Nascimur uno modo, multis morimur

Inviato da

Nascimur uno modoLa citazione latina di Cestio Pio, oratore coetaneo di Seneca, si traduce in “nasciamo in un solo modo ma moriamo in molti”. A prescindere dal contesto in cui fu pronunciata, la citazione suggerisce alcune divagazioni teoriche relative alla salute delle persone. Quando l’OMS concettualizzò la salute quale stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, probabilmente si pose un obiettivo utopistico e sostanzialmente poco etico, in quanto escludeva a priori categorie di persone che partivano da situazioni di svantaggio. Il termine “completo” che significa? Letto nella definizione dell’OMS potrebbe essere sostituitibile col termine perfezione ma, come sappiamo dalla storia della scienza, la perfezione non è una caratteristica del genere umano. Conseguentemente, disabili, persone con patologie croniche e così via, sarebbero già esclusi dal mito della completa salute. E’ dunque necessario cambiare la rappresentazione della salute, tenendo conto sia della connotazione etica sia della definizione che diamo al concetto di persona. Non è una mera discussione teorica ma un aspetto sostanziale del problema: se la persona fosse un semplice corpo potremmo riservare la definizione dell’OMS a pochi eletti. Al contrario se consideriamo la persona nella sua triade mente, corpo e spirito l’enunciato salute assume tuttaltro significato. E’ sufficiente leggere gli scritti di Victor Frankl per capire la dinamica del problema.

 

Oggi le conoscenze di psiconeuroendocrinoimmunologia  suffragano l’essenza triadica della persona. Qui la citazione del titolo ci viene in aiuto perché se è vero che si muore in molti modi non è altrettanto vero che si nasce in un unico modo pur dispiacendo a Cestio Pio. Anzi, le differenze esistono ancor prima di nascere, nella coppia genitoriali il cui stile di vita inciderà profondamente nel futuro nascituro. Nella fase fetale e perinatale infatti avviene la programmazione cerebrale attraverso un imprinting dei circuiti neuroendocrini del nascituro (Gunnar M., Brodersen L., Nachmias M., Buss K., Rigatuso J. (1996), Stress reactivity and attachment security, Developmental Psychobiology, 29,191-204). Tale imprinting sarà dunque diverso relativamente all’ambiente prenatale.  Uno stress della madre renderà il futuro bambino piùsensibile agli stressors. Anche la nascita ci riserva sorprese. L’ormone ossitocina, necessario perché avvenga sia l’espulsione del neonato dal canale del parto che la promozione della lattazione, esplica altre importanti funzioni in particolare quella prosociale. La sua secrezione promuove il legame tra madre e bambino e sembrerebbe influire sulla futura capacità d’amare (Moschetti, A. Tortorella ML. (2007 (6)). Ossitocina e attaccamento. Quaderni ACP , 254-260.). A questo punto sorge spontaneo chiedersi se i bambini nati da parto cesareo non scontino la mancata esposizione all’ossitocina.In ogni caso ciò che avviene nell’ambiente uterino e nelle prime ore dopo il parto è fondamentale (Gluckman PD, Hanson MA, Cooper C, Thornburg KL. Effect of In Utero and Early-Life Conditions on Adult Health and Disease. NEJM 2008; 359: 61-73.).

L’atto del massaggiare il bambino determina un incremento dei livelli di ossitocina. Il massaggio è indice di accudimento e promuove tranquillità e rilassamento.L’allattamento è un altro grande capitolo dell’accudimento materno.Il sistema lattotropo influisce su vari aspetti tra cui il comportamento genitoriale, il ciclo sonno-veglia e il sistema immunitario.Pare che la prolattina stimoli la combattività materna allorché i piccoli siano in pericolo. Ci è chiaro a questo punto che la scelta irrazionale di non accudire adeguatamente i propri figli, delegando questa funzione agli asili nido, non sia produttiva.Rimando a questo proposito ad una metanalisi pubblicata nel 2000 (Violato C& Russel C. (University of Calgary – Canada) Effects of Nonmaternal Care on Child Develoment: A meta-analysis of published Research. In The Changing Family and Child Development. 268-301. Ashgate Adeshot, 2000).Ulteriori ricerche sperimentali mostrano come cuccioli di ratto paghino in termini di comportamento alimentare ed esplorativo le carenze accuditive (Caldji C. et al. (1998) Maternal care during infancy regulates the development of neural systems mediating the expression of fearfulness in the rat. Proceedings of the National Academy of Sciences, USA).

