INFANTILIZZARE GLI ADULTI. Strategie di controllo e dominio collettivo

Inviato da Nuccio Salis

"IL conformismo passivo è una devianza, ancora più difficile e complessa da affrontare e recuperare delle altre, perché essendo una forma di adattamento acritico alla realtà, si rivela più tenace e sottilmente ancorato alle abitudini di cui è intriso il tessuto quotidiano del vivere" (Giovanni Bollea - neuropsichiatra dell'età evolutiva) Secondo le leggi dello sviluppo, è risaputo che i bambini, durante le fasi che delineano il senso morale, attraversano un passaggio cruciale che segna la transizione verso lo stadio della morale autonoma, ovvero quella dimensione dentro la quale il bambino comincia a riflettere da sé sulla giustezza delle proprie ed altrui convinzioni. Avviene all'incirca a ridosso o poco dopo gli 8 anni, età in cui aumentano nel bambino le abilità di relazione e cooperazione, e gli interessi per come funzionano le cose. È un momento prezioso per sviluppare idee proprie ed una personale visione di mondo. Lo stadio precedente, invece, coincide con la naturale predisposizione da parte del bambino di considerare la validità delle norme erogate dagli adulti, soltanto in riferimento al livello di autorità degli stessi, e solo per il timore delle conseguenze in caso di trasgressione. Questa condizione caratterizza la morale eteronoma, ovvero la dipendenza del proprio comportamento all'autorità che guida ed emana precetti e prescrizioni. La rigidità con cui sono applicate e misurate tali indicazioni non ammettono discussione. Il bambino ottiene così il vantaggio di scambiare la sua obbedienza con la sicurezza e la protezione fornitagli da chi si occupa di lui. L'assenza di un personale e complesso ragionamento morale segue la naturale propensione egocentrica che caratterizza il globale sistema di sviluppo del bambino. Infatti, poiché il bambino contempla la giustezza e la validità su solo ciò che gli è stato insegnato, non può ammettere altre impostazioni alternative nei confronti della regola introiettata. Vi sono eclatanti analogie con la condizione di moltissimi adulti evidentemente rimasti cognitivamente ad un'età mentale inferiore agli 8 anni, su questo punto. Adulti che obbediscono per partito preso, privi di capacità di analisi critica dei fatti. Come il bambino che dice "è vero perché lo ha detto la mamma", per l'adulto è vero perché "l'ha detto il telegiornale". Come il bambino, egli attribuisce autorevolezza e affidabilità verso chi non potrebbe rivalutare sotto una nuova cornice, poiché la frattura affettiva, la delusione e il senso di abbandono che ne deriverebbero, getterebbero l'adulto nell'angoscia e nella disfatta. Perciò, il bambino protegge e conserva la relazione che gli da sicurezza e stabilità, esattamente come fa l'adulto nel difendere l'autorità che gli garantisce la permanenza nella zona di comfort, ed alla quale può delegare la fatica del pensare e dell'assumersi responsabilità individuali, non percependosi come sufficentemente capace o abbastanza maturo. Chi sceneggia e poi dirige la narrazione sociale, conosce molto a fondo tali meccanismi, e li sfrutta a proprio vantaggio. Non per caso, la prima regola della manipolazione di massa declama "tratta il pubblico come se fosse costituito da bambini di 12 anni". Infantilizzare il pubblico col terrore e gli spauracchi, generando insicurezze, incertezze, panico, nemici, fobie, è la strategia ricorrente del potere politico, perché sa che questo è il modo per dirigere le folle dove si vuole, come un bestiame da sfruttare e da condurre dove più aggrada a chi siede nella sala comandi. Per questa ragione sentiamo certi governanti in palese malafede, dire "o fai come ti diciamo noi o muori!", violando così ogni logica e ogni residuo di onestà intellettuale, inviando minacce implicite e di fatto rivolgendosi come a dei bambini piccoli. Lasciando la massa nella morale di tipo eteronomo, infatti, permette di perpetuare quello status di inconsapevolezza e di immaturità cognitiva diffusa, funzionale a giustificare ogni forma di vessazione e restrizione conosciuta. dott. Nuccio Salis - pedagogista clinico, counselor, formatore ©️ diritti riservati Common Law UCC 1- 308
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