neuroni specchio, una gran bella scoperta e…


neuroni specchio, una gran bella scoperta e…

 

       Sono stati anche definiti neuroni appassionati perché provano che esiste un legame intimo, naturale, profondo che lega insieme tutti gli esseri umani: sono i "neuroni specchio o mirror" e rappresentano una scoperta ricca di conseguenze psicologiche, filosofiche e sociali.

Questa la definizione del prof. Rizzolatti, che ha guidato e guida il gruppo di ricerca:

"I neuroni specchio si trovano nelle aree motorie, e descrivono l'azione altrui nel cervello di chi guarda in termini motori. Fino a non molti anni fa, si riteneva che il sistema motorio producesse solo movimenti. Noi, partendo da un approccio etologico, senza convinzioni a priori sulla funzione delle aree motorie, abbiamo scoperto che molti neuroni del sistema motorio rispondono a stimoli visivi. […]Io ti capisco perché sei simile a me. C'è un legame intimo, naturale e profondo tra gli esseri umani. […] La reazione a una domanda posta da una persona in maniera gentile e sorridente è completamente diversa da quella ottenuta da chi fa la stessa domanda in modo brusco. Il sorriso passa all'altro, come il riso. Certi comici fanno ridere solo per la qualità della loro risata. Pensi inoltre allo sbadiglio. Si attacca non solo a chi lo guarda, ma anche a chi ascolta una storia in cui viene evocato. Se leggo a mio nipote la frase: il cane sbadigliò, anche il bambino sbadiglia. Basta pronunciare la parola in un contesto narrativo".

 

Ineuroni specchio sono neuroni funzionanti da motori della partecipazione, dei medesimi centri cerebrali che si attivano solo nel guardare i movimenti e le reazioni emotive di un altro individuo, come se noi stessi ne fossimo i protagonisti.

         Su questo sito altri autori se ne sono già occupati e ciò che mi induce a riproporre l’argomento, dopo aver ascoltato una pubblica lezione del prof.  Rizzolatti, è un aspetto che, ha affermato il professore,  si tende a ignorare nell’enfasi e nell’euforia di questa importantissima scoperta e precisamente i limiti dei neuroni specchio, gli aspetti che possono essere definiti negativi, nell’ambito sociale-etico-politico. 

 

L’attivazione di questi neuroni avviene attraverso il linguaggio non verbale, grazie al movimento e nell’osservatore si assiste ad un fenomeno di “rispecchiamento neuronale” del comportamento dell’osservato, come se, in altre parole, il primo stesse compiendo le azioni effettuate dal secondo. Questa scoperta porta a conoscere come l’essere umano comprenda le intenzioni altrui e apprenda un nuovo compito.

         Tuttavia, la rappresentazione della realtà non è una copia oggettiva della stessa, ma il risultato della relazione dinamica con il soggetto fruitore di questa relazione ed anzi, nella maggior parte dei casi l’interpretazione del comportamento altrui è immediata automatica, pre-riflessiva, preconcettuale e se ciò è assolutamente facilitatore in numerossissimi apprendimenti, in quanto agevola ad esempio la diminuzione della carica di allenamento negli sport di alto livello, l’osservazione delle fasi di gioco, le fasi di attacco, le parti di scambio, l’anticipazione dell’azione altrui, ecc, e nella rieducazione  può consentire un recupero più rapido grazie alla ristrutturazione cerebrale in seguito alla esposizione ripetuta di sequenze sportive diverse,

è altrettanto vero che, aggiunge il prof. Rizzolatti,

proprio perché le nostre scelte, incluse quelle politiche, non sempre obbediscono a criteri di razionalità, accade che spesso non scegliamo ciò che favorisce e garantisce i nostri interessi. Scegliamo, invece, opzioni che fanno appello a dinamiche che potremmo definire cariche di componenti emotive. È così che possiamo spiegarci come i fondamentalismi convincano e coinvolgano milioni di persone. E, se pensiamo poi alla dimensione globale e globalizzante dei moderni mezzi di comunicazione di massa, comprendiamo quanto sia importante essere consapevoli di come siamo esposti a continui insinuanti e ripetuti condizionamenti. Persino le stesse decisioni politiche possono essere recepite in modo positivo o negativo a seconda di come vengono presentate.

In una intervista, a tal proposito, il prof. Gallese così si è espresso, con toni più rassicuranti (I NEURONI SPECCHIO, NUOVA FRONTIERA DELLE NEUROSCIENZE, Intervista a Vittorio Gallese):

Credo che le neuroscienze cognitive possano aiutare a spiegare, e forse in un certo senso a «smascherare» questi meccanismi che vengono scientemente impiegati per manipolare e condizionare il consenso politico.

In termini più specifici, mi piace pensare che la scoperta dei neuroni specchio abbia messo in luce un aspetto cruciale della nostra dimensione sociale, cioè la dimensione della reciprocità che ci lega all'altro. Il meccanismo esemplificato dal sistema dei neuroni specchio gioca un ruolo fondamentale nella costruzione del senso d'identità sociale, che è un processo di co-costruzione rispondente appunto a regole di reciprocità. Questa identità sociale è pre-verbale e pre-razionale, è una condizione appunto «naturale» che ci mette nelle condizioni di accogliere l'altro come simile a noi, dal momento che condivide con noi le stesse esperienze, e lo fa in quanto ha in comune con noi gli stessi meccanismi neurali che le sottendono. Credo, dunque, che questo contributo delle neuroscienze possa essere importante nel suscitare nuove riflessioni in ambito etico, politico ed economico.

Sulla Rivalità mimetica,  riporto qui di seguito un passo ripreso da LINGUAGGI NON VERBALI E NEURONI A SPECCHIO a cura di Ivana Padoan, Università Cà Foscari, Dipartimento di Filosofia e Beni culturali,

Immaginate il gesto e l’imitazione di fronte allo stesso oggetto, persona, azione…[…]

Immaginiamo la scena: due bambini davanti a una cesta di giochi identici.

Uno prende un oggetto ma non sembra molto interessato all’oggetto, l’altro lo osserva e tenta di prendergli l’oggetto. Il primo, non molto interessato, proprio perché l’altro è interessato, cambia di idea e non lo vuole lasciare l’oggetto. Lacrime frustrazione violenza… in un lasso di tempo cortissimo un oggetto nemmeno interessante per ambedue, diventa l’oggetto del desiderio e oggetto di una rivalità ostinata. In questo desiderio troppo condiviso per un oggetto non condivisibile, anche l’intensità del desiderio è imitazione, e dipenderà da quella dell’altro

Rivalità mimetica che scarica quantità di gelosie, invidia e odio. Nello sport non si analizza mai a fondo la psicologia del gregario perché vi è la convinzione che la sua esistenza rafforza lo sviluppo del leader, ma ciò lede il potenziale del soggetto gregario. Negli animali, nelle scimmie, il freno istintivo c’è e limita i danni, ma negli uomini no. Non c’è freno istintivo, solo violenza intraspecifica. Fondamentale dunque contemplare la natura estremamente paradossale dell’imitazione (dei neuroni a specchio): sorgente di intelligenza, di empatia, ma anche di rivalità e di distruzione.

         Non sarà mai bastante la gratitudine che dobbiamo a chi impegna tutto se stesso per indagare, conoscere, disvelare quel tanto che ancora a noi umani sfugge del mondo, dentro e fuori di noi.

 

Cordialissimamente,

Giancarla Mandozzi

 

 

 

 

 

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