Antifragilità incontri di formazione e counseling


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Nel progettare le attività formative e di counseling che portano questo titolo mi sono chiesta innanzitutto a chi possono interessare e soprattutto a che cosa servono. I destinatari delle attività sono tutti: uomini, donne, lavoratori e studenti, persone in cerca di prima occupazione e persone uscite da un processo produttivo, giovani e persone di mezza età.

Insomma tutte le persone che si interrogano sul “senso” e soprattutto persone che possono mettere a disposizione di se stessi e della comunità risorse personali ancora inesplorate.Se si leggono i quotidiani e si sfogliano riviste il “mantra” collettivo è <stiamo attraversando una svolta epocale>, nel lavoro, nelle istituzioni e nelle relazioni interpersonali. Tutto sta cambiando ad un ritmo forsennato per l’introduzione della tecnologia e della automatizzazione dei sistemi che arrivano a condizionare anche le nostre vite. Questa accelerazione dei cambiamenti butta le persone in una ansia da prestazione e soprattutto semina il virus della inadeguatezza, generatore di stress. Pertanto è utile ripescare le componenti squisitamente umane, metterle al servizio del cambiamento – che è bene anticipare e non inseguire – e riscoprire la creatività, capacità solamente umana che è anche fonte di benessere ed è la base dell’adattamento umano.

Partiamo innanzitutto dalla storia personale e dal ciclo di vita in cui siamo:

  • Chi è la persona che ho davanti?
  • Quale è la tua storia?
  • Cosa sai fare e ti riesce meglio?
  • Quali sono i tuoi bisogni? Quali sono i tuoi desideri?

 E’ importante conoscersi e riconoscersi, in quanto ognuno di noi è unico e irripetibile e vive il cambiamento e l’adattamento ad esso in maniera diversa. Noi stessi come esseri umani cambiamo continuamente, quindi si tratta di cavalcare l’onda del cambiamento, non imparare una attività ex novo. Fin da piccoli impariamo a cambiare: dalla postura a gattoni ci mettiamo in piedi; poi impariamo a camminare, poi a correre, etc. Tutte le cellule del nostro corpo si rinnovano e anche il processo di invecchiamento è un cambiamento. Infatti il nostro corpo è uno splendido esempio di cambiamento: ad ogni scossone (malattia, invecchiamento, trauma) interno il sistema si riadatta trovando un nuovo equilibrio omeostatico.

Diversa è la dinamica quando bisogna agire il “cambiamento di per sé”: per esempio bisogna modificare il sapere precedente; l’immagine di sé e del proprio ruolo nel mondo; i modelli di relazione interpersonale.

Vi racconto un episodio: mi è sempre piaciuto far parte di una organizzazione professionale e di volontariato. Tre anni fa mi hanno chiesto di essere membro di una commissione in cui si proponevano i corsi che ognuno dei soci poteva erogare gratuitamente ai giovani soci e trasferire know-how nella gestione delle risorse umane e sviluppo personale. Mi sono proposta come relatrice del corso su “Autosviluppo”. Fissata la data e la sede il mio mentor – si chiama in gergo un consulente “anziano” che ha creduto nelle tue capacità e ti ha messo nell’arena senza tanti strumenti e competenze, provocando una forte accelerazione di produzione di risultati, se sopravvivi! – mi ha presentato come formatrice senior, di fronte ad una platea di nuovi soci, tra i trenta e i quaranta anni (io all’epoca ne avevo 50!). A quel punto il grande investimento e responsabilità di seniority ha fatto scattare la consapevolezza di dover modificare il sapere precedente, di assestare la mia immagine e il mio ruolo ed anche le relazioni interpersonali da intraprendere in qualità di “senior”. 

