fresche ri-letture... a caso, ma non troppo 3. Richard Bandler


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fresche ri-letture... a caso, ma non troppo

 

  1. 3. Richard Bandler

 

 

 

 

RICHARD BANDLER, IL POTERE DELL’INCONSCIO E DELLA PNL, NLP ITALY, 2009, pag. 379, CONCLUDENDO

 

“Nonostante quello che è successo nel mondo, nonostante alcune cose che io stesso ho visto, rimarrò sempre un ottimista, perché credo nella nostra umana capacità di apprendere e di cambiare. Probabilmente, ci saranno sempre persone che sosterranno che non si può fare: quelli, ne sono convinto, sono i veri pessimisti. [...] abbiamo la capacità di apprendere e di crescere. Ci sono molte cose che erano importanti quando eravamo bambini, ma che non lo sono più. Siamo in grado di cambiare le cose nella nostra mente e, di conseguenza, di cambiarne completamente il significato. Abbiamo la capacità di distorcere le nostre generalizzazioni ed è questo che ci rende così intelligenti e capaci di cotanto ingegno.”

 

 

ibidem, pag. 29 Cap. 1 SCHEMI APPRENDIMENTO E CAMBIAMENTO, come assumere il controllo del proprio cervello.

 

“Siamo creature facilmente programmabili, per quanto l’idea sia sgradita in certe cerchie. Quando iniziai ad usare il termine “programmazione”, notai che dava fastidio a molti. Mi accusavano di considerare le persone alla stregua di macchine. Mi dicevano: : <Siamo persone, mica robot>. . In realtà io sostengo proprio il contrario. Siamo l’unica macchina in grado di programmare se stessa. Siamo metaprogrammabili. Siamo in grado di installare e azionare programmi automatici, creati deliberatamente affinché gestiscano compiti noiosi e triviali, lasciando così la nostra mente libera di fare altre cose più creative e interessanti.”

 

ibidem, pag. 39 Cap. 2, SVILUPPARE E POTENZIARE CIÒ CHE FUNZIONA

 

“Ai tempi in cui cominciai a studiare le fobie era in corso una grossa diatriba su quale fosse l’approccio corretto alla psicoterapia. C’erano decine, se non centinaia, di diverse scuole di psicologia, tutte impegnate a farsi guerra l’un l’altra per decidere chi avesse ragione. La cosa interessante, però, è che nessuna otteneva risultati positivi. Non c’era un singolo approccio che funzionasse per risolvere efficacemente i problemi. A me sembra assurdo che un gruppo di persone che non riescono a fare una cosa discutano su chi ha trovato il modo migliore di non riuscirci.”

 

Il grassetto è ovviamente mio.

 

C’è qualcun altro, qualcuno che conoscete, con cui potete conversare liberamente che vi comunichi la stessa energia, la stessa carica?

L’aspetto meraviglioso è che possiamo anche avere idee diverse da quelle che Bandler con forza espone e a noi si comunica quella sua forza, magari proprio per contraddirlo e dimostrargli –ammesso che siamo in grado– che sta sbagliando e che esiste un diverso punto di vista per cui i problemi vanno affrontati in  altro modo, per cui non è tutto così semplice, per cui non tutti abbiamo la forza di imparare e crescere, per cui... e per mille altri motivi.

E proprio così, affannandoci a spiegare, ad interloquire, a provare la veridicità del nostro punto di osservazione stiamo dando ragione a quel suo inguaribile ottimismo: ci stiamo animando per una questione che riguarda noi come tutti gli uomini.

 

              Se avere carisma significa lasciare un’impronta, un segno su chi ci avvicina direttamente o indirettamente così che sia spinto a guardarsi dentro e a desiderare il meglio per sé, Bandler è personaggio sicuramente carismatico che, al di là e oltre la PNL riconcilia l’uomo con se stesso, incoraggiandone le risorse positive.

 

Sull’essere carismatici ho trovato tra le tante una definizione che non condivido (sarà perché ha sapore di ...business): essere carismatici significa vivere con la convinzione che quello che fai corrisponde al vero, al punto tale che prima o poi riesci a condizionare anche la realtà e dunque le persone che ti circondano

(http://stilestili.com)

            Il verbo condizionare è tra quelli che vorrei non fossero mai usati né tanto meno attuati, neppure con buone intenzioni, o per il bene dell’altro. Come docente e come counselor  la bontà dei miei convincimenti e l’autenticità del mio sentire non mi sono mai apparsi una giustificazione neppure minima per usare l’arma del condizionamento sul giovane alunno o sulla persona in difficoltà.

             Preferirei usare un verbo che alluda ad una comunicazione circolare, tra un carismatico emittente ed un attivo destinatario che rimanda il suo feed back: il verbo modificare, modificare la realtà che ci circonda con la tenacia delle convinzioni, motivate e ...verificate e modificazione dell’altro, il cui cambiamento è aiutato, suscitato, reso plausibile.

 

               È pure assolutamente vero che avere profonda fiducia nelle proprie convinzioni non basta a fare di ciascuno di noi un personaggio carismatico che è cioè naturalmente e immediatamente autorevole, libero, consapevole di sé e capace di accettarsi anche con ironia, ecc, ecc..., tuttavia,

tuttavia possiamo giovarci di qualche esempio per apprendere e affinare   le nostre potenzialità, per essere meglio capaci di ascolto.

 

 

Cordialissimamente

Giancarla Mandozzi

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