L’EFFICACIA della relazione e l’ASCOLTO... educativo


donna che_ascoltaLe MODALITÀ DI ASCOLTO possono essere classificate, ordinate ed elencate in vari modi, ad esempio: l’ascolto quotidiano tra persone, familiari, amici, colleghi di lavoro, per costruire e mantenere relazioni tra persone legate da vincoli ed interessate reciprocamente; l’ascolto solidale e umanitario, per comprendere in quale modo poter essere d’aiuto in situazioni di difficoltà di persone singole o gruppi; l’ascolto educativo, componente essenziale di una progettualità educativa, che mira ad offrire opportunità di crescita, (in riferimento agli adolescenti, ai giovani, ma anche agli adulti, agli anziani…); l’ascolto terapeutico, opportunità di sguardi diversi su di sé, di superamento di difficoltà psicologiche; l’ascolto sociale verso una pluralità di individui, per migliorare il funzionamento delle convivenze sociali (comunità sociali) e delle istituzioni che governano le comunità, ecc...

Un esempio che ho particolarmente gradito e che qui di seguito trascrivo, è la frase seguenteche  riassume  quattro modi di ascolto:

« Je vous ai ouï malgré moi, bien que je n’aie pas écouté à la porte, mais je n’ai pas compris ce que j’ai entendu. »

(Fonte - Michel Chion (1983). Guide des Objets Sonores. Eds. Buchet/Chastel, Paris).

 

La varietà di termini è essenziale per significare le diverse azioni sottese alla complessità dell’ascolto (quello “vero” e molto raramente messo in atto), nel vocabolario della lingua francese analogamente a quanto avviene nel vocabolario della lingua italiana.

Dunque nella lingua francese:

1.        Écouter [ascoltare], significa ascoltare qualcuno o qualcosa ; attraverso il suono che funge da intermediario, lo scopo è di identificare la fonte, l’evento, la causa, significa trattare il suono come indizio della fonte, dell’evento (quadrante concreto-oggettivo).

2.        Ouïr [sentire], è percepire con l’orecchio, essere colpito dai suoni, è il livello più bruto, più elementare della percezione. Si sente passivamente, si sentono cose che non si cerca né di ascoltare né di capire (concreto-soggettivo).

3.        Entendre [intendere], manifesta un’intenzione all’ascolto (écouter), cioè significa selezionare, in ciò che si sente, ciò che più interessa, al fine di operare un operazione di Qualificazione di ciò che si intende (astratto-soggettivo).

4.        Comprendre [comprendere], significa raggiungere un significato, dei valori, trattando il suono come un segno che rinvia a questo significato, in funzione di un linguaggio, di un codice (écoute sémantique. Astratto-oggettivo).

 

Tra le varie modalità di ascolto, credo che tutti ne possiamo convenire, esiste un punto in comune:

creare una situazione di ascolto attivo e di efficace interazione, disposta al cambiamento ed alla trasformazione della realtà, sia per chi ascolta sia chi è ascoltato.

È così che si possono rendere PIÙ efficaci comunicazione e relazioni.

Soffermandoci all’ascolto educativo, proprio nell’interazione dell’ascolto, di un ascolto cioè in cui ci si dispone attivamente ad osservare per raccogliere tutte le informazioni necessarie sulla situazione, esercitando anche il silenzio

il FORMATORE, il GENITORE, il COUNSELOR potrà PRENDERSI CURA della persona che ha di fronte

il DOCENTE condurre, guidare, verificare, progettare, personalizzare l’apprendimento per ciascun alunno (come recitano le finalità educative generali a cui i docenti sono chiamati: garantire a tutti e a ciascuno il massimo dell'apprendimento, sviluppandone le potenzialità nel rispetto delle caratteristiche personali).

 

Quando si parla di comunicazione, si pensa sempre che la cosa più importante sia sapersi esprimere, ma è sufficiente un eloquio corretto, preciso, persino dettagliato perché il nostro interlocutore comprenda il nostro messaggio?

Quando parliamo con qualcuno, riflettiamo abbastanza su come ciò che diciamo verrà de-codificato? “ci mettiamo nei panni dell’altro” , ci chiediamo se e come il  nostro interlocutore sarà in grado di de-codificare?

Secondo la PNL, la prima cosa da fare è spedire il messaggio... nella porta giusta...

i cinque sensi che sono le nostre finestre sul mondo, le nostre porte percettive spalancate sulla realtà esterna: la vista, l’udito, il tatto, il gusto e l’olfatto, le vie d’ingresso degli stimoli che riceviamo dal mondo esterno. Proprio quelle che mettono in grado ciascuno di noi di decodificare le informazioni provenienti dall’esterno e ci forniscono la materia per costruire o ricostruire le esperienze privilegiando un canale rispetto agli altri che dall’età di circa dodici anni rimarrà il nostro canale sensoriale dominante e darà forma al nostro “archivio preferito”.

 

Per rendere più efficace la comunicazione e stabilire una relazione autentica verso il cambiamento, soprattutto in ambito educativo e nella relazione d’aiuto, ci chiediamo:

 

è più importante sapersi esprimere o saper ascoltare?

 

E ora concediamoci un momento di bene-essere:

pensiamo a quel momento della nostra vita in cui ci siamo sentiti ben ascoltati (ci sarà pur accaduto qualche volta...una volta!?!)

 

Che cosa, in quella esperienza, ha dato qualità all’ascolto, alla nostra sensazione di bene-essere?

Quali cambiamenti ha favorito, agevolato, aiutato in noi?

 

 

 

ASCOLTO è... ASCOLTARE  e... ASCOLTARSI...

 

Cordialissimamente

Giancarla Mandozzi

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