Dramma in un Atto, due Scene


Dramma in un Atto, due Scene

Foto di Callisto_Schmidt da Pixabay

 

Prologo

Oggi:  piazza cittadina quadrangolare che si apre verso un ampio Corso deserto appena visibile sulla destra della scena; al centro della scena, due panchine disposte attorno ad un’aiuola sfiorita; : la curata pavimentazione in porfido segnala un recente tentativo, rimasto incompleto, di rendere la piazza cittadina un luogo a misura d’uomo; tutt’intorno nessuna vegetazione, nessun albero; la piazza è contornata da alti palazzi, forse un tempo decoro architettonico, ora solo grigi e decadenti, privi del fascino dell’antico.

 

Quattro figure (gli antagonisti) che indossano occhiali, mascherina chirurgica, tute e soprascarpe, in piedi distanziate tra loro di un paio di metri discutono animatamente su questione che appare di grave urgenza.

L’atmosfera resta avvolta da una sorta di vapore che aleggia e si insinua ovunque di color rosso-tramonto (rivelatore della presenza del protagonista).  

Di tanto in tanto, attraversa la scena una presenza umana, biasicando parole incomprensibili tra sé e sé, gridando ossessivamente una stessa parola, o imprecando, puntando il dito indice nella direzione delle quattro figure.

La prima scena si chiude nell’attimo in cui una delle quattro figure stramazza a terra, senza vita.

Cala il sipario.

Nella seconda scena, l’atmosfera torna limpida e sulla stessa piazza confusamente si ammasseranno solo mute e immobili comparse.

Il sipario si chiude.

 

Personaggi

Protagonista: Coronavirus COVID19, Deus ex machina-Demiurgo. Si muove liberamente  dentro e fuori dalla scena, visibile solo per gli effetti della sua potenza che si manifesta falcidiando vite umane e colorando l’aria di un bel rosso - tramonto

Antagonisti: specialisti ed esperti di ogni branca del sapere

Attori: singole presenze umane che calcano a vicenda la scena con timore o con furore, agitate o sottomesse

Comparse: folti gruppi di individui ammutoliti, immobili come pietrificati. Inequivocabili Linguaggi Non Verbali nei volti: paura, rassegnazione, delusione, rabbia, derisione, sogno, alienazione, tenacia, arrendevolezza, finzione, speranza …

N.B.

Compiuto il dramma, chiuso il sipario sulla seconda scena, come stabilire uno scenario di prossimo, medio periodo? È obiettivamente possibile ipotizzarlo, tra i tanti gridati, invocati talvolta sommessamente suggeriti?

Urge assumere una distanziata prospettiva dagli eventi che possa restituirci la vigoria insita nella nostra comune natura di umani. Prossima conversazione:Dalle scene del Dramma, agli Scenari.

Cordialissimamente,

Giancarla Mandozzi

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