formazione ... per quale forma?


formazione ... per quale forma?

 

            In ogni ambito siamo concordi a chiedere e aspettarci formazione, tanto che nel curricolo personale la formazione è divenuta, insieme alle pregresse esperienze, più qualificante persino della preparazione di base. Ne siamo consapevoli e lo sono anche quei tanti giovani che alla ricerca di un lavoro, uscendo meritevoli e cum laude  da Corsi di studio anche lunghi e difficili, sanno di dover accumulare esperienze lavorative, stage, master e Corsi di Formazione se vogliono disporre di qualche credibile prospettiva di lavoro. In perfetta coerenza, in pochi anni si sono moltiplicati i centri autorizzati, riconosciuti, abilitati alla formazione, gratuiti e a pagamento e la professione di formatore, tra le più ambìte, conta ormai un corposo numero di adepti. Potremmo sentircene soddisfatti, orgogliosi di aver aumentato la nostra credibilità in linea con il modello anglosassone, ma se le nostre aspettative riguardo alla formazione sono quelle di una crescita armonica della persona e se, allo stesso tempo, siamo determinati a non identificare mai la persona con il proprio ruolo qualunque esso sia, sociale, lavorativo, economico..., allora ci chiediamo quale idea di forma  sostenga il modello di formazione che così insistentemente viene proposto.

 

            Chi, nella professione di docente, formatore o counselor è interessato alla formazione, legittimamente si aspetta che si intenda prendersi cura della crescita umana del singolo e del gruppo, che si renda più efficace l'apprendimento collaborativo, che si realizzi concretamente l'accettazione di sé e dell'altro, ma non appena entra in questo articolato mondo percepisce che declinare il termine formazione al singolare non è affatto sufficiente per renderla una e totalizzante. Dunque occorre precisare e tenere presente che esistono diverse specie di formazione e le più diffuse sono quelle che mirano sapientemente a traguardi circoscritti e ben specifici, come ad esempio la formazione professionale. Ennesima ovvietà? Sarà pure una ovvietà, ma certamente ben manipolata e usata per proporre efficaci operazioni di marketing. Corsi di formazione senza altra specificazione vengono proposti con obiettivi ambiziosi e accattivanti quanto generici così da indurre l'utente a sentirsi guidato verso una migliore qualità di vita. E invece la formazione di cui si sta parlando e che con successo è stata impartita già a numerosi corsisti è altro: è formazione specifica, cioè professionale, con mirati e precisi obiettivi prioritari e ben pianificati, metodologie e strategie efficaci, docenti capaci e motivati, coerente con i tempi mediatici e informatizzati, sapientemente proposta sia negli incontri in presenza sia con modalità blended, il tutto confezionato in sapiente, succulento, allenato marketing. Quali gli obiettivi dichiarati? Scelgo la risposta data da un blog, uno tra i tanti che operano sul web [https://www.linkedin.com/groups/]: Professione Formatore – per i professionisti della Formazione, che annovera 8.231 membri. Le affermazioni che seguono sono citazioni:

Professione Formatore nasce come punto di incontro per i professionisti che operano, o comunque vogliono avvicinarsi al mondo della formazione, a livello nazionale ed internazionale e gli Enti/società di formazione. Pertanto, il presente gruppo si prefigge come obiettivo di:

» promuovere e favorire il confronto e lo scambio di idee, esperienze e consigli professionali;

» stimolare la riflessione e il dibattito su emergenti problematiche della professione e l’attualità;

» favorire contatti fra i professionisti e gli Enti/società di formazione;

» per i professionisti: promuovere il proprio Curriculum Vitae ed i propri servizi;

» per gli Enti/società di formazione: richiedere competenze e professionalità specifiche;

» organizzare incontri, eventi e seminari formativi per rafforzare le relazioni e le competenze tra i membri del gruppo.

