l'efficacia del saper ...attendere


 

 

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l'efficacia del saper ...attendere

           

            Nel mondo del tutto e subito, della comunicazione in  tempo reale, in cui organizzarsi significa affrettarsi e correre  più degli altri per raggiungere ogni giorno obiettivi più numerosi (non importa se necessari o utili), un mondo in cui del tempo  abbiamo fatto il nostro tiranno, senza pause neppure nei momenti di svago, persino parlare dell' attendere suona ironico, addirittura blasfemo per i cultori dell'efficienza e dell'efficacia ad ogni costo.

            Eppure, proprio per ottener una maggiore efficacia, occorre non solo e  non tanto attendere, quanto il saper attendere e dunque, per saperlo fare, come per qualsiasi competenza, occorre che sia una nostra consueta modalità di comportamento, una nostra modalità di conoscere e conoscerci, affinata e migliorata nel tempo da ripetute esperienze.

Molti esempi in tale direzione ci rassicurano che quello che può sembrare un "perdere tempo" è in realtà un  guadagno di qualità ed efficacia in situazioni di estrema rilevanza, come nell'educazione e nella didattica. Un esempio è la pedagogia della lumaca, così presentata da Gianfranco Zavallon:

Sapremo ritrovare tempi naturali? Sapremo attendere una lettera?

Sapremo piantare una ghianda o una castagna sapendo che saranno i nostri pronipoti a vederne la maestosità secolare?

Sapremo aspettare?

 

Sono tante le domande alle quali, a partire dalla mia esperienza di maestro, di dirigente scolastico e di volontario nell'associazionismo, cerco di dare risposte ed ecco il senso di questo sito: si tratta di intraprendere - a mio avviso - un nuovo cammino educativo. Cari genitori, insegnanti, educatori (e tutti coloro che ruotano attorno al mondo della scuola e della educazione) cominciamo a "riflettere insieme" sul senso del nostro tempo educativo e sulla necessità di adottare strategie didattiche di rallentamento. Lento è bello!

http://www.pedagogiadellalumaca.org/

            Recentemente in un incontro del Corso Genitori in ...atto, a genitori ansiosi di prendere le opportune decisioni, di rispondere alle incalzanti esigenze dei figli con immediatezza, ho proposto la  breve sequenza filmica, dal film Ray,  diretto da Taylor Hackford, interpretato da Jamie Foxx, un  film biografico sulla vita del cantante Ray Charles, scomparso qualche mese prima dell'uscita della pellicola nelle sale americane, nel 2004.  Ho scelto 2’ 29’’ in totale nella sequenza dei primi momenti in cui il piccolo Ray affronta la vita senza poter più vedere.

          Il tema del nostro incontro era "Il valore dell’attesa: il genitore guida, sostegno" e le immagini che scorrevano sullo schermo, così forti da com-muovere ogni genitore, tanto da coinvolgerlo quasi fosse lì sulla scena, hanno avuto una efficacia immediata e significativa quanto nessun puntuale, preciso discorso avrebbe mai consentito.

            Quell'interminabile momento in cui lì davanti ai loro occhi di impotenti spettatori in quella stanza piena di pericoli erano il bambino, solo, in grave difficoltà e la madre ferma e silenziosa, apparentemente sorda alle richieste di aiuto, è stato perfetto per comprendere che proprio l'unico modo per aiutare il figlio a crescere era quel difficilissimo non intervenire, di fatto comunicando: “hai 5 sensi, perché ne vuoi usare solo uno?”

La mamma che vive con intensità il dramma del figlio ormai impossibilitato dalla malattia a vedere, sposta dunque l’attenzione del bambino sull’utilità degli altri suoi sensi, attivando le sue energie dal canale sensoriale visivo a quello uditivo e cinestesico e gli permette una conquista di autonomia e libertà. Avrebbe potuto subito certamente correre in suo aiuto, ma se lo avesse fatto non avrebbe allertato e allenato in lui una forza essenziale alla vita: la "resilienza" , la cui assenza nel nostro mondo molti dicono sia oggi  la vera piaga sociale. 

            Per i genitori presenti è stata un'esperienza  importante, indelebile anche a distanza di tempo, un'esperienza che ci ha permesso di comprendere quanto sia importante imparare a leggere il comportamento del figlio e come possiamo essere capaci di un'opera di re-incorniciamento, ri-strutturazione essenziale nel ruolo di educatore nel quale ci riconosciamo, proprio per aiutare il figlio a vedere e intendere la propria situazione o condizione, qualunque essa sia, con altre angolazioni.

            Con queste riflessioni abbiamo restituito valore al tempo, ci siamo tutti sentiti desiderosi e in grado di procedere con la calma e la lentezza necessarie soprattutto di fronte a scelte importanti, un po' più  liberi dall'ansia e dalla fretta di ottenere immediati risultati, capaci di dare spessore ad ogni momento del percorso intrapreso. 

 

 

Cordialissimamente,

Giancarla Mandozzi

 

 

 

 

 

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