SCELTE VINCENTI E PROGETTUALITA’ EFFICACE: gli elementi della Funzione Esecutiva

Inviato da Nuccio Salis

 scelta vincente

Ogni scelta implica coraggio. Al di là degli strumenti e delle strategie che si possono scegliere, a corredo pragmatico del proprio percorso esperienziale, resta di fatto che nessuna decisione può essere assunta senza una spinta interiore che dirige verso i propri obiettivi.  Questa spinta interiore è una energia che bisogna imparare ad accogliere, farsela amica, perché essa è l’interlocutrice privilegiata con la quale ci si dovrà confrontare, tutte le volte che ci troviamo di fronte ad un dilemma da affrontare, in merito alla percorribilità delle tappe della propria esistenza.

Una spinta motrice eccessiva, infatti, può caricare di eccessivi e facili entusiasmi, rischiando di tralasciare quel margine di ragionevolezza mediante cui si soppesa ogni rischio, o si fa un sostanziale preventivo del bilancio fra costi e benefici.

Il controllo e la direzione sapiente della propria energia motivazionale, costituiscono elementi fondamentali per la riuscita di un compito e la realizzazione degli scopi preposti.  Saper guidare saggiamente questa forma di sollecitazione, riguarda un aspetto molto importante circa l’atteggiamento efficace diretto a una finalità. L’entusiasmo eccitatorio che induce a cogliere opportunità, e che sollecita azioni verso il raggiungimento dello scopo, deve essere monitorato e utilizzato al fine di agevolare una prestazione efficiente sul compito. Non si tratta certamente di reprimere quella forza interiore che induce all’azione; anzi, è proprio questa che dovrà essere accolta e utilizzata in modo costruttivo, perché sia la grande alleata nel garantire il successo dei nostri piani.

 

Motivazione, eccitazione interna e immagini mentali che precedono il conseguimento degli obiettivi, sono fattori indispensabili per mantenere in vita l’idea circa la risoluzione dei propri compiti esistenziali.  Queste variabili, infatti, sostengono e giustificano ogni azione propedeutica che da luogo all’algoritmo di un problem-solving, a patto che vengano sfruttate in modo da non costituire una possibile fatale interferenza. Soltanto una feconda sinergia fra una oculata pianificazione e un’adeguata dose di intuito e desiderio di rischiare potrà garantire un atteggiamento costruttivo, in grado cioè di strutturare una progettualità credibile, congiunta all’abilità nel saper gestire l’errore e l’imprevisto.

Programmare opzioni risolutive, infatti, non significa esaltare la logica in modo spropositato, semmai utilizzarla per ciò che occorre, accettando l’inevitabile area di imponderabilità presente in qualunque itinerario che implica l’insieme di azzardo e responsabilità, in seguito alle proprie scelte da ottemperare. La dimensione del controllo, dunque, richiama soltanto alla presa in considerazione del margine di possibile discrepanza fra aspettative preannunciate e rottura delle stesse. Ed è in quelle occasioni che si è pronti ad affidarsi al proprio intuito, a raccogliere le proprie capacità adattive e manifestare perfino  le proprie risorse inesplorate. Sono infatti le circostanze più ostiche, come è noto, a dare propulsione alle risposte resilienti e ad abilità fino a quel momento  ritenute magari assenti o inaccessibili.

Fugato ogni dubbio ed ogni equivoco circa l’essenziale funzione a cui è deputata questa volontà di rischio, non rimane che giustificarne il perché su una sua gestione efficace, in previsione di un percorso decisionale mediante cui soddisfare i propri obiettivi.

Per realizzare in modo appagante e vincente un traguardo verso cui si ambisce, abbiamo bisogno di mettere in atto, in modo dinamico, consapevole e finalizzato, una struttura operativa che riesca a dirigere in modo accurato, la forza che motiva l’azione volta a uno scopo. Tale modello, caratterizzato dalla complessità, unisce la bontà del prodotto partorito dall’idea alla competenza strategica della pianificazione flessibile, con l’intento di far coabitare il pensiero con la una struttura che lo sorregge e lo orienta, col fine di dare luogo finalmente a risultati tangibili e verificabili.

Modelli responsivi così raffinati, poggiano sull’attività efficiente della funzione esecutiva, ovvero un sistema che chiama in causa i processi cognitivi superiori, e che dunque si caratterizza proprio per le elevate capacità di monitoraggio e metacognizione sulle procedure del pensiero. L’abilità di modificare in itinere scopi e strategie per facilitare il raggiungimento del fine, è un sofisticato aspetto che fa parte propriamente delle funzioni esecutive centrate su un compito.

Tali elementi, possono essere identificati in:

 

A_ ) Autocontrollo:

Il controllo delle risposte implica la capacità di selezionare soltanto i comportamenti che aiutano nella prosecuzione del compito. Il mantenimento e la conservazione di una solida capacità attentiva, pertanto, rientra pienamente dentro questo parametro, così come vi fa parte anche l’abilità nota come response inhibition. Questa importante competenza è decisiva nel saper scegliere in modo congruente ed appropriato in relazione all’obiettivo. Attraverso tale risposta, infatti, si tengono a bada gli stimoli distrattori che ecciterebbero risposte fuorvianti ed inadeguate, dovute per lo più alla subitaneità meccanica degli impulsi. 

 

B_) Retrospezione:

La costanza e la persistenza della meta sono requisiti fondamentali per conservare il focus sul raggiungimento della propria finalità. Questa abilità rievoca per l’appunto la direzione e il senso dello scopo, facendo affidamento principalmente sulla memoria di lavoro, anello essenziale per poter conservare per il tempo che occorre una determinata procedura operativa, potendo al tempo stesso contare su ciò che è noto e su ciò che potrebbe essere modificato. In pratica, una componente di memoria short, che sa anche legarsi al sistema di archiviazione a lungo termine ed all’intelligenza creativa.

 

C_) Previsione:

Decisamente importante, ai fini di una programmazione diretta nel centrare un obiettivo, fare una rigorosa ricognizione sulle risorse presenti, sia strumentali che in seno alla persona interessata a pianificare il raggiungimento della tappa. Questo elemento è di considerevole aiuto nel definire e riconoscere ogni potenziale risorsa utile per elevare la probabilità di successo nel problem-solving.

 

Ciò che si ricava è l’importanza di un efficiente sodalizio fra strumenti oggettuali e risorse della persona, affinché quest’ultima sia avvantaggiata nello scoprire modalità sempre più efficaci di fronteggiamento delle opportunità e relativo problem-solving. L’uso consapevole di tali processi, potrebbe aumentare le possibilità di successo in vista di assunzioni di scelte e pianificazione di azioni atte a soddisfarne gli obiettivi associati.

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