VISSI... d'amore

Inviato da Nuccio Salis

cuore cervelloÈ ben nota, nell’ambito della comunicazione interpersonale, la formula che rappresenta la relazione inefficace e disturbata; si tratta del VISSI, che include gli atteggiamenti più comuni e più diffusi di fronte alle persone bisognose di ascolto, accoglienza e comprensione. Saper ascoltare il proprio prossimo non coincide, purtroppo, con l’espansione tecnologica degli strumenti sempre più sofisticati di comunicazione. Le risposte giudicanti, interpretative, l’atteggiamento indagatore, una certa propensione paternalistica al compatimento nonché l’inclinazione automatica nel fornire soluzioni ingenue, superficiali ed egocentriche; vanificano la possibilità di accogliere in modo efficace l’alterità accettandola e rispettandola in modo incondizionato.

Mi sono divertito così a provare un ribaltamento del senso della formula VISSI, ripensandola con iniziali confacenti ad atteggiamenti efficaci da investire nella relazione interpersonale, declinandola secondo connotazioni di vicinanza empatica.

Alla lettera V ho associato il Valore, nel senso del saper apprezzare l’unicità dell’altro, non soltanto in termini generali come soggetto portatore di dignità e diritti; ovvero non esclusivamente perché esiste un dovere etico e deontologico dell’ascolto, ma perché si aspetta di farsi incantare dalla irripetibilità idiomatica che caratterizza ciascun essere umano portatore di un’esperienza elaborata. Dentro tale attribuzione di valore c’è la gratuità del pensare l’altro come soggetto sempre degno di stima, portatore di una dimensione sana, propositiva e creativa da potenziare.

Alla seconda lettera, la I, ho legato l’Interesse, che non è di certo la morbosa curiosità di intrufolarsi e frugare nei meandri narrativi della vita altrui, ma di scoprire il proprio prossimo attraverso la sua storia, il suo Io esperienziale che racconta, che porta avanti le pagine in un continuo avvicendarsi di senso, di significati più o meno latenti da accogliere ed esplorare insieme al nostro interlocutore.

Ho associato una delle lettere S allo Stimolo, pensando a come sia necessario fornire motivazione, sollecitamento teso ad incoraggiare, a volte anche con una risposta eco, altre volte mediante modalità che possono risultare più direttive, e che in ogni caso sono utili a nutrire l’altro di possibili riflessioni aperte, di opzionalità alternative che mirano ad allargare lo spettro della propria visione e rappresentazione di se e della propria storia.

Alla quarta lettera ho ascritto la S di Scambio. Ho inteso mettere in evidenza questo importante aspetto caratterizzante la relazione fra individui, soprattutto in riferimento alla necessità di chiedere e ricevere feedback, allo scopo di controllare e monitorare il processo comunicativo. Fare domande dirette sia al chiarimento del contenuto che alla creazione di un buon clima sociale, per esempio “E’ chiaro questo aspetto?”, “Come percepisci quello che stiamo argomentando?”, “Cosa senti ora?”; possono essere tutti validi interventi per delucidare e collocare il tema nella sua giusta dimensione e in speciali modo riconducendo il confronto all’interno di una cornice di ascolto comprensivo che allenta le difese protettive e le barriere ostacolanti al dialogo.

Mi sono sentito di attribuire alla lettera I all’Ironia; quella che considero una delle qualità chiave per una buona riuscita sia in merito alla costruzione di un’atmosfera relazionale efficace che ad una possibile riformulazione percettivo-prospettica degli elementi strutturali del tema portato dal cliente. Naturalmente questa va saputa utilizzare e dosare laddove sia congruente, senza correre il rischio di minimizzare forzatamente la portata della questione legata alla richiesta di aiuto. Penso ad una ironia congruente in grado di stemperare un clima percepito come austero, e penso al tempo stesso ad una ironia legata alla sorella creatività, grazie alle quali si può auspicare e sollecitare l’ampliamento di un ventaglio di scelte possibili. Scelte che non solo sono determinate dall’estendere le nostre risorse fattuali e tangibili, ma che possono essere espanse ed applicate dal momento in cui decidiamo di aprire le braccia ed il cuore alla vita, con un insolito VISSI, proiettato nella dimensione riempitiva e salvifica dell’amore universale.

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