Cigni vs elefanti

Un dipinto del 1937 di Salvador Dalì, “Cigni che riflettono elefanti” stimola alcune riflessioni.

Cosa ci trasmette questa scena dei cigni che specchiandosi nello stagno si trasformano in elefanti? I cigni sono animali simbolo di eleganza e leggerezza, gli elefanti sono pesanti, lenti. I rami degli alberi, secchi, protesi verso l’alto si trasformano nelle zampe poderose dei pachidermi. E’ un idea di contrasto. Contrasto tra pesantezza e leggerezza, tra terra e cielo, tra corpo e spirito, tra conscio ed inconscio. La scena si presta in modo quasi perfetto ad un contesto di un disturbo del comportamento alimentare. Il vedersi grasso, deforme dell’anoressia e al tempo stesso l’essere ancorata al corpo nella perenne ricerca di una domanda di senso. L’altra considerazione che emerge nel contemplare il dipinto è relativa al qualificare una persona osservandola da una diversa prospettiva. Durante l’adolescenza ad esempio si avverte una sorta di metaforfosi in divenire, un sentirsi diverso da come si era nell’infanzia.

O la stessa variabilità di attribuzione di simpatia  od antipatia verso le persone a seguito di una maggiore conoscenza delle stesse. Nel counseling è rischioso attribuire significati o fornire interpretazioni nell’immediato.L’empatia è un’arma formidabile ma va collocata  in un quadro di maggior conoscenza della persona e della sua biografia.C’è poi il tema delle illusioni, della trafigurazione e il tema dello specchio,dell’alter ego. Non va dimenticata  l’influenza della psicanalisi nell’arte del pittore che non a caso battezzò il proprio metodo pittorico “paranoico-critico”.

Osservare le opere di Dalì è certamente stimolante e ci regala la possibilità di sperimentare la variabilità interpretativa. Lo stesso Dalì affermò  "Il fatto che neppure io, mentre dipingo, capisca il significato dei miei quadri, non vuol dire  ch'essi non ne abbiano alcuno: anzi, il loro significato è così profondo, complesso, coerente, involontario da sfuggire alla semplice analisi dell’intuizione logica”.