Nulla da eccepire: siamo in ambito strettamente professionale e ogni importante traguardo è circoscritto alla professione, ma si delinea all'orizzonte un elemento di ben altro livello: le modalità di relazioni tra i gruppi sono rafforzate per obiettivi e intenti strettamente professionali. Come meravigliarci se, nello stesso blog, troviamo articoli di raffinato e aggressivo marketing? "gli altri hanno deciso di lavorare mentre la tua attività online era in ferie e così facendo si sono impegnati per superarti; direi un autentico peccato che si può quantificare grossomodo con una perdita di posizioni, di ranking e di authorship da parte del tuo sito web-blog [...]il content marketing non dorme mai [occorre] offrire un servizio diverso tanto da dare un’idea di continuità [...]il blogger di norma dovrebbe già sapere quanto sia opportuno scrivere contenuti che non risentano di una obsolescenza temporale immediata (come sono ad esempio quelli di matrice informativa) altrimenti detti anche contenuti evergreen. [...]In questi casi l’ispirazione non dovrebbe mai venire meno perché quando si spiega per fare formazione quanti più dettagli ed istruzioni si usano e migliore sarà l’accessibilità di riflesso al livellamento dell’expertise necessaria per fruire dei servizi."

            Prendiamo atto che l'efficienza e le competenze professionali -dalle quali non è possibile indubbiamente prescindere- diventano esse stesse il fondamento e il senso  delle relazioni interpersonali e della pretesa qualità della vita, ma se ci occupiamo di formazione intesa come progressiva acquisizione attraverso lo studio o l'esperienza, di una determinata fisionomia culturale o morale, di competenze specifiche (sinonimi: preparazione, educazione; f. intellettuale, corsi di f. professionale, quelli organizzati da enti pubblici o privati per migliorare le competenze professionali)1 e crediamo che formazione significhi dare forma, modellare secondo una concezione per cui forma è"impegno personale per l'acquisizione della propria misura di umanità" [C. Nanni,Antropologia pedagogica, Roma, 2002] allora ci aspetteremmo che nella relazione intra e interpersonale, ciascuno specificatamente nel proprio ruolo, trovi la differenziazione tra sé e l'altro e proceda verso una crescita armonica da cui saranno .in qualche modo guidati anche comportamento e relazioni professionali.  E ancora, se formazione è dare forma implica necessariamente progressiva modificazione cognitivo-intellettuale, percettivo-motoria, linguistica, logica, socio-affettiva, cioè un processo in continuo divenire, sia  per il formatore quanto per l’educatore.

            La Formazione, così intesa, è equilibrio  tra educazione e insegnamento, tra il portare fuori  (ex duco ad) e il portare - segnare dentro (in-signo) e non può prescindere da una precisa domanda che coinvolge in pieno il ruolo e la persona del formatore:  è possibile contribuire a dare forma  senza prendere forma?

[Elisabetta Madriz,Prendere forma per dare forma, Roma, 2011]

Formazione, intesa pienamente e propriamente, coinvolge l'intera complessità dell'individuo, è attività che plasma la persona e la sua identità, è qualificazione umana, è progressiva acquisizione di forma umanamente degna, è formazione anche spirituale, nel significato del termine tedesco bildung, di ‘spirito’, appunto "che implica intellettualità, esteticità, eticità, religiosità, cultura e la loro armonica composizione personale" [Macchietti, Educazione e formazione,2004]

            Restituire a questa difficile e meravigliosa arte della Formazione da cui in gran parte dipendono la concretizzazione delle umane potenzialità immanenti in ciascun individuo, la ricerca e consapevolezza della forma intesa anche gestalticamente, la conoscenza e l'accettazione di una visione sistemica del vivere, è un preciso dovere del formatore come responsabilità di discernerne le peculiarità da parte di ogni utente. In nome di una corretta comunicazione non  facciamo della Formazione un percorso vòlto semplicisticamente alla preparazione e all’addestramento specifici o il risultato delle conoscenze acquisite in un preciso àmbito che tuttavia è surrogato che ammicca ad un modello di vita all'insegna del profitto e del mito del numero uno: non sarà svilire la formazione professionale ad ancella della più vasta Formazione per la crescita armonica dell'individuo, al contrario, sarà un modo autentico ed efficace per riconoscere alle specifiche attività di formazione professionale la loro certa e indiscutibile utilità e insieme per ribadire che la vita di ciascuno di noi ha bisogno di nutrirsi costantemente di quanto va oltre i confini dell'utile e dell'efficiente per ri-conoscere e gestire le sue risorse più profonde. 

Cordialissimamente,

Giancarla Mandozzi

 

1[http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/F/formazione.shtml]

                 

 

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