La mente vaga e divaga


 La mente vaga e divaga 

 

Si dice che il  mattino  “ha  l’oro  in bocca”?  Oro? 

Se incerta è l’origine di questa che in tante lingue risuona come verità, chiarissimo  ed evidente è che, in questo momento di cupa realtà, ne abbiamo completamente perso la percezione. Vagamente e con fatica forziamo la nostra volontà a ricordare quell’onda positiva  di padronanza di sé, che agevolava al mattino il nostro ritorno alla realtà con propositi e rinnovate speranze. Vorremmo riassaporare l’energia di quei risvegli, vorremmo farne un’àncora per ri-viverle, ma poiché siamo troppo indeboliti nell’animo e fortemente increduli di fronte a ciò che è accaduto  e sta accadendo, il nostro tentativo si spegne, la nostra mente è confusa e il risveglio ha amaro sapore di riprenderci la soma della vita.  

Si racconta che, al suo centesimo compleanno, un vecchio a chi gli chiedeva  come  potesse  essere  felice  rispose  “Ogni  mattina quando mi  sveglio  posso  scegliere  di essere  felice  o  infelice, e scelgo sempre di essere felice.”

Se non abbiamo letto Osho, o abbiamo ignorato il beneficio della meditazione orientale, la certezza che sia nostra la facoltà ogni giorno rinnovabile di scegliere la felicità, ci sorprende e in questi tempi con una forza che mai abbiamo conosciuto, persino urta  la  nostra  suscettibilità  perché  siamo più che mai tenacemente convinti che la felicità è rara conquista, contesa e negata da eventi esterni di cui non siamo responsabili e a cui l’opporci è destinato a non trovare alcun successo 

E se scegliessimo invece di ri-conoscere qualche nostra responsabilità? Su quella, benché piccola, ciascuno di noi potrebbe avere possibilità di azione propositiva e migliorativa…che si sommerebbe a quelle di ogni altro.

Cordialissimamente

Giancarla Mandozzi

  

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