Comunicazione interpersonale e orientamento scolastico-professionale

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Il colloquio di orientamento avviene all’interno di un setting che è in primo luogo relazionale. Esso presuppone dunque la capacità dell’orientatore di entrare in relazione con il cliente e di utilizzare la relazione come ”bussola” principale per la direzionalità esistentiva delle persone che manifestano un bisogno di orientamento e ricerca della propria strada.
E’ vero d’altra parte che la costruzione della relazione può avvenire solamente grazie all’utilizzo mirato, consapevole e competente di determinate tecniche di comunicazione finalizzate ad agevolare il processo di emersione, scoperta, rispecchiamento e scrittura di sé da parte del cliente.


E esperto in orientamento, pertanto, deve formarsi costantemente con l’obiettivo di conoscere il fenomeno della comunicazione nella sua interezza (percezione, filtri, barriere, agevolatori, funzioni ….) e di “saper comunicare” (apprendere le tecniche per una comunicazione efficace)
In un approccio non direttivo e centrato sulla persona indichiamo oggi tre competenze di base sulle quali non finiremo mai di esercitarci:  1) Osservazione fenomenologica; 2) Descrizione fenomenologica; 3) Feedback fenomenologico.
Per ognuna di tali competenze è possibile illustrare delle “regole di base”:
1) Osservazione fenomenologica:

  • Osserva attentamente l’altro ed osserva attentamente te stesso
  • Mantieni i sensi vigili (non perdere contatto con la sensorialità dell’esperienza)
  • Attenzione fluttuante: osserva i diversi livelli dell’esperienza (sensorio, corporeo, cognitivo, emotivo ecc…)
  • Concentrati sugli elementi del campo relazionale attuale
  • Focalizza i particolari concreti
  • Agganciati a ciò che accade nel presente
  • Attiva la consapevolezza di ciò che accade dentro te
  • Osserva la realtà cosi come essa si presenta senza valutazioni, interpretazioni, giudizi, etichette
  • Osserva la realtà cosi come essa si presenta senza farti condizionare dallo stato emotivo
  • Osserva il comportamento esterno della persona (non presumere che ci sia qualcosa dietro)

2) Descrizione fenomenologica:

  • Descrivi i fatti senza giudicare, valutare, interpretare…
  • Comunica solamente ciò che hai osservato
  • Comunica particolari concreti
  • Comunica contenuti dell’osservazione diretta nel presente
  • Comunica indici referenziali temporali (quando….)
  • Comunica indici referenziali comportamentali (quando hai detto che…..)
  • Comunica indici referenziali propriocettivi (quando hai detto che….. ho sentito che….)
  • Comunica la realtà cosi come essa si presenta senza valutazioni, interpretazioni, giudizi, etichette
  • Comunica la realtà cosi come essa si presenta senza farti condizionare dallo stato emotivo
  • Comunica in modo personale (evita i “si dice” o i “sarebbe bene che”….

3) Feedback fenomenologico: si distinguono regole per l’emittente e regole per il ricevente, come segue:

EMITTENTE

  • parla in prima persona
  • riferisciti solo a fatti che sono accaduti nel contesto attuale
  • riferisciti solo a particolari concreti
  • riferisciti solo a particolari chen hai osservato
  • riferisciti solo a comportamenti specifici
  • sii sincero
  • esprimiti senza paura di sbagliare o offendere
  • usa un riferimento temporale (quando)
  • non essere sicuro che cio’ che hai visto/vissuto sia la “verita”
  • usa la formula“ho pensato che, ho avuto la sensazione che, ho avuto l’impressione di, mi e’ arrivato …, ho visto che, mi sembra di aver capito che …”

RICEVENTE

  • ascolta attentamente quanto dicono i compagni
  • non sentirti attaccato o giudicato
  • evita di difenderti
  • evita di giustificarti
  • non rispondere/replicare, rifletti
  • ripensa a come sono andate le cose: forse sei stato frainteso ma questo e’ dipeso dal tuo modo di comunicare
  • non si tratta di verificare chi ha ragione o torto ma solo di scambiare impressioni personali
  • ringrazia il compagno che ha offerto il feedback poiche’ si tratta di un contributo di autenticita’

E’ cosi che un approccio di tipo fenomenologico diventa un concetto di metodo fondante rispetto alla competenza ed alla capacità di un consulente di creare le condizioni adeguate affinchè il cliente possa (ri)-trovarsi senza interferire, senza giudicare, senza sovrapporsi ai processi di auto-determinazione che, viceversa, vanno solamente facilitati.

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