Le cinque tappe della Riprogrammazione Esistenziale


Le fasi del counseling della riprogrammazioneIl Counseling della riprogrammazione esistenziale utilizza un modello operativo che sia articola su cinque principali tappe che, sebbene concettualmente consequenziali, nel corso della pratica possono presentare un andamento a feedback fino al raggiungimento dell’obiettivo stesso della consulenza. Le cinque tappe sono:
  • Indagine
  • Obiettivo
  • De Programmazione
  • Nuovo programma
  • Risorse

Tappa 1 – Indagine
Obiettivo dell’indagine è quello di determinare il programma operate fonte del disagio esistenziale denunciato dal Cliente. A partire dall’assunto ciò che mi accade è ciò che io sono il Counselor in questa fase cerca di determinare il programma origine e causa del disagio. Attraverso una accurata fase investigativa, caratterizzata da un ascolto attivo ed un modello comunicativo empatico, atta a delineare i contorni comportamentali, emotivi ed esistenziali del Cliente, il Counselor tenta di comprende se il problema si colloca nell’ambito:
  • Degli obiettivi: la struttura propria del Cliente è congrua con le scelte professionali ed esistenziali dell’individuo?
  • Della strategia: le capacità di problem solving esistenziale dell’individuo sono tali da districare la matassa delle sue emozioni?
  • Delle risorse e dell’energia: le motivazioni al cambiamento dell’individuo sono da supporto al superamento del disagio?
A supporto dell’ indagine le tecniche che il Counselor può utilizzare sono:
  • Esaminare i linguaggi usati: parole e frasi ripetute, intercalari caratteristici, contesti, sentenze etc.
  • Evidenziare le connessioni degli eventi: spesso situazioni di disagio si presentano in più dimensioni esistenziali del Cliente
  • Analizzare specifici sogni narrati dal Cliente
  • Ascolto della storia del Cliente narrata dallo stesso in terza persona
  • Determinazione della filosofia di vita del Cliente e delle eventuali credenze da esso espresse
Integrando gli elementi raccolti nell’ambito della mappa esistenziale dell’individuo il Counselor è in grado di determinare quella che è il programma operate e fonte del disagio denunciato dal Cliente.

Tappa 2 - Obiettivo

Determinato il programma operante e condiviso lo stesso con il Cliente. Il Counselor, in accordo con il codice deontologico propria dell’ordine dei Counselor, definisce con il Cliente:
  •  l’obiettivo – ed eventualmente la prassi utilizzata per il raggiungimento dell’obiettivo della consulenza con il Cliente
  •  il contratto; tempi e modalità di pagamento
Tappa 3 – De Programmazione
A partire dall’assioma non c’è evoluzione senza cambiamento strategico il Counselor affronta la terza tappa con l’obiettivo di destrutturare e de programmare il programma operante origine del disagio ovvero, scollegare – anche a livello sinaptico - tutte le correlazioni che insieme determinano il fallimento e più in generale il disagio del Cliente.
E’ questa una delle fasi più “critiche” della consulenza, la fase nella quale emergono le resistenze del Cliente, il suo disorientamento ed il Counselor può fare esperienza del transfert del Cliente (e del proprio contro transfert).

Come detto, compito del Counselor, in questa fase, è quello di de programmare e disaggregare le relazioni emozionali e mentali del Cliente e, conseguentemente, del programma operante. Sulla base della tipologia del problema individuato, ciò può essere realizzato attraverso una:
  • De programmazione Energetica - Generando disgusto ovvero, esasperando la condizione di disagio del Cliente così da creare il vuoto necessario per creare la nuova strategia propria della fase di creazione del nuovo programma oppure eliminando la sensazione di piacere prodotto dagli effetti del programma operante.
  • De programmazione mentale - Confutando le credenze del Cliente
  • De programmazione spirituale – generando non senso ovvero facendo percepire quanto le azioni dannose operate dal Cliente siano una manifestazione di NON amore verso se stessi
A supporto degli obiettivi detti il Counselor può avvalersi del paradosso, del role playing, humor verso le situazioni. La fase di de programmazione nell’ambito della consulenza assume un ruolo fondamentale in quanto prepara anche in termini neurologici il Cliente ad affrontare la fase successiva ovvero quella del determinazione del Nuovo programma.

Tappa 4 – 5: Nuovo Programma e Risorse

Obiettivo della quarta tappa è quello di generare nuove correlazioni sinaptiche in grado di introdurre un nuovo programma – istruzioni comprese – che sia funzionale al superamento del disagio ed alla fioritura del Cliente. Il Counselor conscio che non esiste cambiamento senza che lo stesso sia significativo opera in modo da immettere quote d’amore attivo ovvero operando empaticamente tenta di ribaltare le procedure del vecchio programma, entrare in sintonia profonda con il Cliente ed offrendo - se necessario – un aiuto concreto al Cliente stesso (supplenza).

La fase del nuovo programma si fonde in parte con la fase successiva delle risorse. L’azione del Counselor infatti è tesa a fare in modo che il nuovo programma ed in generale la soluzione del problema sia principalmente frutto di un parto del Cliente. Attraverso il ricorso alle tecniche di problem solving, Il Counselor stimola la creatività del Cliente e quest’ultimo lentamente inizia dal di dentro a sviluppare dapprima un progetto di cambiamento e successivamente la soluzione. Grazie all’azione del progettare il cliente inizia a percorrere mentalmente sentieri inesplorati fino a trovare in modo autonomo la soluzione spesso manifesta attraverso una vera e propria illuminazione.

Particolarmente utile a tale scopo è l’approccio discorsivo proprio della maieutica che, grazie all’uso dell’analogia, consente di far determinare al Cliente stesso le possibili strategie in grado di sostenerlo nel cambiamento. Ciò di fatto si traduce in delle vere e proprie nuove connessioni sinaptiche e correlazioni neuronali che, come tali, penetrano nell’Io dell’individuo consentendogli di operare azioni e/o provare emozioni precedentemente inoperabili a causa delle vecchie relazioni sinaptiche in parte causa del disagio iniziale.

Alessandro Onelli
http://www.counselingrems.it/
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