Counseling di coppia e mediazione familiare - 3


coppia_romanticaNei matrimoni disturbati troviamo una regressione della coppia ad un agire puramente emotivo del tema che sta all’origine del disturbo, dove tutte le energie vengono impegnate nello sblocco di questa tematica e la coppia rimane fissata e impantanata in una situazione paralizzante che ne impedisce l’evoluzione e lo sviluppo.

Blocco della fase orale: caratterizzata dal bisogno di nutrimento, non solo materiale ma anche emotivo. Margareth Mahler aveva teorizzato la frustrazione calibrata e progressiva nella tempestività del soddisfacimento del bisogno come uno strumento potente che poteva aiutare ed insegnare piccolo a stare nell’ambivalenza tra seno e mamma solamente buona (e io, piccolo, buono di conseguenza) e seno e mamma solamente cattiva (e io, piccolo,cattivo di conseguenza).

 

Il piccolo impara che la mamma, la stessa mamma, è insieme soddisfacente e frustrante, come soggetto buono e cattivo insieme. Ma se il poppante ha scelto una sola delle due polarità ed è rimasto agganciato ad un solo atteggiamento e la mamma, per esempio, è solo cattiva o solo buona, allora il problema che si genera può arrivare a manifestarsi nell’età adulta e tutte le esperienze saranno lette attraverso tale lente deformante. Il blocco così schematizzato è drastico, nella realtà della vita potremmo probabilmente parlare di prevalenza, di tendenza rispetto al tema se fidarsi o non fidarsi della mamma. Se la scelta prevalente è sulla polarità negativa allora assisteremo ad una presa di distanza dal partner perché tutto quello che viene dall’altro è cattivo, non è possibile alcuna soddisfazione mai, c’è una negazione del piacere che potrebbe venire dall’esterno. Un eventuale partner con lo stesso tipo di blocco potrebbe anche trovare accettabile questa situazione, anzi trovarla ideale per entrambi, in effetti potrebbe rappresentare il solo modo possibile di essere coppia. Vivere lontani fisicamente, parlare solo per telefono o per sms o e-mail, comunque parlare poco stando sempre molto attenti a difendersi. Il bisogno di accadimento che pure esiste in ciascuno di noi avrà così trovato la sua negazione totale, non verrà mai soddisfatto perché sapersi appoggiare, poterlo chiedere all’altro, è pericoloso, non è possibile; la persona sceglierà il partner ideale, quello che gli permetterà di realizzare una relazione siffatta. Se il blocco attiene alla polarità positiva, il seno e la mamma erano solamente buoni, e la mamma sapeva ciò che era giusto per me e preveniva ogni mio bisogno ancor prima che potessi esprimerlo, allora anche tutto quello che mi viene dall’altro è buono, e questo dolore, questa insoddisfazione che provo mentre l’altro mi invade è sbagliato. L’unica spiegazione è che io sono sbagliato e, di conseguenza, non esisto per me stesso ma solo come l’altro, che è buono e sa, vuole che io sia. Anche in questo caso lo spazio per i bisogni di indipendenza, di affermazione, non esiste, è negato. Almeno fino a quando questi non emergono con prepotenza dalla parte inconscia nella quale erano stati relegati e portano all’esplosione della relazione. Così come la mamma anche il partner migliore è quello “sufficientemente buono”.

Blocco della fase anale: tra il primo ed il terzo anno di vita il piccolo diventa capace di muoversi ed esplorare autonomamente, diventa sempre più forte il suo bisogno ed il piacere di andare e di decidere. Ma solo fino alla porta. E poi? Qualche piccolo esce, qualcuno torna dalla mamma e la simbiosi si ripristina. L’atteggiamento della mamma di fronte a questi tentativi di allontanamento determina e condiziona sicuramente la scelta del bambino, senza tuttavia renderlo meno libero di decidere cosa vuole per lui. Ancora adesso, da adulti, oscilliamo costantemente tra bisogno di autonomia e di dipendenza, e questa ambivalenza si esprime in tutte le polarizzazioni che caratterizzano tale fase: indipendenza e dipendenza, dominio e sottomissione, attività e passività, e sappiamo davvero scegliere solo se abbiamo a suo tempo imparato a farlo. Tutti, proprio tutti, sentiamo di avere una leggera prevalenza che corrisponde alla scelta originaria fatta dal piccolo che eravamo, la scelta di appoggio con la conseguente negazione dell’aggressività, o la scelta di dominanza, attraverso la quale ci siamo identificati con la parte del genitore affettivo oppure persecutore. Il blocco in fase anale determina la scelta di un partner particolare, quello dal quale farsi accudire e dominare nel caso in cui si sia negata la propria parte aggressiva, quello sul quale essere dominatori secondo due modalità differenti, scegliendo cioè di farlo in modo affettivo o in modo persecutore a seconda dell’identificazione col genitore corrispondente.