Tutto ciò, quando riferito all’uomo, chiaramente si inserisce in un determinato contesto familiare ed ambientale. Vivere in uno stato di povertà, economica e culturale, non giova ad un sano e regolare sviluppo e l’epidemiologia ci dimostra inequivocabilmente che le malattie prosperano in tale situazione.  Sottoporre i neonati a stress può provocare guai seri a distanza di anni. Alcune ricerche mostrano un incremento di infezioni delle vie aeree in  animali adulti che hanno vissuto stress perinatale. Infezioni che si accompagnano ad un incremento di alcune citochine infiammatorie come l’interleuchina 4 (Prenatal Stress Enhances Susceptibility of Murine Adult Offspring toward Airway InflammationMaike K. Pincus-Knackstedt, Ricarda A. Joachim, Sandra M. Blois, Alison J. Douglas, Arif S. Orsal, Burghard F. Klapp, Ulrich Wahn, Eckard Hamelmann and Petra C. Arck The Journal of Immunology, 2006, 177:8484-8492 ).Ciò è facilmente spiegabile se consideriamo che gli indici infiammatori mostrano aumenti nei soggetti adulti depressi e ancor più nei soggetti adulti depressi che sono stati maltrattati in tenera età (Danese A e al. Elevated inflammation levels in depressed adults with history of childhood maltreatment, Arch. Gen. Psychiatry 2008; 65: 409-416).

Tornando alla triade corpo-mente-spirito quest’ultimo come già anticipato è importante ai fini di cura. La ricerca ha provato quanto la meditazione sia rilevante nella gestione dello stress derivante da una diagnosi che mette a dura prova le persone.Un gruppo di donne con diagnosi di tumore alla mammella è stata sottoposta, oltre che alle consuete terapie del caso, a sedute per insegnar loro una adeguata gestione dello stress. In questo gruppo si è verificato un incremento dell’interferone gamma e delle cellule NK  pari al doppio rispetto ad  un gruppo di donne che non avevano seguito il programma (Witek-Janusek L. et al, Effect of mindfulness based stress reduction on immune function, quality of life and coping in women newly diagnosed with early stage breast cancer, Brain Behavior and Immunità 2008; 22: 969-981). Peraltro un altro studio mostra quanto simili interventi incidano sulla sopravvivenza anche a  lungo termine. Si è valutato un incremento a 160 mesi pari a quasi il 20% (Andersen B.L. et al. Psychological intervention improves survival for breast cancer patients, Cancer 2008;113:3450-8).

Il campo della psiconeuroendocrinoimmunologia non si ferma qui. Che dire delle reazioni agli allergeni che mostrano una riduzione dei pomfi provocati sperimentalmente dopo la visione di un film comico? O la maggior efficacia della vaccinazione antinfluenzale se non si è ansiosi o depressi?(Melissa A. Rosenkranz et al Affective style and in vivo immune response: Neurobehavioral mechanisms ., Proc Natl Acad Sci U S A. 2003  September 16; 100(19): 11148–11152). Abbiamo a disposizione dunque una farmacopea interna che spesso le persone sottovalutano ritenendo il ricorso al farmaco l’aspetto centrale della cura. Non è così: sappiamo dalla storia scientifica come non sempre i farmaci abbiano ottenuto un valido riscontro sul campo. Il farmaco che fa miracoli non esiste, probabilmente esistono i miracoli ma qui entriamo in un aspetto che trascende la medicina. La farmacopea interna si avvale di ciò che pensiamo, mangiamo, respiriamo.

