Psicosintesi di Assagioli

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Seduti, occhi chiusi, sentiamo il respiro calmo e regolare e lasciamo andare totalmente tutte le tensioni muscolari. Cerchiamo di aprirci completamente all’esperienza che faremo insieme e apriamo il cuore cercando di trattenere quello che per noi sarà necessario e funzionale alla nostra crescita. Cerchiamo di farlo in una modalità rilassata.

Tratterò due argomenti molto belli, la Psicosintesi e il Dialogo delle Voci.

Inizio dalla Psicosintesi, perché in essa vi sono dei postulati che ritroviamo come base anche in altre scuole psicologiche.

Roberto Assagioli, il fondatore della Psicosintesi, nasce a Venezia nel 1888 e muore a Capolona (AR) nel 1974, dopo aver passato gran parte della sua vita tra Firenze e Roma. Assagioli è stato un pioniere di quella che poi è stata definita la corrente olistica che si è sviluppata in anni più recenti. E’ interessante considerare il contesto storico nel quale lui ha portato queste idee e ha mosso i primi passi. All’inizio del ‘900 già parlava di Psicosintesi, della confluenza di più approcci per la crescita umana.

 

In Italia la Psicosintesi non è molto conosciuta e soprattutto non è stata riconosciuta nella sua accezione trasformativa. Invece, negli Stati Uniti e nei Paesi anglosassoni la Psicosintesi è tenuta in grande considerazione. Ad esempio, nelle nostre università o non è conosciuta o si sta affacciando da pochi anni. Possiamo dire che Assagioli si è rivelato essere un uomo con un notevole spessore sia umano che culturale. Se voi siete interessati ad approfondire, ci sono dei testi che parlano della sua biografia e dei suoi anni di formazione, di come lui avesse relazioni in tutto il mondo, in tutte quelle correnti culturali emergenti.

Ha partecipato alle riviste fiorentine dell’inizio del 900 e al fervore innovativo di quegli anni. Era medico psichiatra, aveva fatto la sua tesi sulla psicoanalisi e immaginate in quali anni lui ha avvicinato la psicanalisi. E’ stato veramente il pioniere che ha portato la psicoanalisi in Italia. Tra l’altro, aveva preparato la sua tesi all’ospedale psichiatrico di Zurigo, sotto la supervisione di Jung ed era stato incaricato da Freud di diffondere le sue idee in Italia. Quindi, è estremamente interessante seguire il cammino di quest’uomo che ha precorso un po’ tutte quelle correnti che poi sono andate ad affermarsi negli anni successivi.

Nella Psicosintesi abbiamo quella che è una concezione olistica, perché è presente in essa una visione bio-psico-spirituale dell’essere umano. Ciò significa vedere un individuo sotto il profilo fisico-biologico, sotto quello emozionale-psicologico e dare molta importanza e spazio alle sue possibilità di espressione ed espansione sul piano spirituale. Adesso può apparire del tutto normale, ma immaginate quale poteva essere la situazione 70 anni fa.

Era in contatto con Alice Bailey, teosofa prima e poi fondatrice della scuola esoterica Arcana, ispirata da un maestro di saggezza tibetano; ha conosciuto, come detto, Freud e Jung; ha collaborato con Dane Rudyard alla diffusione dell’astrologia esoterica ed era in rapporto diretto con molti altri personaggi di grande rilevanza dell’epoca. A vederlo fisicamente era molto minuto, quasi etereo, ma, al contrario, era un personaggio di grande spessore. Era ebreo, per cui aveva vissuto tutte le persecuzioni razziali della seconda guerra mondiale, conoscendo anche la dura prova della prigionia. Nell’occasione, aveva trovato la forza e l’ironia per uno scritto sulla libertà in prigione, nel senso che era talmente forte questo suo sentire che l’essere umano è una creazione a molti livelli, e non è solo un’identificazione con il corpo, che lui riusciva a sentirsi libero anche in prigione. E’ vero che si possono rinchiudere i corpi, ma non si possono uccidere le idee.

Tutta la Psicosintesi rientra in quella che è considerata la corrente della psicologia transpersonale. Quindi, è una psicologia con direzione. Chi è che dà la direzione? Ciò significa che con questo concetto di direzione c’è già un’enfasi sull’essere umano nella sua accezione più profonda che è lui che può dare la direzione alla propria esistenza. Questo è un punto molto importante.

E’ anche un punto che ci chiama ad una grande assunzione di responsabilità, perché se io so che posso dare la direzione alla mia esistenza, significa che devo uscire da quell’atteggiamento un po’ paranoico di vedere tutte le colpe all’esterno. La persona si mette in una posizione in cui si interroga e si chiede: “Cosa sto facendo per direzionare la mia vita là dove vorrei che andasse?”. Bisogna uscire da quel ruolo di vittima di essere la persona che si prende tutto quello che gli piove addosso e incominciare a dire: “Io posso scegliere dove voglio mettere la mia energia e dove voglio andare.” Questo è un punto di fondamentale importanza.

Adesso mi piacerebbe soffermarmi su alcuni postulati base della Psicosintesi, per dare degli schemi di riferimento in modo che possiate utilizzarli voi stessi.

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