Il dominatore di tipo affettivo sceglierà un partner tendenzialmente debole e negherà così i suoi propri bisogni dì appoggio ed accudimento, mentre l’altro vedrà negato il suo bisogno di dominare mentre tutto gli è dato e garantito. Il dominatore di tipo persecutore sceglierà un partner sottomesso dando vita ad una relazione di tipo sadico-masochistico. E’ anche possibile, naturalmente, che all’innamoramento non corrisponda sempre la soddisfazione delle polarità e dei bisogni ora descritti. L’evoluzione possibile è duplice: o la coppia non è una vera coppia e si lascia quasi subito, oppure i partner rimangono insieme ma solo per perseguitarsi vicendevolmente. Per esempio due dominanti si incontrano e si mettono insieme per stare nel conflitto, perseguendo una scelta di distanza.

Blocco della Fase Edipica: in questa fase compare il genitore di sesso opposto e anche qui al bambino si propongono due tipi di scelta: desiderio e paura, desiderio di seduzione del genitore di sesso contrario e paura della punizione e della vendetta del genitore dello stesso sesso. Se immaginiamo queste due alternative bloccate si aprono diversi scenari, a seconda che nella vita capiti di incontrare un partner emotivamente percepito uguale o diverso dal genitore di sesso contrario. Scelgo di realizzare il mio desiderio e trovo…proprio mamma! E’ identica, è lei, ed infatti è una donna sposata (ho trovato anche papà, che bravo sono stato) oppure è una donna infedele, desiderata da molti uomini perché è appariscente e traditrice, così mi piace e mi stimola sempre. Il correlato è la mia gelosia e la possibilità di far fuori, realmente o in fantasia se questo non c’è, il partner, il terzo, in modo da procurarmi la concorrenza col padre cattivo e proteggermi dalla paura che mi possa far fuori. Con quale tipo di compagno/compagna andrò a colludere in questa fase edipica rediviva? Naturalmente con una che sia nella stessa mia scelta di seduzione del genitore di sesso opposto ma che sulla sua strada abbia incontrato un partner diverso dal genitore desiderato partner che quindi non può mai andare bene davvero e che per questo può e deve essere tradito. Lei mi tradirà ed io sarò continuamente confermato nella mia gelosia. Scelgo invece di difendermi dal rischio di incesto e quindi, se mia moglie, quella che ho incontrato, è proprio uguale a mia madre, allora davvero non posso fare l’amore con lei perché ho troppa paura e reticenza. E la tradirò. Con chi mi incontrerò per dare corpo a questa mia fantasia di collusione edipica? Con qualcuno che condivide la mia scelta di paura e si è accoppiato con un partner diverso dal suo genitore di sesso opposto, genitore perfetto e idealizzato per poterlo replicare, ha fatto una scelta anoggettuale, ha scelto un niente dal quale può naturalmente accettare il tradimento. Io la tradirò e lei potrà accettare che io lo faccia.

Blocco della fase di latenza: è tipica del periodo di intervallo, di quiete, che intercorre tra la fine della fase edipica e l’inizio dell’adolescenza. La sessualità è latente ma non assente e tale periodo coincide con l’apertura del ragazzino verso l’esterno, con la fase di socializzazione ed apprendimento delle regole dello stare nel mondo a contatto con gli altri, Inizia anche il confronto con le figure potenti, gli insegnanti, gli allenatori, gli amici più grandi, ed inizia la tensione a volersi mostrare e a voler essere meglio di quel che si è, in un confronto continuo tra il sé reale e quello idealizzato. Inizia la costruzione del mito di sé che è naturalmente ben diverso da come sono i genitori, troppo limitati per rappresentare un modello; il mito, al contrario, è perfetto ed il ragazzo vi si può identificare. La scelta che qui si pone è tra l’immedesimazione nel proprio ideale di sé e, viceversa, la rinuncia alla lotta per il successo, perché intanto non sarà mai possibile realizzare il mito, è irraggiungibile. Nel primo caso l’adulto, bloccato nella fase di onnipotenza, tenderà a colludere con un partner dotato di bassa autostima che lo farà sentire davvero mitico, anche quando tutto il resto del mondo lo prende costantemente a schiaffi. Il narcisismo è di entrambi, progressivo il primo e regressivo il secondo. Nella scelta di svalutazione di sé il partner ideale di collusione è quello che mostra chiare tendenze narcisistiche, per poterlo ammirare e vivere della sua luce benignamente riflessa, ben consapevole che “io non sarò mai come lui/lei”. La prevalenza di una forma o dell’altra è anche conseguenza della modalità di superamento o fissazione nelle fasi precedenti che il piccolo ha sperimentato, del suo bagaglio di esperienza relazionale con i genitori e col resto del mondo.
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