Giorni di scuola Pagine di diario di chi ci crede ancora” il nuovo libro di Tullio De Mauro e Dario

Inviato da Liana Gerbi

da http://www.giornalemetropolitano.it/cultura/%E2%80%9Cgiorni-di-scuola-pagine-di-diario-di-chi-ci-crede-ancora%E2%80%9D-il-nuovo-libro-di-tullio-de-mauro-e-dario-ianes/ 

 

Gli insegnanti? Chi più chi meno dei fannulloni, dei frustrati, burocrati demotivati a tanto il mese: macchiette incapaci di relazionarsi agli alunni, di dialogare coi genitori, di coordinarsi tra di loro.

Il risultato? Un’inquietante e crescente emergenza educativa, certificata da risultati didattici scadenti, che relegano i nostri alunni a una condizione di devastante ignoranza.

Questo il quadro fallimentare della scuola italiana secondo i media e secondo certo cinema, pronto a scimmiottare (e più spesso anticipare) il coro dei politici che vedono nella cultura e nell’istruzione un costo, anziché una risorsa indispensabile per il futuro dei nostri figli.

Eppure la scuola italiana è ben diversa da come viene rappresentata. Quanto siano infondati e mendaci i luoghi comuni catastrofistici, lo rivela questo libro, che raccoglie le testimonianze di alcuni dei tanti (tantissimi) docenti che si spendono con impagabile zelo nel proprio lavoro.

«Giorni di scuola. Pagine di diario di chi ci crede ancora» è un agile volumetto, a metà tra il saggio e la narrativa, scritto da diciassette insegnanti e due dirigenti dei quattro ordini di scuola, dall’Infanzia alla Superiore. Illuminati, preparati, entusiasti, essi sono ben consapevoli dell’importanza e della delicatezza del proprio ruolo. Sanno che un loro errore può avere ricadute esiziali sulla pelle dei loro alunni. Riconoscono l’importanza di una relazione empatica sin dal primo impatto con la classe. Mettono in gioco la propria credibilità in ogni gesto che compiono e in ogni parola che pronunziano. Sono consapevoli che l’insegnamento è fatto non solo di conoscenze, ma soprattutto di passione, motivazione, creatività, rapporto umano. Ha scritto Umberto Galimberti: «I professori non hanno di fronte una “classe”, ma tante facce diverse da guardare davvero in faccia, a una a una, senza nascondersi dietro la scusa che non si è psicologi, perché non si è neppure uomini se non ci si accorge della sofferenza di un uomo».

Questi docenti lavorano con entusiasmo tra i banchi, preparano a casa le lezioni con cura, passano ore e ore su Internet a cercare materiali per rendere piacevole ed efficace l’apprendimento. Si mettono in discussione seguendo corsi d’aggiornamento (e non solo) a gogò, senza essere remunerati un centesimo in più. Sanno che gli alunni vanno sferzati ma anche incoraggiati e sostenuti, sempre valorizzati, perché ognuno di essi ha dei talenti d’oro, che attendono solo di uscire allo scoperto.

Il bravo insegnante è colui che non dà le risposte, ma pone le domande giuste, operando così che gli alunni si costruiscano le conoscenze in modo autonomo e attraverso il lavoro cooperativo. Alessandra, insegnante alla scuola dell’Infanzia, prova ancora l’agitazione “della prima volta” ad ogni inizio d’anno scolastico, e riesce a far sentire indispensabile ciascun alunno per il suo contributo, tanto più se disagiato o straniero; Maria lavora per costruire «una scuola più saggia che sapiente, che non vuole insegnare tutto, troppo, ma vuole “semplicemente” insegnare a pensare»; Beatrice ha compreso che strumenti accattivanti come la LIM (lavagna interattiva multimediale) possono creare occasioni di apprendimento capaci di coinvolgere sia gli alunni più vivaci intellettualmente, sia quelli che si sentono tagliati fuori dal gruppo. E c’è addirittura chi, come Luigi, ha sempre considerato la docenza «un impagabile privilegio», persino «pagato».

«In questo momento della notte – ha scritto nella postfazione Dario Ianes, curatore del libro insieme all’ex ministro dell’Istruzione Tullio De Mauro – chi ci crede ancora si porta il suo lavoro anche dentro il bagno di casa, certo come molte altre professioni, ma il suo “lavoro” gli appare con un volto, un nome. Con questo testo abbiamo voluto mandare un segno di stima, di apprezzamento, di riconoscimento, di incoraggiamento: un messaggio di fiducia. Abbiamo voluto dare una voce alla foresta che cresce, che normalmente fa meno rumore dell’albero che cade».

Un libro per docenti in cerca di ulteriori stimoli, e per tutti gli altri che vogliano riflettere su quanto complesso sia, oggi più di ieri, lavorare nella scuola.

GIORNI DI SCUOLA. Pagine di diario di chi ci crede ancora

a cura di Tullio De Mauro e Dario Ianes

Erickson, Trento 2011, pp. 144, euro 15

Vincenzo Sardelli 

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