Il Santo Egoismo


 L’amore è al centro di noi stessi, quindi se vogliamo essere nell’Amore, impariamo a essere centrati. Godiamoci la vita. Non sacrifichiamoci per gli altri. Una volta che abbiamo fatto una scelta, ce ne assumiamo la responsabilità. Non si prendono scelte spinti dal senso di colpa o dal dovere. Si fanno scelte ascoltando la propria anima, il “volere” dell’anima. Questo è Santo egoismo. L’esempio di un uomo dal santo egoismo è S. Francesco. Rifiuto’ le imposizioni del padre e del mondo, per seguire se stesso a ogni costo. Non dobbiamo espiare niente. Dio vuole amore, non sacrificio. Servire Dio è gioia. Chi dice di servire Dio ed è triste, non sta servendo Dio, ma un elementale. Se non siamo felici di fare una cosa, significa che la facciamo mossi dal senso di colpa. A quel punto è meglio non farla e revisionare la propria scelta. Se facciamo le cose per senso di colpa, non solo non siamo felici ma disturbiamo anche gli altri, facendo pagare loro il nostro senso di colpa. Soffrire non serve a niente. Togliamoci di dosso il delirio di espiazione. Facciamo cio’ che ci fa stare bene. Es. una mia amica è da vent’anni che vuole andare in Africa ad aiutare i bambini poveri, ma non ci è mai andata. Ha vissuto in Italia, sentendosi in colpa per essere ricca. Se sei nata qui goditi la vita, fai qualcosa di utile e bello. Se davvero vuoi andare in Africa, parti e vai contenta. Ma non restare qui a lagnarti. E’ offensivo nei confronti degli africani che muoiono di fame. Il dolore ce lo manda la vita, per farci imparare alcune cose. Nel dolore vero c’è amore e compassione. La sofferenza è diversa, dipende dalle valutazioni errate che noi facciamo della storia. “Devo soffrire perché gli africani soffrono” è un delirio. “Sto male, perché mia madre è morta” è un dolore che ci ha portato la vita e che va affrontato e superato. Distinguiamo la sofferenza che ci procuriamo da soli, che è inutile e serve solo a nutrire elementali, dal dolore esistenziale. Noi non possiamo modificare il karma, ma possiamo intervenire sulle sofferenze. Quando le malattie sono karmiche non possono essere guarite, diceva Daskalos.

Ma gli altri disturbi, i mali procurati al di là del karma possono essere alleviati e ridotti. Noi sperimentiamo la vita cambiando cio’ che possiamo, e accettando cio’ che non possiamo cambiare. “Signore insegnami a cambiare quello che posso cambiare, insegnami ad accettare cio’ che non posso cambiare e insegnami a riconoscere la differenza”. Il karma non è un’espiazione o una punizione. Non esiste castigo a livello spirituale. Ma c’è un insegnamento da apprendere in ogni esistenza e il karma è il nostro maestro, non il nostro nemico. Esiste sicuramente una relazione tra cio’ che mi capita nell’esistenza attuale e le mie vite precedenti, ma non è una relazione di punizione. Dio non ci castiga. Dio ci insegna. Esiste un karma individuale, familiare, nazionale, dell’oriente, dell’occidente, e un karma cosmico. In occidente il concetto di karma viene storpiato e banalizzato.

Se volete saperne di piu, è meglio rivolgersi ai saggi tibetani. In ogni caso noi ci occupiamo solo del karma individuale, della nostra responsabilità. Di fronte a un cieco nato, chiedono a Gesu: “Maestro chi ha peccato, lui o i suoi genitori?”. Se è nato cieco, per avere peccato ha peccato in una vita precedente. La risposta di Gesu: “Né lui né i suoi genitori, è nato cosi perché si manifestassero le opere di Dio. Il misticismo iniaziatico (misteri orfici, misteri eleusini, mistero del Cristo) accetta il karma e la reincarnazione. La religione cristiana ha negato i concetti di karma e di reincarnazione per focalizzare tutta la responsabilità sulla vita attuale. Non è sbagliato vivere come se questa fosse l’unica vita, perché in tal modo non abbiamo alibi per rimandare il nostro compito esistenziale ad altre vite future.

Ci giochiamo tutto qui! Sappiamo che questa non è l’unica esistenza, ma è in questa esistenza che possiamo realizzarci! Uso la metafora della vita come di un corso di studi. Se si studia, si va avanti. Se non si studia, veniamo bocciati e ripetiamo l’anno. Se ci bocciano non è per farcela pagare, è perché non abbiamo studiato. Se ci sono nodi che abbiamo lasciato irrisolti, li affrontiamo la prossima volta, nella prossima incarnazione.

L’ obiettivo è la liberazione di tutti (che tutti siano promossi e finiscano il ciclo di studi). Il karma non è un’espiazione, è un insegnante. L’anima sceglie il progetto esistenziale da vivere nell’incarnazione, a seconda del proprio livello di coscienza. Nel linguaggio dell’anima non esiste “devo – non devo, sono capace – non sono capace”. Esiste solo : “voglio - non voglio”. Siamo noi a scegliere dove nascere e da chi nascere. Siamo noi a scegliere il compito esistenziale, la nostra strada, non gli altri per noi!

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