L'idea della Persona nel counselor

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chi seiChe idea deve avere il counselor relativamente alla Persona? Risposta non semplice e piuttosto complessa perché fa riferimento a concettualizzazioni generalmente ad impronta filosofica. In ambito filosofico la definizione di persona fa riferimento essenzialmente a tre dimensioni:

  1. Persona come soggettività corporea:si è persone per il solo fatto di avere un corpo.
  2. Soggettività psichica: si è persone in quanto si è coscienti di sé. La consapevolezza di sé ci distingue dagli altri esseri viventi.
  3. Soggettività etica: si è persone in quanto consapevoli di sé e quindi libere. Libertà di scelta quale tratto distintivo.

Risulta evidente che se consideriamo singolarmente le tre dimensioni , queste non esauriscono la totalità della Persona ma ne determinano una visione parziale che peraltro apre a prospettive anche pericolose. Infatti se una persona non ha consapevolezza psichica teoricamente dovremmo considerare i soggetti in coma o i soggetti nella fase di sonno profondo “non persone”. Il possedere una visione parziale implica una limitazione dei diritti delle persone. Non è un caso che alcuni bioeticisti(?) come Singer sostengono la legittimità della soppressione di un feto o di un neonato in quanto privati della soggettività psichica.

 

Un counselor deve possedere al contrario una visione olistica della persona. Come la fenomenologia Husserliana prima e della sua allieva e  filosofa Edit Stein dopo, la parte spirituale è parte integrante della Persona. Parte spirituale che implica una risposta agli interrogativi di senso che la stessa vita ci impone. Gioco forza che il counselor debba avere una visione dell’uomo etica cioè il distinguere tra ciò che è bene e ciò che è male, epistemologica cioè il dare un significato al proprio agire ed alle cose e possedere l’amore per la verità ed infine antropologica.

Nell’uomo c’è sempre una tensione trascendente: in ogni cultura storica mente si sono innalzati templi agli Dei. L’avvento del Cristianesimo ha condotto la visione antropologica verso l’idea della immortalità che va oltre l’organicità, la fisicità. Questa visione ha fatto la storia della cura: gli ospedali sono nati dal Cattolicesimo alla fine del 1300. Un counselor dovrebbe dunque possedere una visione dell’uomo, perché la mancanza renderebbe il counseling un meccanismo sterile e vuoto. 

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