bambino Adattato, che a tutti gli effetti potrà alternarsi fra momenti di adattamento positivo, seguendo cioè prescrizioni e normative utili e funzionali a tutti ed anche a se stesso, e adattamento negativo, cioè conformandosi come una sorta di obbediente fedele che non osa mettere in discussione le indicazioni della guida principale e del gruppo.

Un essenziale anello garante di stabilità e continuità dell’esperienza del gruppo è offerto dalla presenza del terzo prototipo: si tratta dell’elemento Gamma. Questa fondamentale componente si configura come membro in possesso di competenze di monitoraggio, controllo, orientamento del lavoro di gruppo. Esso è cioè un ri-accentratore del processo di gruppo orientato alla soluzione del problema. Ricorda la rotta da seguire, fa il punto della situazione, fa riemergere e riattivare le funzioni e le responsabilità di ciascuno. Secondo l’approccio degli stati dell’Io e delle successive transazioni dovute all’intessere le successive dinamiche interpersonali, il tipo Gamma può assumere le connotazioni del contenitore Io-Adulto.

Esistere anche un quarto componente, che richiede particolare attenzione nella gestione dei gruppi. Si tratta infatti di membri che adottano comportamenti marginali, ponendosi cioè in una immaginaria linea di frontiera del gruppo, prendendo le veci di una sorta di out-sider che può, anche in questo caso, non influire sul gruppo o influirvi negativamente. Si tratta del membro Omega, un isolato che tende a non costruire relazioni all’interno del gruppo di cui è entrato suo malgrado a far parte, può suscitare una varietà di reazioni che comunque impegnerà il gruppo ad investire tempo, risorse ed energie preziose per integrarlo, comprendendone le motivazioni e ricercandone una funzione attiva affinchè non si disperdano talento e potenzialità insiti anche nel soggetto marginale. Per poter far questo, però, il gruppo deve offrire prova di grande maturità, diversamente è molto più frequente e anche più semplice tenere ai margini e discriminare.

In questo caso è ancora un profilo dell’ego Bambino ad entrare in scena, e precisamente la parte del Bambino maggiormente ferita, quella soggetta alla paura della critica, dell’esposizione, e che sceglie un preventivo arroccamento difensivo che non nuoce per non farsi nuocere. Il coinvolgimento attivo di un elemento non aggregante quale quello Omega, rappresenta sempre un’importante sfida per il gruppo, per chi lo conduce e per chi ne propone e determina l’esperienza.

Secondo le regole transazionali, potremo dire per esempio che per riuscire a spezzare i suoi prevedibili feedback, potremo scegliere un approccio Adulto, corroborato al tempo stesso di una carica vitale del Bambino che coinvolge senza mostrare troppe disparità.

 

Ecco dunque che lo schema completo della funzionalità di gruppo, richiamando la struttura degli stati dell’Io; potrebbe altresì rendere conto della necessità di completare il profilo di un gruppo pensando alla necessaria completezza-complessità che, se da una parte può richiedere maggiore difficoltà nella gestione, d’altro canto può estendere la ricchezza di un gruppo organizzato per finalizzare compiti, rendendolo maggiormente aperto, dinamico e creativo.

 

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