L’esempio insegna che se c’è qualcuno che ti guarda e si interessa a te produce e migliora il “cambiamento di per sé”. Se non si innescano i meccanismi di difesa e resistenza o il fenomeno della reattanza - c’è il capo o il collega che ti dice di fare così e impaurito di perdere libertà e controllo tu fai colì, rallentando il cambiamento – il cambiamento è spesso favorevole all’individuo umano, soprattutto perché attiva il processo motivazionale dell’apprendimento.  Attiva l’energia vitale e la generazione di nuovi modi di essere nel mondo. Nella creazione di idee, progetti, conoscenze l’emisfero destro e sinistro del cervello lavorano in maniera integrata e questa azione combinata produce benessere fisico e soddisfazione. I “creative thinker” hanno rigore e disciplina ed esperienza nel settore in cui creano e in più sono persone mediamente più serene e soddisfatte perché l’attivazione del pensiero creativo fa escludere i pensieri negativi che bloccano l’autoesplorazione. Il pensiero creativo svincola la mente dai condizionamenti acquisiti. I creativi sono più propensi al superamento degli ostacoli, ad assumere rischi personali, a tollerare ambiguità. Sono persone autoefficaci, aperte e godono della motivazione intrinseca a svolgere un compito. Pertanto vivono benissimo in una organizzazione o gruppo in cui non si riconosce il merito. Tutti possiamo diventare creativi a patto di essere eccellenti in un’area del sapere e del saper fare, cioè essere esperti in qualche cosa. Una delle capacità da potenziare è la tempestività e la antifragilità per gestire il mondo nuovo, mentre stiamo vivendo nel mondo vecchio. La tempestività si traduce nella prontezza di reazione rispetto ad un evento o alla sollecitazione esterna. L’antifragilità è soprattutto la capacità di cogliere opportunità dagli eventi inattesi. Se la maggior parte delle persone si ferma e piange di fronte una perdita, ad una lacerazione ad un lutto, gli antifragili la vedono come una fonte di opportunità di crescita e di innovazione. Pensiamo per esempio ad un lavoratore di 50 anni che perde il lavoro in seguito alla chiusura della fabbrica nella città in cui vive: se attiva l’antifragilità si mette subito in moto per acquisire altre competenze e fare finalmente il lavoro che aveva sempre sognato. Anzi forse l’aveva incominciato già a fare come hobby e ora finalmente lo fa diventare un lavoro. Il cogliere i segnali deboli del cambiamento, non soccombere agli eventi inattesi, anzi anticiparli , gestendo il futuro è possibile se si coltivano sogni e desideri.

Per cogliere i segnali deboli e anticipare il cambiamento – nel lavoro, nelle relazioni, etc. -  è opportuno chiedersi

  • Quali sono le più importanti tendenze per me e il lavoro che svolgo?
  • Ci sono dei cicli di azione e cambiamento in quello che sono e che faccio?
  • Quali sono le questioni emergenti?
  • Quali sorprese possono far cambiare totalmente me e il mio lavoro?
  • Quali sono le azioni che posso operare

 <Se hai un sogno realizzalo> cioè metti in moto tutte le risorse personali per cercare di far diventare il tuo sogno un desiderio e quindi un progetto. La cosa più difficile è autorizzarsi a coltivare il sogno e a raccontarlo. Nei gruppi di crescita e nelle aule di formazione il momento più luminoso e di “espansione” dei partecipanti è quando qualcuno riesce a tirar fuori il proprio sogno nel cassetto e riesce a raccontarlo agli altri. Se gli altri partecipanti lo ascoltano profondamente – cogliendo cioè il contenuto delle parole, lo stato d’animo, le resistenze interne, etc – fanno le domande giuste, perché la persona immagini realizzato il suo sogno. E questo è l’innesco per la realizzazione. E’ questo l’incipit del cambiamento.

«Predire il futuro è impossibile, ma ci si può preparare a un futuro incerto e a un ambiente complesso e dinamico…..la competizione si sposta sul piano della percezione del futuro» ‘Anticipare il futuro’ A. Toni R. Siagri C. Battistella Ed. Egea

Si diventi antifragili non da soli. Il gruppo, l’altro sono fondamentali. E non sostituibili da una macchina o sistema esperto, anche se intelligente.  Anzi abbiamo bisogno di persone dotate di pensiero critico, resilienti, in grado di negoziare e “fare la differenza” nel proprio orientamento all’altro, al servizio. Abbiamo bisogno di persone in grado di prendere decisioni e di guidare altri nella scelta; abbiamo bisogno di persone in grado di lavorare in squadra.

 

Bibliografia

“Il cigno nero” N.N. Taleb Ed. Il Saggiatore

“Antifragile” N.N. Taleb Ed. Il Saggiatore

“La paura delle decisioni” G. Nardone Ed. Ponte alle Grazie

“Anticipare il futuro” A.F. De Toni R. Siagri C. Battistella Ed. Egea

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