Riflessioni sul copione di vita


teatro vita“ Ogni persona ,inoltre, possiede uno schema di vita preconscio, o copione,

per mezzo del quale struttura periodi di tempo

più lunghi – mesi, anni o tutta la vita – riempiendoli con attività rituali,

con passatempi e giochi che portano avanti il copione

e nello stesso tempo danno una soddisfazione immediata…”

E. Berne – “ Ciao…E poi?”

 

 

Ognuno ha il suo piano di vita fatto di tappe ed obiettivi, risorse materiali e morali, gioie e delusioni, convinzioni ed incertezze.

Non è raro che, nel mettere in atto il piano, l’azione non segua le procedure indicate dal  pensiero, che la volontà non abbia effetti, che senza avvedersene si seguano percorsi tracciati da altri anche se ci si dice, mentre li si percorre, che è proprio quella la strada che  si vuole seguire.

 

Dirsi " voglio raggiungere la meta, proprio quella meta " non sempre è sufficiente come spinta e strumento … Al termine del percorso, per quanto compiuto con fatica, ci si accorge a volte che il traguardo è ancora lontano o del tutto invisibile. La volontà  si confronta con la storia e gli obiettivi personali ed anche, forse più, con quelli non esplicitati ma che orientano comunque l’azione lungo linee impreviste, imprevedibili e indesiderate. 

La volontà, quindi, deve vedersela con una sorta di copione, una trama che non è pura rappresentazione ma un susseguirsi di azioni concrete e sempre decisive, in diverso grado, per la qualità della propria vita.

Il copione che presenta un versante consapevole, dove gesti ed esiti avvengono alla luce del sole, ed un versante inconsapevole, dove il senso di ciò che si fa e si dice non è immediatamente evidente ma non per questo insignificante.

Ci muoviamo, allora, contemporaneamente lungo due percorsi che a volte si sostengono e ci sostengono mentre andiamo verso la meta .

In altre occasioni il loro incontro è conflittuale e l’esito è che ci allontaniamo dal risultato.

Questo scenario, già scritto in noi, non si chiama destino né caso né tantomeno è una trappola inevitabile. Il tragitto è segnato da scelte già prese, come se in tempi lontani avessimo già deciso che non c’è alternativa alle soluzioni solitamente adottate per affrontare le questioni della vita.

Siamo noi  e non altri, in poche parole, ad avere scritto in anticipo leggi e sentenze .

Siamo noi, e non altri, a detenere ancora il potere di mutare decisioni assunte per noi e da no ma, che avvertiamo estranee e non più utili nell’attualità.

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