Penso che la tecnica debba essere allineata con determinati valori interiori, altrimenti, a parer mio, perde valore e probabilmente efficacia.
Il feed-back fenomenologico mi permette di utilizzare un linguaggio privo di giudizio verso l'altro, un linguaggio che mi permette di esprimere la mia assunzione di responsabilità verso ciò che penso o provo. Ma se non mi libero del giudizio dentro di me, utilizzare il feed-back fenomenologico è come prendermi cura di un aspetto più superficiale, tralasciando il valore profondo dell'assenza di giudizio.
Che senso ha utilizzare questo tipo di linguaggio se dentro di me in realtà esiste un giudizio? Se esprimo un pensiero in modo non giudicante, ma dentro sono molto giudicante, allora io personalmente, forse, preferisco chi ammette di giudicarmi e si assume la responsabilità del giudizio; perchè anche questo fa parte dell'osservare con accettazione ciò che sta dentro di me.
Sappiamo che esiste un liguaggio, un modo di comunicare, che va al di là delle parole; quindi, quello che sta dietro le parole spesso si "vede". Se utilizzo un feed-back fenomenologico falso, il mio giudizio interiore in qualche modo, secondo me, arriva alla persona con la quale sto comunicando.
Penso che il feed-back fenomenologico non debba nascondere il giudizio, ma debba rappresentare l'assenza di giudizio.
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