La funzione del corpo nella relazione di aiuto


corpo che aiuta

“ Attraverso il corpo ogni cosa sentita, vista, o sperimentata in altri piani
può essere trasportata nel mondo fisico e concreto. Attraverso il corpo
possiamo acquisire conoscenza in modo più completo e più reale che
attraverso la coscienza razionale della mente”

                                                                                   (Vicki Noble)

Oggi esistono diversi approcci al counseling che, pur nella loro diversità, si basano sui principi guida del modello rogersiano: accoglienza, ascolto, empatia, congruenza, considerazione positiva incondizionata e, alcuni di questi approcci, integrano il lavoro cognitivo, basato essenzialmente sulla parola, al lavoro corporeo, con la possibilità di coinvolgere il corpo del cliente nel processo evolutivo.
Personalmente utilizzo il respiro ed i moviment quale approcci corporei poichè aiutano a  sviluppare maggior consapevolezza di sé sul piano: fisico, mentale ed emotivo.

La mia formazione in Danzamovimentoterapia, i diversi corsi frequentati ed il percorso di crescita personale ad indirizzo reichiano e loweniano mi hanno condotto ad interessarmi sempre di più di questo meraviglioso strumento che è il corpo, attraverso il quale passano tutti gli stimoli, le informazioni, le sensazioni ed i vissuti che provengono sia dal mondo esterno che da quello interno: i sensi ci guidano nella conoscenza e nella relazione col mondo, la pelle ci avvolge offrendoci un confine che ci delimita, il respiro ci accompagna nel flusso del dare e ricevere Il corpo ha una sua saggezza ed una sua verità che manifesta attraverso sensazioni, percezioni, sintomi e, mentre la mente tende a scappare, a ritornare al passato o ad anticipare il futuro, il corpo rimane sempre nel “qui ed ora” quindi, raggiungere un buon livello di ascolto e connessione col proprio corpo significa rimanere in contatto con realtà.
Quello che accade nel nostro corpo si riflette sulla nostra mente e viceversa e, come afferma Lowen:
“noi siamo il nostro corpo, e più siamo in contatto con il nostro corpo, più siamo in contatto con noi stessi”.
La mia esperienza di vita mi ha insegnato che Il senso di sé non lo si comprende soltanto parlandone, ma è necessario “sentire” e la strada del sentire parte dal corpo attraverso il respiro, il movimento, il suono e l’energia.
“La funzione del Counseling a mediazione corporea, è proprio quella di supportare un percorso dove fare emergere la saggezza del corpo,
ascoltandone i suoi messaggi, i suoi vissuti più profondi. Il corpo non solocome strumento di lettura, ma come elemento dinamico nel percorso di sviluppo personale”1.

Il nostro corpo è saggio ed ha la capacità di apprendere nuovi modi di funzionare e di sentire; sa trovare un suo equilibrio e conosce cosa deve fare per stare meglio; così il counselor a mediazione corporea può avvalersi di tecniche di respirazione, di esercizi fisici, gesti e movimenti finalizzati a consentire il contatto con le proprie emozioni, favorendo l’integrazione tra corpo e mente e permettendo così alla persona di sciogliere eventuali blocchi somatici e meccanismi difensivi, che si creano a livello fisico ed emotivo.
“[…] in questo momento italiano di nascita e crescita de "l'arte di aiutare ad aiutarsi", il Counseling a mediazione corporea ha un posto significativo.
Si tratta di una competenza specifica, che richiede l'integrazione del modello rogersiano con altri modelli di approccio allo sviluppo della
consapevolezza di sé[…]”2 

1 http://www.academylight.org
2 Milena Screm, direttrice Scuola Insight. 04 Novembre 2010

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