Concentrarsi sulle persone … non sulle regole


Concentrarsi sulle persone … non sulle regole

 

Ai controlli di un aeroporto fuori dall’Italia; mentre stavo buttando via la bottiglia d’acqua, un addetto alla security mi ha bloccato e guardando mia figlia ha detto: “vada pure, è per la piccola”.

Non avrei potuto, perché è il latte ad essere ammesso, non l’acqua.

Ma quell’uomo si stava concentrando sulle “persone” e non sulle regole.

 

Mi è venuta in mente questa scena tratta da "The Terminal" [Steven Spielberg, 2004]forse la più bella del film:  “Medicine per capra” [un uomo ha affrontato un viaggio in altro Stato, in aereo per comprare medicine e salvare la vita al proprio padre; sta riprendendo il volo per portagliele, ma, ignaro delle regole, s’imbatte con il controllore determinato a far rispettare il divieto di portare in aereo medicine per “umani” prive di esplicita autorizzazione medica. L’arguta distorta traduzione da “medicine per padre” ,suggerita dall’improvvisato traduttore, Viktor Navorski (interpretato da Tom Hanks),  in medicine per capra risolve la situazione: il divieto non si estende ai farmaci per animali].

“Medicine per capra” è tra le migliori scene, per cogliere il significato di “tolleranza”, ma non solo. Umanità, comunicazione, flessibilità, tutte virtù attribuibili a Viktor Navorski. Cinismo, rigidità e burocrazia i vizi del suo capo Frank Dixon.

La burocrazia è un virus che uccide; è il vestito con cui i disonesti travestono le regole. Spesso basterebbe un leggero lenzuolo di lino, ma per approfittare loro impongono coperte, trapunte, piumoni, fino a che il sistema collassa.

Quando una pratica potrebbe concludersi in un’ora, se ne devono impiegare dieci, tra virgole, punti, uffici e approvazioni.

Se ci mettiamo che il costo maggiore, il tempo, è invisibile, chi pagherà il conto?

Esistono intere categorie di burocrati che, per giustificare la loro presenza, inventano procedure, regole, controlli, di modo che qualcuno possa sempre dire “abbiamo bisogno di loro”.

Chi fa un uso smodato della burocrazia, con il tempo tende a diventare “cinico”, privo di emozioni. La scena tratta dal film “The Terminal” è a due temperature. Da una parte il calore e la comprensione di Viktor, dall’altro il freddo glaciale del controllore. Persino quando è in gioco la vita umana, di fronte alla supplica, la burocrazia non si scongela, figuriamoci nel cammino di tutti i giorni.

Le medicine sono per il padre malato dell’uomo, ma se non fosse per il coraggio di Viktor (mentire accettandone le conseguenze) probabilmente sarebbe finita male.

Proprio oggi leggo di un altro uomo disperato che pur dovendo riscuotere un credito di un milione dallo stato, è crollato sotto il peso di poche migliaia di euro di debiti. Qual è l’arma invisibile che è stata impugnata per nascondere la disonestà?

 La burocrazia.

Di punti e virgole la gente muore  tutti i giorni.

L’imprenditore che fa la fila, invece di innovare e pensare al futuro

Il disoccupato alle prese con l’ennesimo modulo

Il disabile (quello vero) che ogni mese deve dimostrare le sue difficoltà per non perdere quella miseria che riceve

L’insegnante che perde più tempo a riempire i registri che a stabilire la relazione con i propri alunni

Paradossalmente, in un momento in cui la flessibilità (insieme alla lotta contro l’immoralità) avrebbe potuto tirarci fuori dai guai, sta diventando tutto più rigido.

E’ la reazione naturale di chi ha già perso il controllo.

Se non mi sto inventando niente, allora ben vengano uno, dieci, mille Viktor Navorski. 

“A volte bisogna glissare sulle regole, ignorare le cifre e concentrarsi sulle persone. Le persone, la tolleranza sono il fondamento di questo paese”

Quanto vorrei che qualcuno facesse di queste parole un mantra di solidarietà, senza aspettarsi nulla in cambio. Viktor si accorge solo dopo che il “palmo della sua mano” è diventato  simbolo di “integrità morale”. Soprattutto non si aspetta quell’abbraccio intriso di gratitudine, che di sicuro vale più del denaro.

Virginio De Maio, in https://www.ilcinemainsegna.it/video/un-virus-che-uccide/

          Impareggiabile l’attualità di questa intensa pagina, pur scritta, è evidente, in tempi …pre-covid.

Cordialissimamente,

Giancarla Mandozzi

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