Al giudizio non c'è rimedio

Inviato da Laura Culotta

giudizio 

Poco tempo fa ho partecipato a un incontro molto interessante relativo ai problemi legati all'alcool. C'è una cosa però che non ho condiviso e che ho trovato davvero spiacevole: l'utilizzo delle etichette "alcolista" "ex alcolista". Dire "tu sei un alcolista" vuol dire chiudere tutto quello che una persona È, in una rigidità in cui la sua unicità di persona viene spazzata via. Penso che i problemi legati all'alcool abbiano delle conseguenze sulla vita e sull'identità della persona, ma quella persona non è quella etichetta..

Quello che SIAMO, la nostra essenza, non può neanche essere definita e quindi tantomeno ridotta a una rigida etichetta. Una persona può avere dei problemi anche seri con l'alcool, ma non È un alcolista. Una persona può attraversare periodi di profonda depressione, ma non È un depresso. Una persona può avere dei seri problemi col cibo e trovarsi in una difficile situazione di obesità, ma non È un obeso. Se faccio degli sbagli non sono una persona sbagliata. Se davanti a un comportamento giudico o giudicano la mia persona, che speranza ho di cambiare? Se ho una dipendenza legata all'alcool e mi viene detto che "sono alcolista", si stanno riferendo al mio essere, alla mia essenza, ma la mia essenza è tutt'altro. Solo dandomi la possibilità di non essere quel comportamento posso cambiare. Al giudizio non c'è rimedio, o meglio, etichette di questo tipo sembrano non dare possibilità di cambiamento perchè non si limitano a giudicare un comportamento, ma giudicano la persona, il suo essere.

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