E’ assodato quanto una restrizione calorica sia importante ai fini preventivi: le persone obese, soggetti che mangiano molti grassi, hanno un rischio maggiore del 62% di ammalarsi di tumore. Il grasso in eccesso provoca un processo infiammatorio con compromissione del sistema di difesa dell'organismo. Difatti la restrizione calorica fa diminuire, non solo la pressione arteriosa ed il colesterolo, ma anche alcuni indici infiammatori come la PCR ed il TNF Alfa che peraltro aumenta in altre patologie del sistema nervoso centrale come la sclerosi multipla o le meningiti.L’esercizio fisico migliora l’assetto immunitario e difatti i camminatori abituali hanno un’assenza dal lavoro per malattia pari alla metà dei sedentari. Se nessuno fumasse assisteremmo ad una riduzione drastica della patologia tumorale. Si calcola che si otterrebbe una riduzione della mortalità del 25-30%. Per l’abuso alcolico possiamo fare lo stesso discorso. Gli stili di vita sono dunque la principale causa delle patologie ed è importante  insegnare fin dalla tenera età un comportamento adeguato a salvaguardare la propria salute.

Così ritorniamo all’inizio, dall’ambiente familiare e sociale che ci mette al mondo. Due genitori che fumano non sono un buon esempio ma vanno anche ad incidere sulla neurobiologia del nascituro. Considerazione peggiore se i genitori sono tossicodipendenti o alcolisti. L’imprinting sul nascituro potrebbe essere devastante. Gli stili di attaccamento sono transgenerazionali, si tramandano dai genitori ai figli perpetuando di conseguenza determinati comportamenti.Tutto ciò comunque rimanda ad un aspetto fondamentale della salute: la Responsabilità. Ognuno di noi è responsabile della propria ed altrui salute e fuggire da ciò non fa altro che aggravare costi umani e sociali nonché economici della nostra comunità. Certo è più semplice il ricorso al farmaco, è più sbrigativo e risponde di più alla richiesta di efficacia ed efficienza del mondo attuale. Così efficace ed efficiente, ricco di esperti in sanità pubblica e manageriale che nessuno aveva previsto la grave crisi economica che attraversa l’Europa.

Ma la crisi vera non è economica ma sociale: la rinuncia alla responsabilità, il nichilismo galoppante, hanno messo in ginocchio quei valori che hanno costruito il mondo.Sono questi gli aspetti che interferiscono nell’espressione genica. Le scienza infatti ha assodato che l’espressione genica se pur determinata può essere modificata dall’ambiente. L’uomo non è un automa genetico ma è il creatore della propria salute.L’epigenetica ci porta anche ad una ulteriore considerazione: i segnali ambientali influenzano l’espressione genetica ma anche le percezioni possono modificare la nostra biologia.La percezione di poter guarire da una malattia grave è verosimile che possa orientare il nostro sistema immunitario in tal senso. Le guarigioni inspiegabili lo sono solo per una medicina orientata in senso biologico-molecolare. Fintanto che non apriremo allo spirito continueremo su una strada riparativa e non preventiva. Allora la salute non potrà riguardare nessuno. Al contrario potremmo definire in salute colui che si porrà il senso di ciò che sta vivendo perché tale domanda identifica le persone come co-creatrici di sé ed apre una strada che potremmo definire salvifica. 

In conclusione l’aforisma di Cestio Pio dovrebbe essere ribaltato: nasciamo in tanti modi ma moriamo in un modo solo: di stupidità.La stupidità di non aver colto nel biologico un più ampio disegno al quale non abbiamo saputo dare risposta. 

 

Potrebbero interessarti ...