Il rispetto delle emozioni


Emozioni di fuoco - Emozioni d'autore in quel dell'Islanda. Ecco che il fotografo di Cambridge James Appleton ha catturato un fenomeno davvero raro!

 

E’ veramente difficile esprimere ciò che si prova in modo empatico nella relazione d’aiuto col cliente. Egli/Ella porta nella seduta e nella relazione temi, emozioni e sentimenti che mi toccano nel profondo e che toccano fasi e momenti della mia vita. Sempre rinnovo la sensazione di quanto sia “sacro”, degno di rispetto e accettazione quanto, spesso con tanta difficoltà, viene condiviso dall’individuo.

 

Durante uno dei primi incontri, la cliente esprime in tutta la sua autenticità il suo senso di dolore e delusione per ciò che sta vivendo nel suo rapporto affettivo. Insieme a lei, riformulo parti della sua condivisione: “Il mio compagno ed io siamo insieme da alcuni anni. Alcune persone che fanno parte della sua vita, a priori non hanno mai voluto conoscermi, hanno sempre rifiutato ogni incontro o possibilità di dialogo con me. Dopo circa un anno dall’inizio del nostro rapporto, dato che lui fingeva come se questo fatto non esistesse, gliene ho parlato.

Per me questa esperienza rappresenta la negazione a priori del mio essere persona, della mia individualità, ancor di più perché ero entrata in quel rapporto con il cuore e l’anima aperti alle persone che sapevo di far parte della vita del mio compagno. Per me era naturale che ci fossero possibilità di incontro e opportunità di arricchire relazioni umane ed affettive.

La mia continua esclusione in determinate circostanze, la mia negazione sono sempre stati smentiti da lui, dicendomi che non era vero quello che provavo e provo (!), che queste persone non hanno nulla contro di me, ha generato di continuo discussioni e malcontento tra noi. Durante una lite recente gli ho chiesto perché evita sempre l’argomento, non mi dice mai nulla di loro, come se non esistessero. Mi sento sempre più esclusa, nei fatti, nelle parole…negata da lui. Al mio chiedere al riguardo lui risponde «Cosa ti interessa? Sono fatti che non ti riguardano”. Si erge un muro sempre più alto e invalicabile. Io ribadisco il mio dolore, ciò che provo e lui ribatte affermando che è logico che non vogliano conoscere una persona come me... Il rifiuto è una mia colpa! Mi sento uccisa dentro, per me questa è violenza psicologica…”.

Sono commossa e in autenticità condivido alla cliente quanto il suo racconto sia per me stato intenso di emozioni. Vuole uscire da questa situazione e siamo entrambe consapevoli che ci sarà tanto lavoro da fare nei nostri incontri per giungere, nella fiducia e nell’alleanza terapeutica ad attingere a quelle risorse che la cliente ha già in se per gestire e giungere alla soluzione di questa situazione in modo personale.

Risuona dentro di me una voce…”Ti accompagno nel tuo viaggio, ti sono vicina” e il nostro cammino inizia.

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