CREATIVITÀ E LEGGE DELLA VITA:un modello combinato per comprendere il fenomeno

Inviato da Nuccio Salis

IL mistero della creatività è un tema che ha da sempre sollecitato numerosi studi e riflessioni presso tutti coloro che si sono interessati al fenomeno in questione. Le diverse sfaccettature dell’oggetto di ricerca e delle varie implicazioni pratiche e dialettiche che è in grado di suscitare, hanno visto ed ancora oggi vedono impegnarsi i vari osservatori a trovare spiegazioni, risposte e descrizioni che possano delineare in modo esaustivo in cosa consista la creatività.

Diversi indirizzi e prospettive di studio hanno configurato nel tempo una certa varietà e moltitudine di ipotesi e piste di ricerca, dirette al tentativo di validare i criteri di identità che permetterebbero di riconoscere i processi creativi. Un discreto e imprecisato numero di autori misura il grado di interesse che coinvolge tutte quelle personalità che da ogni campo disciplinare orientano la loro attenzione nel tentativo di comprendere il fenomeno creatività ed evincerne aspetti ed elementi cardine che possano qualificare con precisione ed esattezza l’argomento affrontato. Pur nella variegata costellazione di impostazioni di studio, traiettorie di indagine, linguaggi adoperati, risultati e conclusioni provenienti dal mondo della ricerca, esiste una generale convergenza nel giungere a riconoscere la creatività come un potenziale ri-generatore che promuove la novità e la trasformazione, sostituendo ciò che è noto e conosciuto con ciò che è frutto di scoperta e sperimentazione attiva, a partire anche dalle condizioni già famigliari, per poter comunque approdare a inediti sistemi di ragionamento e di visioni della realtà non dapprima contemplate. La creatività, in buona sintesi, sarebbe una risorsa importante per stimolare l’attitudine alla ricerca, alla scoperta, all’accettazione sulla eventualità di applicarsi verso nuove pratiche, quindi per dirigersi al superamento di routine e schemi abitudinari denotati dal meccanicismo e dalla ripetizione. La mente creativa, a questo punto, sarebbe caratterizzata dalla capacità di attivare processi consapevoli di problem-solving, guidati dalla ricerca di azioni rivolte al cambiamento. La promozione di tali percorsi e procedure, di fatto si associano ad un proprio modo di essere, e quindi questo espande gli itinerari di ricerca sull’oggetto di studio esaminato, dal momento che l’abitudine ad interagire con la realtà in modalità creativa riflette, condiziona e modifica anche la forma del Sè, congiungendo l’area del saper fare a quella del saper essere. In questo senso la creatività rappresenta anche un vissuto personale, e la sua manifestazione esteriore si coniuga con il prodotto interiore legato ai processi emotividel sentire e delle rappresentazioni sul mondo. È questa combinazione complessa ed interdipendente che dovrebbe costituire la chiave di lettura per analizzare con profondità ed efficacia un tema complesso quale quello della creatività. Nell’ambito degli studi più aggiornati ed accurati sull’argomento, questa prospettiva di studio è diffusamente accettata dalla moltitudine degli indirizzi di ricerca. A metà degli anni Novanta, per esempio, lo psicologo Frank Williams, studioso del pensiero divergente e ideatore di un test che si propone di misurare l’ampiezza dello stesso, riconobbe nella struttura creativa l’interconnessione fra due dimensioni: quellacognitiva e quella emozionale, identificando all’interno di ciascuna di esse dei sottosistemi rappresentati dalle principali variabili responsabili dell’espressione creativa. Lo schema figurativo di Williams include complessivamente 8 fattori della creatività, che sono indicativi circa i requisiti immancabili e indispensabili mediante i quali può essere riconosciuta l’espressione creativa. I primi 4, facenti parte dell’area cognitiva, sono stati elencati come: fluidità, flessibilità, originalità, elaborazione. Attraverso questi 4 aspetti, il pensiero creativo può manifestarsi come una dote in grado di costruire idee in modo spedito e lineare, confrontarle con uno spettro considerevole di opzioni e di possibilità, di provvedere asperimentare, provare, vagliare ipotesi e probabilità, generare percorsi di ricerca. Questo influisce sulla formazione e il consolidamento di un abito mentale maggiormente proiettato alla soluzione, all’ottimismo costruttivo, alla pianificazione e alla concretezza dei risultati. I restanti 4 fattori, facenti parte dell’area emotiva, sono: disponibilità, complessità, curiosità, immaginazione. Per attivare un problem-solving creativo è necessario che vi sia dunque anche un giusto atteggiamento verso il problema, ed un approccio corredato da un approccio curioso verso la vita. Chi non è curioso non può essere creativo. Le principali scoperte scientifiche e le invenzioni tecnologiche provengono essenzialmente dall’abitudine a farsi domande, a sperimentare e verificare da sé, ad applicare il pensiero critico, a divertirsi nel vedere il mondo sottosopra, a rovesciare il già noto e il già fatto, ad impiegare risorse cognitive ed emozionali verso alternative immagini di mondo, revisionando, rifacendo, smontando e ri-montando, in quel continuo processo trasformativo che dopotutto è il principio della continuità della vita stessa, incessante e perenne dinamismo della causalità fra ordine e caos. Si tratta di comprendere che si parla di una sequenza innescata sulla reciprocità fra de-struire e co-struire, quindi su un modello dove disfacimento e rifacimento perdonoperfino le loro riconoscibili coordinate, poiché non è più dato risalire, all’interno di questo processo, a una chiara distinzione fra punto di inizio e punto di arrivo. Così si palesa allo stesso modo la processualità legata ai meccanismi del sentire creativo, che appunto non è riferibile esclusivamente a una modalità del pensiero, poiché sarebbe riduttivo focalizzarlo limitatamente con questi termini. La creatività è essa stessa una esperienza totale, una manifestazione della stessa leggedella vita, della quale va a rappresentarne, di fatto, il sottile rispecchiamento, osservabile proprio nel processo creativo. È questa qualità profondamente fascinosa quanto misterica, a legittimare la considerevole mole di studi, teorie ed interessi che stanno sempre più arricchendo il dibattito e le descrizioni su questo attraente oggetto di studio che a quanto pare, pur a fronte di tante cose che sono state svelate, non smette ancora oggi di sorprenderci. dott. Nuccio Salis (pedagogista clinico, counselor socioeducativo, formatore analitico-transazionale) ©️ diritti riservati UCC 1 -308

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