SPINTE E INGIUNZIONI IN DOPPIO LEGAME. L'importanza della coerenza educativa

Inviato da Nuccio Salis

Uno degli aspetti più complessi ed al tempo stesso anche ricorrenti, che puntualmente si riscontrano nell'educazione genitoriale, riguarda il fenomeno della incongruenza comunicativa fra messaggi di diversa valenza, intenzionalità e provenienza, che un genitore invia ai propri figli. Questo processo è alla base di vissuti di scissione, confusione e disorientamento che vengono ricalcati sui propri figli, come effetto della mancanza di coerenza comportamentale e scarsa sicurezza sui propri princìpi e valori di riferimento. Questa dinamica, nota nella più vasta letteratura della psicologia clinica e relazionale con il concetto di "doppio legame", è conosciuta nell'indirizzo analitico-transazionale con l'espressione "transazione ulteriore".

Il meccanismo agiito è del tutto incosciente, così come sconosciuti ed ignorati ne sono i suoi effetti. Nello specifico, accade che alcuni messaggi espliciti (che nell'approccio analitico-transazionale prendono il nome di "spinte") possono incrociare con quegli insegnamenti impliciti, di natura sempre proibitiva, che costituiscono i divieti interni chiamati "ingiunzioni". Possiamo per esempio chiederci cosa succederebbe se la doppia valenza riguardasse il congiungimento fra le seguenti coppie di spinte ed ingiunzioni: _ "Sii perfetto!" / "Non riuscire": Il bambino viene da una parte sollecitato ad essere sempre impeccabile ed all'altezza di ciò che è chiamato a fronteggiare, di assolvere gli impegni e concludere ogni genere di compito che gli spetta gratificando se stesso mediante l'immagine del vincente che non sbaglia mai. Si tratta peraltro di una richiesta non realistica, dal momento che ciascuno di noi è esposto e soggetto all'errore, e ancora di più in un passaggio evolutivo in cui l'errore diventa un'esperienza frequente, e che invece di essere colta come risorsa per l'apprendimento diventa un frustrante paragone di confronto fra ciò che si è realizzato ed i parametri imposti dalle richieste esterne. Questo fa precipitare il bambino dentro una percezione di sé di inefficacia, vulnerabilità e paura di provare, con l'aggravante di sentire l'obbligo interiore che sospinge all'azione. Questa infelice condizione, peraltro, promuove nel bambino un'idea di sé non autentica e condizionata all'adesione dell'immagine del bambino perfetto. In pratica egli impara in questo modo a non amarsi, a non avere rispetto di sé ed a misurare il proprio valore solamente in relazione al vincolo dell'obbligo di riuscire. Se opposto a questa richiesta vi è presente anche l'automatismo psichico dell'ingiunzione "non riuscire", il bambino verrà ulteriormente caricato del peso di una notevole discrepanza fra due comandi diversi. Se anche ne soddisfa uno, risulta aver violato l'altro, collocandolo in una situazione da cui ricaverà un senso di manchevolezza, insufficienza, incompetenza e non appagamento. La letteratura dei copioni orienta questo tipo di struttura psichica verso l'epilogo amartico del suicidio e dell'autoannientamento. _ "Sii forte!" / "Non essere sano": il costo di questo doppio comando fa volgere il bambino verso un esito più che straziante. L'epilogo di un personaggio interiore che come dramma personale sviluppa una patologia. La direttiva perentoria orientata a far assumere un comportamento sempre sfrontato, da guerriero impavido, contrasta con la proibizione di essere in salute, che è esattamente la condizione base indispensabile per giungere a realizzare il comando spinta. Ancora una volta la risultante complessiva di un tale atteggiamento parentale si può evincere dal mondo interiore del bambino, avvinto dalla confusione e dalla mancanza di riferimenti validi e certi. Il livello osservabile del comportamento dovrebbe essere la naturale manifestazione di un disagio interno di fronte al quale, peraltro, considerando sempre che stiamo parlando di infanzia, non si sono maturati efficienti strumenti di lettura e strategie di fronteggiamento tali da poter almeno gestire turbamenti di tale spessore. _ "Compiaci" / "Non appartenere": la profonda discrasia generata da questa coppia a carattere ambivalente, se da una parte esorta un bambino ad essere obbediente, docile, attento alle richieste altrui fino a un adattamento di tipo passivo, dall'altra viene dissuaso e sollevato dal congiungersi a reti o strutture di relazioni da cui acquisire una minima impronta di identità sociale. Le conseguenze di ciascuna di queste combinazioni prese in esame possono avere conseguenze decisamente nefaste per la mente fragile di un bambino, e per tutto il suo repertorio di bisogni e di attese che richiede dagli adulti un ruolo affidabile, una guida assertiva, non perfetta ma il più possibile impegnata ad essere coerente, lineare, capace di offrire contenitori sicuri, percorsi di libera esplorazione da cui ogni bambino può vivere l'avventura di imparare e di sperimentarsi secondo progressivi criteri e requisiti di autoregolazione. La delicatezza di tali temi è pari soltanto all'urgenza (oramai fuori ogni ragionevole tempo) di acquisire e mettere in pratica modelli consapevoli di genitorialità efficace. Il parent training rappresenta in questo senso il doveroso itinerario di coloro che hanno compreso come bisogna smettere di ripararsi dietro l'ovvietà del "non è facile", e che si stanno pregevolmente piegando le maniche per sopperire alle troppe manchevolezze di varie generazioni di genitori palesemente disattenti al valore delle regole e della coerenza negli atteggiamenti educativi. La superficialità e l'improvvisazione hanno rovinato intere generazioni di giovani. È ora di riparare il riparabile, con tutta la serietà che si deve restituire per compensare alle proprie volontarie carenze. La formazione è al servizio di questa prestigiosa funzione che è la genitorialità efficace. È necessario accoglierla e svilupparla, perché questo significa avvalorare una realtà sociale troppo spesso annichilita e mortificata da chi ha abdicato dal proprio ruolo genitoriale. A noi tutti il compito di assolverlo e restaurarlo, con estrema volontà costruttiva, perché la differenza fra un adulto e un bambino non si limiti a un elemento di tipo meramente anagrafico. dott. Nuccio Salis (pedagogista clinico, counselor socioeducativo, formatore analitico-transazionale)

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