Provocazione

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provocazioneIl mondo attuale necessita di un counselor. Titolo paradossale che entra nel cuore di un problema che va oltre un’indagine psicosociologica. La discussione sulla condivisione dei valori ci porta lontano, scende nei sottili meandri nascosti della cultura. A titolo esemplificativo appare facile a noi occidentali esprimerci nel senso dei diritti umani, della tutela delle minoranze, ma fino a quanto il valore della vita umana è estensibile ad altre culture? Il concetto di diritto della persona è alquanto esasperato da una parte tanto ne è soverchiato dall’altra. La donna costretta con la forza ad abortire al settimo mese in Cina o il massacro dei tibetani al di la di motivazioni politico/ideologiche riflette l’atteggiamento culturale imperante. Sparare sulla folla, donne e bambini compresi, come sta avvenendo in Siria, sarebbe impensabile nei paesi occidentali. Qui è più facile distruggere gli individui con la speculazione finanziaria, meno appariscente ma non di meno esecrabile.

La mente è un territorio ampiamente esplorato dalla scienza ma ciononostante rimane un luogo oscuro, in larga parte sconosciuto ed indefinito. Le innumerevoli teorie sul funzionamento mentale  sono ancora lontane da una visione unitaria  definendosi spesso  parziali per oggettive necessità di studio. Probabilmente non è possibile arrivare a comprendere totalmente ciò che muove ideazioni ed azioni. Più abbordabile la comprensione eziologica di alcuni comportamenti “disumani” che sovente hanno origine nella personale e familiare  biografia . Ma siamo sempre comunque nel campo delle supposizioni. Il perché il più delle volte rimane senza spiegazioni.

La cultura nasce dagli esseri umani e modificare una cultura è una faccenda che richiede centinaia di anni. Il rischio futuro è il rimescolare le varie culture determinando un’omogeneizzazione che potrebbe appiattire  le diversità, vero patrimonio umano. Il counselor del mondo dovrebbe lavorare sul genitore normativo quanto sull’io bambino per usare un termine transazionale. Sostituire la madre con una nazione porta inevitabilmente alla guerra. Non è un caso che le prime vittime di una guerra siano donne e bambini.

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