stressati ...quando ogni situazione è per noi una sfida


stressati ...quando ogni situazione è per noi una sfida

 

            Occasione ghiotta, troppo ghiotta quella che ci offre su questa pagina di counselingitalia la dott.ssa Daniela Confetti con il suo Come accumulare punti con Counseling Italia possa diventare fonte di stress e dunque soffermiamoci un attimo a riflettere.

            Verrebbe quasi da sorridere a pensare che accumulare punti con Counseling Italia "possa diventare fonte di stress" e cioè di ansia, di attesa di risultati, di un pensiero fisso che occupa nella quotidianità uno spazio ben più ampio di quello che vorrebbe-potrebbe ragionevolmente meritare, perché i punti via via accumulati prevedono al massimo la visibilità in una bacheca di modeste dimensioni, aggiornata quotidianamente, posta  in basso a sinistra della prima pagina del sito, con l'elenco dei dieci autori che hanno ottenuto i punteggi più alti. Alla fine di ogni mese la bacheca si azzera.

 

Le motivazioni riguardo all'attribuzione del punteggio sono chiaramente espresse dal curatore del sito Giovanni Grasso: Si ricorda il carattere "ludico" dell'iniziativa rivolta principalmente a sensibilizzare la collaborazione dei counselor per far crescere il counseling in Italia.

            Non si può escludere che, in  questa nostra realtà nutrita a immagine e competizione, persino posizionarsi nella graduatoria dei primi dieci senza altro riscontro che la visibilità del proprio nome, possa diventare una priorità fine a se stessa, ignara dei reali interessi culturali di un counselor (quasi sempre è counselor l'autore degli articoli), del tutto avulsa dalla volontà di rendere correttamente noto il counseling che nella nostra Italia fatica a vedere riconosciuta la sua specificità, spesso opacizzata da sterili conflittuali prove di forza tra diverse competenze e approcci alla persona.

Se accade, credo proprio che il nodo del problema non sia da individuare nell'accumulare punteggio, bensì in una interiore fragilità che induce la persona -l'autore- a percepire ogni situazione come una sfida,  come occasione per coccolare l'amor proprio o forse per ri-costruire una sorta di autostima. Raccogliere le sfide è importante, ma quando ogni occasione per noi assume i connotati di una sfida dalla quale dipende la nostra sicurezza emotiva, forse è il caso che ci soffermiamo a riflettere che ciò che ci compete prioritariamente è una scelta: a quali sfide è bene per noi  rispondere, in quali impegnarci.

            E, tuttavia, come non si può escludere che sulla pagina di counselingitalia, in sfida con noi stessi e stressati, si tenti il copia-incolla pur di apparire, non escludiamo neppure che sia condivisa e vissuta la priorità della collaborazione a far crescere il counseling , anche se questo certamente non assicura la pubblicazione di articoli di spessore e innovativi.       

Da docente e counselor desidero continuare a credere insieme a molti altri che sia importante spenderci perché alcuni aspetti, spesso fraintesi del counseling siano correttamente intesi (un esempio da un'esperienza diretta? Insegnanti che confondono l'"accettazione incondizionata" a cui è tenuto il counselor con "approvazione incondizionata" di ogni loro comportamento da parte del counselor e se ne fanno scudo per resistere ad ogni cambiamento.)

            L'atteggiamento di servizio certo non ci rende in automatico scrittori capaci o autori di riflessioni sempre egualmente stimolanti, ma possiamo migliorare in tante direzioni. Potremmo ad esempio collaborare a rendere più efficace la consultazione per un qualsiasi utente catalogando per argomento e secondo l'ordine di pubblicazione tutti gli articoli finora pubblicati su counselingitalia?

 

Cordialissimamente,

Giancarla Mandozzi 

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