Transactional Mindfulness: mindfulness e Analisi Transazionale - Pagina 3


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Transactional Mindfulness: mindfulness e Analisi Transazionale
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Un esempio pratico

Vorrei terminare con un esempio di quello che intendiamo per Transactional Mindfulness, ovvero i come la mindfulness possa inserirsi nell’analisi delle transazioni.

L’esempio è liberamente tratto da una interazione in un aula di formazione. L’episodio è quello di un counsellor che si vede contestato da un partecipante ad un incontro di gruppo. Il tema trattato è stata la gestione delle emozioni, in particolare la negoziazione degli impegni nell’educazione dei bambini tra 6 e 12 anni. Il dialogo è stato il seguente:

 


Partecipante:- No, scusa… Ma non sono proprio d’accordo che bisogna “contrattare” con i filgi: così finisco che per fargli fare il suo dovere gli devo comprare chissà che… tipo il motorino o che so io.Si viziano i figli così! No no! Lui deve fare i compiti e basta: io mica scelgo di andare a lavorare tutte le mattine, ci vado e basta.”


Questa semplice transazione di critica genitoriale può elicitare diverse risposte da parte del conduttore: innanzitutto, sappiamo che suo compito è ovviamente tagliare la transazione per evitare che questo scambio continui, creando un clima potenzialmente ingestibile all’interno della classe. Si può interrompere questo scambio partendo dallo stato Adulto o Genitore puntando a diversi effetti. Rispondere in uno stato Adulto può significare richiamare alcuni dati di realtà, come citare ricerche o studi a supporto del proprio punto di vista, sottolineando che le opinioni posso essere diverse a riguardo, anche se da un punto di vista scientifico l’opinione il nostro punto di vista risulta abbastanza validato. Un’altra strategia è quella di rispondere in modo Genitoriale, criticando i modi e i contenuti dell’interruzione come totalmente fuori luogo, richiamando la disciplina.

Un ‘altra possibilità è però quella di utilizzare la mindfulness nella scelta della risposta. In questo caso, si può percepire ed essere consapevoli della rabbia o dell’umiliazione che una critica di fronte ad una platea suscita in noi (stato emotivo legato al Bambino), come schematizzato in figura.

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Accettando di essere così come si è senza giudizio, ovvero guardando la situazione con l’occhio di un Genitore Nutritivo, è così possibile fare un’ipotesi su come si sia sentito il partecipante che ha mosso questa critica – ovvero è possibile, guidati dai propri sentimenti, sintonizzarsi sui sentimenti del nostro interlocutore e fare alcune ipotesi: ha avuto una educazione rigida? Cova inconsapevolmente invidia nei confronti dei figli che sente stanno godendo di privilegi che lui/lei non ha avuto? Manifesta in fondo un bisogno legittimo di essere liberato dal peso di doveri che lo incastrano fin da quando era piccolo?

 


Queste ipotesi, rese possibili dallo spazio aperto della mindfulness, possono spingere ad utilizzare una diversa strategia di approccio, ossia di rispondere dallo stato di Genitore Nutritivo, verbalizzare con poche frasi le emozioni del nostro interlocutore (es. “Dal tono che ha usato nel suo intervento, mi sembra colpito e forse arrabbiato.”) e continuare con qualche domanda esplorativa (es. “E’ interessante farsi un’idea più chiara: ha qualche esempio circa il viziare i figli che le è capitato?”). I modi di rispondere possono essere molti, da scegliere a seconda dell’obiettivo didattico che ci si prefigge. Vale la pena riconoscere però in questa dinamica, la possibilità di riconoscere in sé gli stessi sentimenti che il nostro interlocutore sta provando e, attraverso la mindfulness, portando l’attenzione sull’esperienza dell’accettazione incondizionata del proprio vissuto nel qui e ora, aprire uno spazio di intervento su di sé, che si dimostra efficace anche sull’altro.

 

Conclusioni

La mindfulness è la coltivazione sistematica della consapevolezza del corpo, delle sensazioni spiacevoli e piacevoli, di pensieri, sentimenti ed emozioni così come sono nel momento presente. Non si tratta di una “nuova” tecnica, quanto della esplicitazione di uno dei fattori terapeutici implicati nella pratica quotidiana di psicoterapeuti e counsellor. Individuarla però non solo come effetto di una terapia ben condotta, ma come fattore sempre in azione in ogni transazione è una possibilità in più per ogni operatore della salute psichica.

 

[1] Inoltre, lo studio delle tradizioni meditative e mistiche occidentali sta rivelando una altrettanto profonda ricchezza di tecniche nelle quali l’accento sulla consapevolezza non giudicante è altrettanto presente. I motivi per cui la tradizione meditativa e mistica occidentale sia rimasta per così lungo tempo ignorata dalla psicologia ufficiale e prima ancora dalle diverse Chiese occidentali è un argomento affascinante, che tuttavia ci condurrebbe al di là degli obiettivi del presente articolo. Per tutti un valido riferimento in ambito cristiano è Leloup J.-Y., L’Esicasmo. Che cos’è, come lo si vive, Milano 1992,



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