IL COLLOQUIO INIZIALE DI COUNSELING: PRESA IN CARICO O INVIO

Inviato da Paola Pucci

incontro di counseling

Ogni intervento di counseling si compone di tre fasi principali, che rappresentano nella micro realtà dei singoli incontri e nella macro realtà dell’intero cammino, un percorso finalizzato all’accoglienza (fase iniziale), alla focalizzazione del problema (fase intermedia) e al raggiungimento dell’obiettivo (fase finale) . Ai fini del presente lavoro, ci preme in particolare descrivere il colloquio iniziale in cui il counselor compila la scheda anamnestica e in base alle informazioni raccolte decide di prendere in carico il cliente o inviarlo ad altro professionista.

La cartella anamnestica fornisce un valido aiuto per la raccolta sistematica dei dati biografici in ambito psico-socio-sanitario, consentendo l’integrazione a livello diagnostico del momento dell’analisi con quello della sintesi. La raccolta delle informazioni non deve avvenire in forma pressante e obbligata. E’ sicuramente necessario, per il counselor, avere alcune notizie al primo incontro poiché sono indispensabili per la conoscenza del cliente, ma la cartella anamnestica si potrà poi completare nel corso di alcune altre sedute (due o tre).

Tale cartella, se eseguita in modo appropriato, consente al cliente di ristoricizzare la propria vita e al counselor di favorire l’alleanza operativa, ponendo le premesse per una relazione efficace e consentendo ulteriori messe a punto dell’intervento. La raccolta anamnestica mira a riunire tutte le informazioni riguardanti il cliente ottenute nel corso di diverse sedute, sia quelle raccontate da lui, sia quelle rilevate dal counselor tramite l’osservazione e l’ascolto, per dar vita ad una sorta di “archivio” a cui accedere durante il percorso. I dati raccolti riguardano tutto il campo dell’esistenza del cliente, spaziando dalle esperienze familiari alle malattie avute, partendo dal presupposto olistico che vede nell’individuo un’unità inscindibile corpo-mente. Gli avvenimenti sono portati alla luce secondo la loro sequenza logico temporale, in modo da non forzare il loro spontaneo fluire alla memoria, ma vengono catalogati scrupolosamente nella scheda anamnestica. Il riconoscimento dei tratti salienti della personalità, le eventuali smagliature nel continuum evolutivo dell’individuo, i suo ammacchi esistenziali, forniscono preziose informazioni sul come si strutturi un certo disagio; nel

contempo indirizzano il counselor verso l’individuazione delle modalità più opportune per trattare i punti deboli del cliente.

La decisione di invio può essere definita dal counselor in funzione di una griglia di valutazione costruita in base alle informazioni raccolte.  Esistono alcune caratteristiche che consentono al counselor di valutare l’adattabilità ottimale della persona ad un percorso di counseling o l’invio specialistico: è fondamentale che il cliente presenti un Io strutturato e il suo esame di realtà sia integro e gli obiettivi che il cliente vuol raggiungere, anche se non del tutto chiarificati, siano comunque circoscritti e raggiungibili in un tempo relativamente breve; è necessario inoltre che esista una buona motivazione al cambiamento e un basso livello di reattanza, che caratterizza in modo peculiare l’atteggiamento interattivo delle persone quando vengono poste nella condizione di essere guidate; inoltre il cliente deve presentare una buona capacità autoriflessiva e uno stile di coping autocentrato

Nel caso il counselor riscontri la necessità di un invio ad uno psicoterapeuta o ad altro professionista, egli può agevolare il cliente fissando come obiettivo realistico quello di rivolgersi ad un altro professionista per trattare il disagio.

In alcuni ambiti, come in quello sanitario, il counselor può partecipare in una “interdisciplinary care-team” composta da medici, psicologi o psichiatri, infermieri, fisioterapisti e appunto counselor con lo scopo di soddisfare le esigenze del cliente-paziente, migliorando la qualità del servizio offerto, garantendo il rispetto della professionalità di ogni membro del gruppo di lavoro.

 


 

 

 


 

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