Counseling: "I have a dream!"


Counseling"I have a dream!".

Parole e sogni di Martin Luther King.

Nota della comunità di Counseling Italia: la ragazza che ha scritto l'articolo è una mamma che convive con un tumore, è madre di tre splendidi bambini.

Anch'io ho i miei sogni, nel mio piccolo, che sono quelli, credo, di tante altre donne. Sogno un aiuto reciproco, sogno che ad ogni donna in difficoltà possa corrispondere un'altra pronta a tenderle la mano. Sogno che fra noi, dalla più felice alla più delusa, si decida di corrersi incontro. Si può farlo, non solo moralmente, ma anche fisicamente se si riesce ad organizzarsi, a trovare il modo per "mettersi insieme" con un identico scopo. Si può farlo fra amiche, oppure attraverso una vera e propria, solida organizzazione che faccia del "counseling" il suo scopo primario.

 

Il sostantivo "counseling" deriva dal verbo inglese "to counsel", che risale a sua volta al verbo latino "consulo-ere", traducibile in "consolare", "confortare", "venire in aiuto".

Il counselor ascolta, favorisce lo sviluppo e l'utilizzazione delle potenzialità della persona in modo da aiutarla ad affrontare con la riduzione al minimo della conflittualità le scelte relative alla professione, al matrimonio, alla gestione dei rapporti interpersonali. Il counseling, insomma, è una nuova realtà professionale che consente di intervenire nei disagi e nei problemi dell'individuo e dei gruppi offrendo orientamento e sostegno.

Lo scopo del counselor è quello di aiutare a smaltire velocemente, e in modo pratico, disagi di varia natura e aiutare chi ha insicurezze ad eliminarle. Non analizzando, ma solo colloquiando, il rapporto fra il soggetto e il suo counselor è alla pari, caratterizzato da accettazione e comprensione, con lo scopo di una vera e propria riprogrammazione esistenziale, che porta anche a scoprire e sviluppare capacità che la persona ignora di possedere.

Alla base di tante sofferenze, soprattutto nel mondo femminile, c'è un comune denominatore: l'insoddisfazione. E per combattere questa vera e propria patologia ho pensato da counselor, immaginando di riuscire ad organizzare dei gruppi all'interno dei quali donne in difficoltà siano a loro agio a parlare di tutto. Anche perchè il "tutto" di una donna può aiutare a risolvere il "tutto" di un'altra. Lo scopo finale è quello di asciugare un po' di lacrime, di costringere una donna a dire, respirando forte, "ma io esisto e sono viva, dentro e fuori"!

Il segreto è "raccontarsi". E forse, raccontandovi, riuscirete a combattere quell'amarezza che da bambine non conoscevate, perchè vivevate i vostri primi meravigliosi anni nell'illusione che ogni storia potesse avere un lieto fine come quello di Cenerentola. Il risveglio tocca a tutte, prima o poi, e può essere brusco e doloroso. Bruciante.

Ed è contro questo bruciore che si deve lottare, imparando prima di tutto a volersi bene. E allora, basta esitare! Basta buio! Spalanchiamo le nostre finestre, il cielo è azzurro! Possiamo vincere, se lo vogliamo davvero.

A questo scopo ho pensato di cerare un consultorio dedicato alle donne, all'interno del quale (oltre ad organizzare centri di ascolto psicologico) si possano trattare temi come la crisi nella gestione dei figli durante il periodo scolastico, i problemi genitoriali, quelli nei rapporti di coppia e con se stessi; e poi la forma fisica, il fumo, l'alcool, lo stress da lavoro o dello spendere troppo, l'organizzazione della famiglia, la paura delle scelte, il sesso... qualsiasi argomento può essere buttato sul tavolo e intorno a ogni tavolo si può raccogliere un gruppo.

Mi sono chiesta quante donne, fra noi, potrebbero essere utili a quelle che vivono autentici drammi esistenziali, offrendo loro la possibilità di raccontarsi, di sentirsi un po' meno sole, di sfogare le proprie ansie. Molti problemi possono essere risolti semplicemente se c'è chi parla e chi ascolta e sono sicura che molte sono pronte ad ascoltare, sdrammatizzare, consigliare...

Per ogni problema deve esistere una soluzione. Bisogna trovarla e sono sicura che il mio progetto, che è anche un sogno nel cassetto, può essere d'aiuto. Un solo sorriso sarebbe già una grande vittoria.

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