Chi guida l’autobus?


 

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chi guida l’autobus?

 

La maggior parte degli individui non utilizza attivamente e deliberatamente il proprio cervello. Il cervello è come una macchina alla quale manchi un interruttore con la posizione di "spento". Se non gli si dà qualcosa da fare, non fa altro che continuare a girare, e alla fine si annoia.

[…]Vi è mai capitato di starvene semplicemente lì seduti a occuparvi dei fatti vostri, o di essere profondamente addormentati, quando il vostro cervello vi fa balenare davanti un’immagine che vi spaventa a morte? Quante volte capita che qualcuno si svegli nel cuore della notte perché ha appena rivissuto un’esperienza di piacere estatico?

 Se si è trascorsa una brutta giornata, allora più tardi il cervellone ne offrirà delle vivide repliche. Più e più volte. Non basta aver passato una brutta giornata; ci si può rovinare l’intera serata, e magari anche buona parte della settimana seguente.

 

La maggior parte delle persone non si ferma qui. A quanti di voi capita di ripensare a cose sgradevoli accadute molto tempo fa? È come se il vostro cervello stesse dicendo: “su, rifacciamolo! Abbiamo un’ora prima di pranzo, mettiamoci a pensare a qualcosa di veramente deprimente. Forse riusciamo ad arrabbiarci per quella faccenda con  tre anni di ritardo.” Avete mai sentito parlare di “sospesi”? non sono faccende in sospeso, sono finite; è solo che non vi è piaciuto  come sono andate a finire.

[…]

La maggior parte delle persone è prigioniera del proprio stesso cervello. È come se fossero incatenate all’ultimo sedile dell’autobus con qualcun altro al volante. Voglio che impariate a guidare voi stessi il vostro autobus personale. Se al vostro cervello non date qualche indicazione, o viaggerà a casaccio per conto proprio, oppure altre persone  troveranno il modo di dirigerlo al posto vostro, e può darsi che non si preoccupino troppo di quelli che sono i vostri interessi. Anche se se ne preoccupano, è possibilissimo che sbaglino!

[…]

A quanti di voi è capitato di pensare a qualcosa che non è ancora successo, e di star male in anticipo? Perché attendere? Si potrebbe benissimo cominciare a star male fin da ora, giusto? E poi quella cosa sgradevole non è successa. Ma voi quell’esperienza non avete voluto farvela sfuggire, non è vero?

Questa capacità può funzionare anche nel senso inverso. Alcuni di voi hanno già trascorso la parte migliore della vacanza prima ancora di partire: e poi, quando si arriva sul posto, si resta delusi. La delusione richiede una programmazione adeguata. Avete mai pensato a quanto vi date da fare, al solo fine di restare delusi? In realtà ciò richiede una programmazione accurata. Più si programma, più si resta delusi. Certuni vanno al cinema, e poi dicono: “Il film non era esattamente all’altezza di quello che mi aspettavo”.

Questo è il genere di cose che succede quando si lascia che il cervello viaggi per conto suo. La gente dedica più tempo a imparare a usare il frullatore di quello che dedica a imparare a usare il proprio cervello

[…]

Il cervello è veramente qualcosa di fenomenale. Le cose che vi fa fare sono assolutamente stupefacenti. Il problema vero, col cervello, non è che non possa imparare, come vi è stato troppe volte ripetuto. Il vero problema è che impara troppo bene e troppo in fretta. Per esempio, pensate alle fobie. E' una cosa stupefacente che ci si ricordi di restare terrorizzati ogni volta che si vede un ragno. Non troverete mai un fobico che guardi un ragno e dica:" Oh, santo cielo, mi sono dimenticato di spaventarmi".

 

Chi se non Richard Bandler poteva essere l’autore di queste osservazioni così realistiche e così graffianti nella loro semplicità. Chi guida l’autobus? è il primo capitolo del suo Usare il cervello per cambiare, edizione Astrolabio, un piccolo libro che in Italia è diffuso dal 1986, un anno dopo la prima pubblicazione in lingua originale e quanti di noi ne hanno tratto e tuttora ne traggono linfa inesauribile per alleviare e orientare la Relazione di Aiuto con il cliente?

 

Saliamo dunque sull’autobus (ma forse ci siamo già), mettiamoci al posto di guida…non prima di aver scelto e definito un obiettivo-destinazione.

 

Cordialissimamente

Giancarla Mandozzi

 

 

 

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