genitori..."elicottero"


genitori elicottero

genitori..."elicottero"

 

            Che il ruolo di genitore sia complesso, difficile, delicato, denso di responsabilità, mutevole, difficilmente gestibile, oggi più ancora che nel passato, è realtà ben nota e condivisa.

Ciò che, tuttavia, definirei "la" inquietante peculiarità del ruolo di genitore è la quasi totale incontrollabilità dei possibili danni collaterali conseguenti a gesti e comportamenti del genitore, in totale buona fede e con le più nobili intenzioni. Ogni genitore ne è intimamente ben consapevole e in ogni momento della relazione con il figlio vive la trepidazione di come quello che sta dicendo, il tono delle sue parole, il suo comportamento verrà recepito dal figlio; una ansiosa situazione, questa, che non diminuisce neppure quando si sta vivendo un momento di pace e tranquillità idilliaca, neppure in quei rari momenti in cui il figlio ha cercato il genitore per confidargli una sua gioia, o aprirgli il suo animo. Neppure in quel momento il genitore va libero da ansie: è commosso, persino travolto dalla gratitudine, dalla gioia di vivere quel momento che sa raro, ma è anche pienamente consapevole che sta camminando come un funambolo sulla corda a trenta metri dal suolo e può bastare un nonnulla, dal sopracciglio inarcato al momento sbagliato, alla parola inappropriata, ad un sospiro di troppo per rompere l'incantesimo.

 

Già, perché per quanto un genitore oggi cerchi di fare per comprendere l'animo, i desideri e i bisogni profondi del figlio, sente di non riuscirci, gli sfuggono elementi fondamentali e la relazione dunque non è in realtà controllata dall'adulto, la relazione procede come un evento magico/ignoto/eterocomandato.

Ricette che assicurano esiti positivi senza controindicazioni, si sa, non esistono e ad ogni giorno, in ogni situazione quotidiana che si ripete simile ad altre precedenti e tuttavia mai uguale, ciascun genitore prova l'ebbrezza del rischio, alla ricerca di un equilibrio possibile ora, in quel momento e precario certamente, tra missione educativa e accettazione, tra slancio affettivo istintivo e naturale verso il figlio e l'adempimento del ruolo. Qualche specialista, talvolta, prova a darci conforto sostenendo che non siamo poi, noi genitori gli unici responsabili della crescita dei nostri figli e che, in fondo, solo il nostro narcisismo può seriamente danneggiarli, cioè il volere essere noi il centro dell'interesse e agire per noi stessi piuttosto che per il bene del figlio.

            Forse è proprio così, ma intanto l'ansia e le preoccupazioni dei genitori in questa società sono aumentate a dismisura e hanno creato, grazie ad una puntuale ed enfatica insistenza mediatica, una diffusa modalità per placare l'ansia:  controllare a vista il figlio, ovunque vada, a maggior ragione se adolescente e munito di cellulare. Una "soluzione" più apparente che efficace, come possiamo comprendere dalle poche righe riportate qui di seguito.

Per questi, tanti, genitori che controllano il figlio, è stata coniata la definizione di genitori elicottero.*

            Nei Paesi anglofoni l'espressione colloquiale helicopter parenting viene utilizzata oramai da decenni per descrivere quei genitori che ronzano perennemente sopra la testa e la vita dei propri figli,  papà e mamme che, proprio come gli elicotteri, pattugliano i loro figli dall'alto, senza mai perderli di vista, cercando di provvedere ai loro bisogni  spesso ancor prima che si presentino. Una sorta di iper-presenza non solo fisica ma anche psicologica, che, avvisano gli esperti, rischia di produrre più danni che benefici.

 

            Una brava mamma, oggi, è impegnata in una costante stimolazione delle potenzialità cognitive e intellettuali del proprio figlio: lo iscrive e segue da vicino in un numero impressionante di attività extra scolastiche, legge tutta la letteratura che esiste sulle migliori strategie educative, fa perfino volontariato a scuola

Un'ansia che si riverbera anche su tutti coloro che mettono in pratica un'educazione diversa, per esempio i migranti o molti genitori backgroundsocio economico medio-basso.

Le cose non sembrano molto diverse per i padri, che come ci racconta Maurizio Quilici nell' articolo sull' alienazione parentale, rivendicano l'accesso a spazi tradizionalmente riservati alle donne: papà affettuosi, che non hanno paura di mostrare i propri sentimenti e desiderosi di essere presenti in tutti gli aspetti della vita dei figli.

La vita dei genitori elicottero  è estremamente faticosa. Sono padri e madri ansiosi, consunti dall'essere costantemente in prima linea, senza tregua.

Il tema è stato particolarmente approfondito da Frank Furedi, autore di Paranoid Parenting, diventato un punto di riferimento per chi si occupa di paternità e maternità oggi. La tesi del sociologo inglese è che la società contemporanea ha sviluppato un'ideologia schizofrenica sul ruolo e sulle responsabilità sociali dei genitori: da una parte il loro istinto naturale è esautorato dal sapere tecnico di esperti. Dall'altra i genitori vengono costantemente informati dall' opinione pubblica che il loro modo di educare non è solo importante, ma addirittura determinante in ogni dimensione della vita dei futuri cittadini.

Il rischio, sottolinea Furedi, è che diventi egemonico un certo "determinismo educativo", ovvero la tendenza a considerare tutti i problemi della società come il

risultato di una cattiva genitorialità, trascurando le responsabilità politiche e collettive del disagio sociale. Ma i danni non sono solo sociali. Molte le conseguenze psicologiche preoccupanti di una genitorialità intensiva, sia per i genitori che per i figli.

Mamme e mammi chioccia, come ha sottolineato Massimo Recalcati in Cosa resta del Padre  , rischiano di allevare ragazzi ansiosi e incapaci di accettare qualsiasi principio di autorità e dunque qualsiasi futura assunzione di responsabilità.

La giovinezza dovrebbe essere l'epoca in cui il fallimento è consentito: non c'è formazione senza fallimento.

*LA RICERCA, maggio 2013 anno 2 - N.3 Nuova Serie, Loescher, Francesca Nicola,Università Bicocca, Milano, L'invasione dei genitori elicottero

 

Cordialissimamente,

Giancarla Mandozzi

 

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