Amici virtuali, Amici reali


amici virtualiSiamo abituati a pensare che il terzo millennio  ci stia consegnando definitivamente  l’evoluzione della nostra società e quindi della nostra civiltà.  Non importa quanta fatica si faccia per  arrivare alla fine del mese, l’integrazione sociale vuole  che nelle nostre tasche  non possa  mancare un telefonino , come sul tavolo un pc. ;   Poiché la  società impone stili , linguaggio e ritmi ,e la continua loro evoluzione,  è plausibile  perdere il contatto con  noi stessi . e non sapere più quando abbiamo  iniziato  a controllare continuamente che  i l cellulare fosse  acceso o che  il desktop  , sempre e comunque, rimandasse l ’icona del nostro social network di riferimento attiva e  in attesa di  contatto. Sarebbe fin troppo facile  scrivere fiumi di inchiostro sul vuoto , più o meno  profondo, più o meno percepito , ma non per questo meno reale, di chi  ha necessità , quasi compulsiva, di arrivare a contare oltre 1000 amici tra i propri contatti ; ma  fare counseling esula da ambiti sociologici; fare counseling significa raccogliere ed accogliere , qui ed ora , il singolo , personale universo emotivo  di ogni individuo,specifico nella sua unicità,  che  un giorno , per gioco , solitudine , disagio o curiosità , ha scelto di entrare in rete per cercare , ad un o più livelli,  la soddisfazione di una esigenza assolutamente personale. Sicuramente l’identità (rivelata) che si svela,  come e per quanto si vuole , ma che, al tempo stesso , si nasconde dietro  ad un vetro ha il fascino di una sapiente ambiguità costruita sull’abile intreccio di Reale e Virtuale.

Le relazioni che nascono in rete sono , spesso, destinate a restale tali ; la paura del confronto,  si  accompagna alla voglia di  mantenere l’immagine  ideale di sé. realizzata nel virtuale, di frequente , accade anche che  il timore di uno sconvolgimento di vita o di abitudini ,unitamente all'incapacità di integrare nella propria realtà persone solo" virtualmente reali", determinano il fallimento edil progressivo svuotamento di senso dele conoscenze fatte in chat. Eppure l’aspetto paradossale è che ,  nello svelarsi virtualmente c’è una Verità individuale  che raramente, nelle conoscenze convenzionali, viene fuori; una sorta di libera, spesso gioiosa, espresione di se stessi che nella vita reale le persone, di frequente, non sentono di poter avere. Questo fattore , ormai denominatore comune della maggior parte dei fruitori delle chat, sta sviluppando la continua crescita di questo fenomeno . Sono sempre di più, infatti, le persone che si incontrano nel virtuale e decidono , successivamente di trasformarlo in reale. le particolari caratteristiche di  immediatezza ed iper-rmedialità della rete aiutano le persone a saltare molti passaggi nella conoscenza personale  garantendo , in  un certo senso, maggiori possibilità di una buona durata della conoscenza e, soprattutto, una veloce consapevolezza circa l’eventuale affidabilità della conoscenza.Certo,  queste nuove possibilità di ampliamento dei confini della rete personale di relazioni  possono , comunque, essere  indice di un'insoddisfazione, se non proprio di vero disagio nella vita di chi le utilizza; e, perciò,  portare ad  un isolamento, più o meno progressivo, dai contesti ambientali di riferimento  nonché ad un over-use del mezzo tecnologico che  consente questa nuova tipologia relazionale. Un primo  obiettivo ,in questi casi può essere  quello di  verificare se l’utente stia sviluppando un tratto di dipendenza.  Ed è  qui, allora, che il supporto del counseling prende una strda piuttosto che un'altra. Non va trascurato , infatti, che  gli  stili ed i ritmi delle giornate, di fatto , rendono difficoltoso trovare tempo da dedicare a nuove conoscenze; tanto che sono sempre più le persone , che avendo ben chiara la loro personale esigenza, transitano in rete per trovare e prendere ciò che corrisponde alla soddisfazione  dei loro desideri, non  avendo tempo da dedicare ad altro.  Nella mia esperienza, infatti, ho riscontrato che , spesso, il cliente riporta un progressivo calo di entusiasmo per questa forma di  comunicazione, talvolta accompagnata da   una generica frustrazione  per le aspettative disattese  Meno di frequente capita che il cliente riferisca una coazione a ripetere o un acceso depressivo a seguito  della frustrazione. Solo questo, può diventare il luogo  della mente ed il momento  in cui  non è stato  più possibile esercitare una scelta.  E molte,  solo a quel punto, sono le domande , a riguardo, cui cercare  risposte ,  nell’ambito di un percorso di counseling;  quesiti specifici e specificamente importanti in relazione al vissuto di ogni singolo utente: Tuttavia le prime , essenziali questioni che sottendono ogni esperienza individuale, diventando, così,  punto di partenza di un buon intervento da parte del counselor    sono semplicemente due: “ Quando ho smesso di scegliere”? Perché ho smesso di farlo?

Marcella Giordano

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