La Psicologia del fumetto: I Barbapapà


barbapapa 3Sono comparsi in Italia nel 1976 all’interno dello spazio televisivo della tv dei ragazzi, ma in pochi hanno capito che non fossero solo un cartone per ragazzini. Anzi, in gioco c’era, attraverso la rotondità dei personaggi, il confronto generazionale in piena armonia e un messaggio ecologista chiaro e preciso, precursore dei nostri tempi.

Parliamo di Barbapapà, lo splendido fumetto nato dalla fantasia di Annette Tison e Talus Taylor e comparso nella Francia del 1970.

Il personaggio principale viene battezzato col nomignolo di “zucchero filato” (in francese barbe à papa per l’appunto) e nel suo dna nasconde alcune riflessioni che i due autori avevano fatto in occasione del famigerato “maggio francese”.

Del resto Barbapapà ha una grossa abilità, quella di modellare il suo corpo come vuole.

Questo potere bizzarro non richiama forse il nostro desiderio di elasticizzare le idee per frantumare il confine tra pensiero e ideologia?

E se il buffo Barbapapà spunta come un fiore dal giardino di casa, come potrà essere la sua vita senza accoppiarsi e formare una famiglia?

Così la ricerca forsennata di una Barbamamma consente a Tison e Taylor di rimodellare il modello della famiglia classica, fuori dallo scorbutico esempio della middle-class.

La rotondità dei personaggi rimescola lo scenario delle storie vita quotidiana in un mondo che sottomette la routine con la creatività. Forse nel mondo di Barbapapà i vincenti sono proprio gli originali, gli stravaganti e chi riesce a leggere nel loro emisfero interiore i due bambini François e Claudine avrà una chance in più per distaccarsi dal contraddittorio mondo degli adulti.

 

I giapponesi intuiscono il valore del fumetto e nel ’74 realizzano la fortunata serie a cartoni animati (45 episodi) sotto la supervisione di Tadami Shimokawa con uno slogan che ha fatto il giro del mondo: “Resta di stucco… è un Barbatrucco!”.

Una curiosità: nella sigla di apertura cantano Orietta Berti e Claudio Lippi, mentre ai testi ci ha messo mano il grande Roberto Vecchioni.

 

I barbapapà ritraggono una famiglia coloratissima, amichevole e rispettosa della Natura.

La serie animata, destinata a un pubblico infantile, racconta le divertenti avventure di una famiglia molto particolare: i due genitori e i sette figli sono infatti degli esseri gommosi, colorati, capaci di mutare la propria forma a piacimento. Nel corso di ogni episodio affrontano piccoli e grandi problemi quotidiani con un pizzico d'ingenuità e tanto buon cuore.

Seguendo le avventure di Barbapapà i bimbi imparano a riconoscere e gestire le emozioni, all'interno di un contesto che incoraggia il sostegno reciproco e il rispetto per la Natura e per le diversità.

 

Ma proviamo ora ad analizzare il significato e il simbolismo dei colori all’interno dei personaggi

dei barbapapà , ponendo anche attenzione all’interpretazione del disegno infantile che richiede prudenza ed esperienza.

 

Il colore viola (BarbaBella) denota urgenza di esprimersi. Appare frequentemente nei disegni dei bambini che vivono in un contesto che non consente loro di muoversi liberamente per l’eccesso di regole imposte. Se è presente accanto ad altri colori, è indice di estro, creatività e capacità artistiche. Se è il colore predominante nel disegno, rivela instabilità e turbamenti psichici.

 

Il colore blu (BarbaBravo) rappresenta il controllo dell’affettività. Un ricorso moderato al colore denota equilibrio (soprattutto se è associato al rosso e al verde), ma anche rassegnazione (se è associato ai colori acromatici: grigio e nero).

 

Il colore rosso (BarbaForte) è il colore dell'energia; utilizzato con altri colori esprime la forza vitale del bambino, il suo bisogno di azione, il bisogno di essere nel mondo agendo con tutto se stesso, con il suo corpo.

