Counseling on line

Inviato da

robin williamsI servizi offerti dalla rete sono ormai in crescita esponenziale. Lo strumento tecnologico offre infatti delle possibilità tecniche impensabili fino a qualche decennio fa. Non fanno eccezione le attività connesse con la formazione e con l’aiuto alle persone tra le quali il counseling. Al riguardo si possono sollevare dubbi di opportunità se non addirittura di liceità. Nell’ambito della formazione al counseling uno dei passaggi fondamentali è il role playing il che sta a significare che la presenza è fondamentale per una relazione d’aiuto.

Il Counseling On Line se da un lato annulla la distanza geografica dall’altro introduce altri elementi di frattura. Innanzitutto non abbiamo la garanzia che da una parte vi sia effettivamente la persona che ha richiesto l’aiuto e dall’altra che vi sia il counselor . Quindi una procedura di counseling via web dovrebbe primariamente preoccuparsi della sicurezza, onde dare certezze al professionista e all’interlocutore. Ciò è sicuramente possibile come avviene per esempio negli acquisti on line. Ma siamo certi che tutti gli operatori on line siano affidabili?

Non condivido assolutamente la possibilità, da parte del cliente, di mantenere l’anonimato, perché non ne comprendo la ragione, dato che vige il segreto professionale. Non è nemmeno vero che l’anonimato, consentendo teoricamente al cliente di esprimersi in tutta libertà, sia un aspetto positivo: nella realtà quotidiana non possiamo rimanere anonimi, dobbiamo metterci continuamente in gioco. L’anonimato è e continua ad essere una fuga. Peraltro l’anonimato potrebbe incentivare la dissimulazione o addirittura la falsificazione.  Tralascio gli aspetti relativi al risparmio delle spese di viaggio e di tempo perché li ritengo, anche in epoca di spending review, un avvilimento della professione. Sono e resto fedele al counseling de visu. L’empatia  in versione on line, ammesso che  in questa situazione si possano percepire i fenomeni empatici,  è monca della presenza del linguaggio paraverbale e di quello non verbale. Non mi piace nemmeno la richiesta di appuntamento on line attraverso la compilazione di un format. Vade retro, preferisco la telefonata, il sentire una voce, sia che il tono sia deciso, titubante, preoccupato ecc.. Qualcuno pensa di sostituire le emozioni osservabili o percepite empaticamente con gli avatar. Il transfert ed il controtransfert per email mi sembrano improponibili.

 

Preferisco la presenza tangibile a quella virtuale. L’essere umano sta sempre più delegando la propria presenza al mondo alle macchine. Invito alla visione del film interpretato da Robin Williams “L’uomo bicentenario”.  Un robot che chiede di divenire essere umano….  

Potrebbero interessarti ...