E' Natale, e allora?


Quanti di noi, in questo periodo dell’anno, si sentono stressati e forzati a fare cose controvoglia?

Quali cose? Regali, visite a parenti, pranzi e cene, sorrisi e saluti non spontanei.

Ecco allora che quella magia del Natale che da piccolini ci rendeva frizzanti e gioiosi,

ora ci pesa come un macigno e ci trasforma in persone più grigie e sconsolate.

Temo di non esagerare dicendo che molti vorrebbero abolire questa festività che è diventata un gioco commerciale fatto di sprechi e che poco ha a che fare con i personali credi religiosi e con un’autentica spiritualità.

Il Natale è ormai solo una festa per bambini, ai quali raccontiamo storie in cui non crediamo e regaliamo oggetti che sono l’esatto opposto di ciò che il dono, nel suo significato originario, dovrebbe essere.

In questo periodo storico di crisi, spirituale ed economica, la situazione sembra peggiorata.

Cosa possiamo fare?

Curiosa come sono ho indagato sull’antico significato del Natale, un significato slegato dalla tradizione cristiana, che lo fa coincidere con la nascita di Cristo.

Anticamente il rapporto dell’uomo con la natura era molto diverso: le attività umane dipendevano dai cicli stagionali, dal Sole, dalla Luna, le stelle guidavano i viaggiatori, le piogge irrigavano, gli incendi rendevano fertile il terreno.

L’uomo dipendeva dalla natura e la rispettava. Si sentiva impotente e cercava di esorcizzare i propri timori attraverso rituali propiziatori che avevano lo scopo di rendersi la Natura amica.

Era un mondo magico: alle forze naturali veniva imputata un’ anima, erano vive e con una volontà, da qui la nascita di tutte le varie divinità che hanno adornato le religioni dei popoli.

Ed allora vediamo come il Natale sia nato come festa per aiutare il Sole a risorgere:

alla fine di dicembre le giornate ricominciano ad allungarsi e si fa strada la luce.

Nei camini la notte della vigilia si accendeva un ceppo che aveva il compito di aiutare il Sole a rinvigorirsi dopo i mesi di “riposo”.

Mi piace rispecchiarmi in questo significato positivo che gli antichi avevano letto nella rinascita del Sole.

Possiamo dunque rivolgere al Natale un nuovo sguardo? Uno sguardo salvifico e positivo?

Perché non sfruttare questo momento e questa nuova conoscenza per provare a rinascere?

Guardiamoci allo specchio domattina e osserviamo il Sole dentro di noi che riprende forza e vigore, che ci scalda nuovamente dopo questa fase in cui forse ci siamo trascurati un po’ troppo.

Non voglio essere infantile, non in senso negativo almeno.

Mi piacerebbe trasmettere invece quel senso di pace e serenità che sgorga nel nostro cuore quando ritroviamo la speranza, si, perché è la speranza che ci manca.

Ma se il Sole può rinascere e noi possiamo rinascere, allora la speranza torna a vivere con noi e con le persone che amiamo, per osmosi.

Allora forse essere bambini vuol dire anche questo: conservare la speranza che ci permette di sopravvivere nonostante le brutture, i cataclismi, le cattiverie.

Perché la vita toglie ma al tempo stesso dona.

Mi auguro di poter vivere più serenamente nonostante le crisi personali e del mondo: non posso cancellarle ma posso cambiare il mio sguardo e imprimere loro un nuovo significato.

Il Sole dopo la tempesta, la Luce dopo le Tenebre, la Rinascita dopo la Crisi.

Auguro a tutti un sereno Natale ed un Felice Anno Nuovo.

Valentina

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