CORNICI DI SENSO E SOCIO-COSTRUTTIVISMO. Agenti attivi di cambiamento

Inviato da Nuccio Salis

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Con le teorie della cibernetica avanzata si è sviluppata, nell’ambito degli studi scientifico-umanistici, una corrente particolarmente attenta al ruolo delle relazioni interpersonali come produttrici di cultura e di valori. Tale prospettiva, che prende il nome di ‘sociocostruzionismo’, tiene debitamente conto dell’elevata responsabilità attiva mediante la quale ciascuno si rende partecipe degli scenari sociali, contribuendo alla ri-significazione negoziata delle comuni cornici di senso condivise. Secondo questa ottica, di fatto, ciascun individuo non viene più considerato come esclusivamente ricettivo ed acriticamente influenzato dai fattori esterni, ma si prende atto che la stessa esistenza di tali variabili è la risultante combinata dell’intreccio fra i vari attori sociali, i quali, agendo all’interno di una complessa struttura a reticolo, possono generare ed introdurre novità concettuali e di lettura della realtà, rendendo possibile i cambiamenti e l’evoluzione del sistema.

 Il cambiamento è dunque un agire di forze all’interno di un campo che presenta un isomorfismo sempre aperto e vivificato dall’azione di gruppi micro e macro-sociali, che scambiano rapporti fondati su interessi e istanze comuni o divergenti, generando rispettivamente alleanze o conflitti di potere.

All’interno di tale struttura, l’organizzazione e l’allestimento di tutti i noduli interdipendenti che fungono a queste dinamiche, rispondono a una visione globale e inclusiva capace di offrire un paradigma esaustivo sul funzionamento e la finalità del vivere sociale.

Si è così consolidata nel tempo la certezza circa il fatto che ogni metafora interpretativa e lettura simbolica della realtà derivi dal confronto/scontro fra differenti sistemi interni rappresentativi che fanno capo ai costrutti presenti nella storia di ciascun individuo e gruppo sociale di appartenenza.

Il concetto stesso di realtà, dapprima concepito come la descrizione oggettiva, misurabile e tangibile di un fenomeno esperibile ed intellegibile in modo diretto, viene invece messo in crisi dal momento che deve perdere quella cornice concettuale che ne evocava un presunto luogo in cui abita il concreto e l’oggettivabile.

Il contesto sociale diviene un tessuto co-costruito dalla complessa interazione degli esseri umani, che ne regolano le trame e la direzione in funzione dei loro obiettivi, bisogni e richieste. Osmosi ed equilibrio fra le forze costituiscono il fenomeno osservabile dai quali scaturisce il divenire storico con tutti i suoi passaggi più salienti e significativi.

Una fase di transizione decisiva, che ha condotto da un modello di lettura incompleto dell’agire umano fino ad un paradigma olistico che ha dato risalto alla co-creazione, si è anche rilevata come uno step assai importante nel progresso legato alle teorie e alle pratiche dell’aiuto alla persona.

Accettare la capacità di rielaborare significati e di applicarli negli schemi di azione, rende infatti possibile prendere atto della necessità di come ciascuno si colga consapevolmente come soggetto attivo (e non solo semplicemente reattivo), ovvero in grado di dirigere da sé percorsi pianificati che includono e quindi incoraggiano il risveglio delle proprie abilità di autodeterminazione.

I processi attributivi di co-creazione di significato sono dunque da inquadrarsi all’interno di una complessa rete interattiva da cui si sviluppano idee e progettualità da rimettere nel gioco delle transazioni e degli scambi, con tutta la portata della loro valenza assiologica.

