Orientamento e scuola

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L’orientamento costituisce una delle finalità istituzionali della scuola. Non mi riferisco alla necessità di fornire le informazioni sulla cui base studenti della scuola secondaria di secondo grado possono scegliere il percorso universitario o lavorativo più congeniale. Perché, certamente, la scuola secondaria di II grado, preparando gli studenti agli step successivi, non può non fornire un adeguato bagaglio di informazioni per consentire la migliore transizione al completamento del percorso formativo. Ma, a mio giudizio, nessuna informazione risolve l’orientamento perché l’orientamento è un processo nel quale l’orientato acquista coscienza di sé. E, per ciò stesso, si orienta. Solo a condizione di avere contezza dei propri effettivi interessi, delle proprie attitudini, il giovane può utilizzare in modo opportuno le informazioni che le varie agenzie formative gli forniscono. L’orientamento non è eterodiretto ma autonomo.
Sicché, a rigore, la sua pratica non costituisce una delle finalità istituzionali della scuola ma coincide con la scuola stessa, che ha appunto di mira la formazione umana e critica della personalità degli alunni. Una scuola secondaria superiore, al termine della quale gli studenti non sappiano comprendere loro stessi e il mondo che li circonda, loro stessi nel mondo, non è una scuola ma un contenitore privo di vita. Per ciò stesso, l’orientamento (cioè, la scuola) non è un fatto individuale ma collettivo; perché non è possibile intendere sé stessi, se non in una comunità, distinguendosi dagli altri: identità è differenza, quindi apertura. Il che poi significa che non è possibile “orientare altri” senza orientare sé stessi, dunque senza far leva sulla comunità nella quale si è e che interagisce nella formazione/orientamento di ciascuno.
Tanto premesso, non posso non ringraziare quanti a vario titolo hanno partecipato insieme alla scuola al Progetto “Orien.Ta.Re, per un welfare delle capacitazioni” (Simbiosofia Formazione e T&P Consulting, l’Amministrazione comunale di Ascoli Piceno e la Fondazione CARISAP, che ha finanziato l’iniziativa). Perché, appunto, insieme alla scuola e facendo scuola hanno contribuito alla formazione umana e critica della personalità degli alunni.

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