Se vi è una preferenza esclusiva per il rosso indica una tendenza alla regressione infantile (desiderio di ritornare indietro nel tempo).

Il rifiuto del rosso anche per gli oggetti e gli elementi che hanno questo colore (ad es. labbra non rosse, tetti delle case incolori) denuncia una fuga dall’affettività.

 

Il colore verde (BarbaLalla) è il colore della determinazione e della perseveranza, della crescita intellettuale  e della relazione con gli altri. Con il verde cresce il processo creativo del bambino e la sua autoaffermazione in tutti i campi. Rappresenta un elemento positivo soprattutto se viene utilizzato con i colori dell’affettività (rosso ed arancione). Una preferenza esclusiva per il verde denota, invece, introversione e tendenza a chiudersi in se stesso.

 

Il colore giallo (BarbaZoo) rappresenta la selettività, la capacità di scegliere tra tutti gli elementi che la realtà ci offre. Se utilizzato unitamente ad altri colori, è indice di maturazione ed evoluzione, capacità di determinazione.

Se il giallo è il colore predominante, può indicare intolleranza ed estremismo. La perseveranza di Vincent van Gogh nell’uso del giallo denota la sua inquietudine.

 

Il colore arancione (BarboTTina) rappresenta la capacità di vivere fino in fondo le proprie scelte; è il colore dell'evoluzione. Una preferenza netta per l’arancione denota un bisogno di protagonismo e l’esigenza di emergere a tutti i costi.

 

Il colore rosa (BarbaPapà) rappresenta il desiderio di perfezione.

 

Il colore nero (BarbaMamma e BarbaBarba) non è un colore: è il buio, l’assenza di luce e di colore; è il simbolo dell'inattività. La sua presenza è sempre indice di situazioni particolari che il bambino vive. Esso denota repressione, immobilismo, inattività ma anche rinascita,creazione e creatività se associato il ciclo di vita.

 

Altri colori secondari associati ad altri personaggi dei fumetti sono:

L'azzurro rappresenta una tendenza ad andare oltre l’esperienza e di vivere al di fuori dei propri condizionamenti.

 

Il marrone, utilizzato con altri colori, rappresenta la gioia di vivere in modo gioioso un'esperienza che si sta vivendo. L'integrazione del marrone con gli altri colori esprime più direttamente questo modo di affrontare la vita. Se viene scelto in modo esclusivo, può indicare un rifiuto dell’ambiente e negativismo (rifiuto di considerazione verso le esigenze altrui).


Il bianco indica una pausa di fronte alle possibilità offerte dalla vita. Un eccesso di bianco può denotare un bisogno di fuggire da qualcosa. Il rifiuto del bianco rivela una paura dell’ignoto.

Il grigio rappresenta uno stato di tensione. E’ spesso utilizzato unitamene ad altri colori. utilizzato da solo, rappresenta una tensione conflittuale, oppure apatia e ansia.

 

Tutti i colori denotano taluni bisogni e caratteristiche psichiche, soprattutto se usati in modo atipico (il sole azzurro o l'albero rosso).

Un segnale positivo è il ricorso a molti colori, in modo che dal disegno emerga piacere e voglia di vivere.

Se avete procurato al bambino fogli, matite e molti colori e gli avete chiesto di disegnare liberamente, un disegno monocromatico può essere un campanello di allarme.

 

Il nostro punto di arrivo è pertanto comprendere che la luce e i colori, possono aiutarci a scoprire molti aspetti della nostra interiorità.

 

Il colore circonda e permea ogni cosa visibile e non visibile al nostro sguardo, la luce ed i colori in cui viviamo determinano in maniera importantissima, il nostro stato di benessere o di malessere e la nostra energia nell'affrontare la quotidianità.

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A presto Dr. Alloggio A. A.

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