Riepilogando e parafrasando le varie riflessioni prodotte sul tema, all’interno della letteratura scientifica che ne ha diretto il suo interesse, possiamo elencare i principali componenti costituenti che fanno parte di tale fenomeno:

 

_ Cornice socio-culturale dominante. Le varie forze o particelle in gioco (gruppi e attori sociali), si ritrovano in ogni caso ad agire in un contesto che culturalmente non è vergine, in quanto risulta già caratterizzato da precisi riferimenti e coordinate valoriali che ne indicano il precipuo impianto cardine ed i suoi elementi strutturanti. Esiste già, come al vertice di una non specificata organizzazione piramidale, un comune cascame di concetti, ideologie, credenze, atteggiamenti e tradizioni, che costituiscono le parti di un contenitore prodotto dall’eredità storica in gran parte conservata e consolidata nel sistema, e tutelata da leggi, princìpi, norme ufficiali e scritte ma anche da codici informali non scritti, i quali hanno la funzione di preservare la piattaforma dominante del senso comune. Alcuni precetti universali non potranno essere cambiati, mentre molti altri saranno soggetti alla pressione delle nuove istanze emergenti in una società che si rinnova.

 

_ Percezione del sé. Ogni azione individuale è guidata in funzione di come ciascuno concepisce e cura l’immagine di se stesso, proponendola nel contesto vivo delle interazioni. Gli incontri fra agenti sociali potranno così assumere una direzione piuttosto che un’altra, anche e soprattutto su come ciascuno rappresenta se stesso in termini identitari, riconoscendosi o meno capacità e competenze adeguate da investire eventualmente nelle forme di scambio sociale produttrici di cambiamento. In pratica, ciascuno è artefice positivo della propria esistenza se guarda anche alle sue risorse e non solo ai suoi limiti, alle opportunità e non solo alle privazioni, alla pianificazione attiva e ricreativa e non solo all’inazione e all’annichilimento.

 

_ Costruzione del senso comune di appartenenza. Vissuti e autobiografie, contrasto e mescolanza fra le varie narrazioni individuali, compartecipano attivamente alla co-generazione di atti verbali e non verbali dai quali poi si aprono prospettive di senso che diventano abitudini e modi di essere e stare al mondo. È importante ri-accentrare la persona dentro la configurazione di un ruolo così importante nella stratificazione della vita sociale e dunque delle potenzialità evolutive insite nell’ordito che vede ciascuno come portatore e realizzatore della propria storia, e di conseguenza come co-protagonista nelle altrui vicende.

La storia diventa così un’unica ri-costruzione narrante dovuta all’azione esercitata da ciascuno.

 

Tale processo si realizza in un movimento di collisione fra forze antagoniste, le quali premendo l’una contro l’altra danno esattamente luogo a quegli complessi scenari storiografici a cui tutti compartecipiamo, formandoci a nostra volta come soggetti attenti a recuperare la padronanza delle nostre decisioni.

L’informazione finisce così di avere per sé un carattere neutrale, ma può essere investita di un significato che la rende diversa rispetto a come si presenta nella sua struttura; grazie al singolare framing di riferimento del soggetto che la elabora e la carica di un valore che si adatta al suo registro di significazione, permeato da linguaggi e concetti ricavati dall’esperienza e dai vissuti.

Queste pseudoforze in contrapposizione fra di loro, danno origine a una risultante che avrà una caratteristica che si pone oltre la semplice sommatoria delle due componenti complesse. La vicendevole contaminazione fra le parti determina una genesi storica che rilegge le coordinate socio-culturali fino a quel momento conosciute e mediamente accettate e condivise.

Tale meccanismo prevede che dall’alto provenga un processo ‘top-down’ che consiste nell’istanza di conservazione e perpetuazione del modello dominante, mentre dal basso, la direzione della spinta ‘bottom-up’ si farà portavoce di richieste innovative, istanze di cambiamento, rivendicazione di diritti e di bisogni non espressamente riconosciuti ed esercitati.

È un fenomeno che ricorda lo scontro fra aree fredde e correnti calde, dalle quali infatti possono scaturire violentissime perturbazioni.

Il cambiamento sociale è dunque come un uragano, che magari ci porta via perfino qualche confortevole sicurezza, e al tempo stesso ci alleggerisce di ciò che pensavamo di avere bisogno.

Tutto ciò aiuta ed agevola l’abbandono di prospettive rigide e monolitiche nello studio sulla persona, permettendo lo sviluppo di nuovi paradigmi in grado di rendere conto della complessità che accompagna e caratterizza l’identificazione di modelli teorici e pratiche operative a servizio della persona.

 

Nuccio Salis

 

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