L’Arte Zen della Direzione aziendale


L’Arte Zen della Direzione aziendaleDal Libro: “L’Arte Zen della Direzione aziendale”
© MAGGIOLI EDITORE
Per gentile concessione dell’Autore

Nell’Impresa esistono diverse tipologie di situazioni conflittuali. Ci limiteremo qui a considerare “settorialmente” solo quei conflitti che possono generare difficoltà di relazione e incomunicabilità tra i manager, sino a sfociare nelle dinamiche estreme di mobbing e/o di burnout. Ci sono molti modi per superare tal genere di conflitto aziendale ma a nostro umile avviso, frutto di lunghi anni di consulenza manageriale, quello migliore è dato dalla volontà di lavorare su sé stessi per conoscere sé stessi e trovare quella via d’uscita che porta alla pace con sé stessi e con i colleghi.

 

 

Nei decenni scorsi, soprattutto a causa di una grande affermazione mediatica delle cosiddette medicine alternative e della cultura wellness, le aziende multinazionali e qualche sporadica media Impresa italiana, ammaliate da questo media fashion, si sono poste il problema del superamento dello stress da lavoro in tutte le sue forme. Sono rare quelle aziende che hanno voluto andare al cuore e alla radice del problema, quello di una nuova educazione ai rapporti interpersonali partendo da un lavoro di miglioramento su sé stessi. Spesso ci si è accontentati di aderire ad un progetto di Qualità totale, riducendo il tutto ad una conformità con gli standard ISO, senza capire il grande insegnamento dei Padri del Total Quality Control, che prevedeva il “risultato” aziendale a partire dalle risorse umane.

D’altra parte, per rimanere nell’onda della suggestione mediatica, se l’adottare misure come piscina aziendale, corsi di sopravvivenza per manager, corsi di tai chi, yoga, zen, sino ad arrivare all’organizzazione di sedute di massaggi all’interno dell’azienda in alcuni casi ha risolto il 70% dei problemi generici legati allo stress da lavoro, siamo tuttavia ancora ben lontani dal raggiungimento di standard qualitativi ottimali. Non di meno, la paura condivisa da molti high management di inserire in Azienda atipici guru delle medicine alternative o consulenti aziendali di area psicologica, i cosiddetti e temuti strizzacervelli, capaci di turbare con le loro teorie disincarnate e tutte da testare il delicato equilibrio di rapporti interpersonali vissuto e costruito faticosamente all’interno dell’azienda, ha un fondamento giustificato e in molta parte accettabile, tra l’altro anche per il tradizionale posizionamento degli Psicologi nel settore delle psicopatologie e non invece in quello della “normalità psicologica”, la quale caratterizza fortunatamente la maggior parte degli esseri umani.

Per ovviare a quest’ultimo inconveniente, negli anni recenti il mondo universitario e accademico-scientifico ha risposto in maniera positiva alle necessità e alle specifiche richieste delle aziende, creando mirate figure professionali di “area”, più aderenti alle realtà e ai bisogni concreti delle Imprese multinazionali e delle medie Imprese: tali figure sono rappresentate dagli esperti di counseling, conosciuti anche come counselor professionali.

Il Counseling aziendale descritto nell’ARTE ZEN DELLA DIREZIONE AZIENDALE è parte integrante dello Zen Training un orientamento della Psicologia aziendale ad indirizzo transpersonale. Esso si configura con una metodologia ed una serie di tecnologie aziendali che si ispirano alla cultura dello Human Resources Management, parte del sistema di Qualità Totale giapponese, conosciuto nel mondo multinazionale d’Impresa col nome di KAIZEN o con quello equivalente di TQC (Total Quality Control).

Sinteticamente, lo Zen Training aziendale si dipana nelle seguenti aree di interesse professionale:

  • Armonia con sè stessi, nei rapporti interpersonali e di gruppo (Reorganization)
  • Addestramento mentale all’azione professionale (Mind counseling)
  • Arte del comando (Art of leadership)

Il volume è di taglio volutamente manageriale e segue perciò un andamento piramidale: da una larga base di “pratica” del management nelle risorse umane, ai vertici di una “teoria” dei suoi princìpi, comprensibile e stimolante per la realizzazione di uno sviluppo umano e professionale integrale. Un manuale sempre a disposizione del manager, che non vuole stancare con elucubrazioni nè tantomeno far perdere tempo con teorie astruse e prive di aderenza al suolo della realtà aziendale e della pratica manageriale. Esso affronta temi concreti legati alla quotidianità del management e alla realizzazione della qualità totale d’Impresa a partire dalle risorse umane. Lascia aperti interrogativi, riflessioni e non pretende di essere esaustivo: questo è il contenuto delle prime due parti del libro. Chi desidera approfondire aspetti di ordine meditativo, filosofico, sociologico e psicologico per incentivare una cultura tematica a riguardo o per stimolare la ricerca di un maggiore benessere personale, verrà ampiamente soddisfatto dai contenuti delle parti successive del libro stesso.

Il volume, spinge deliberatamente verso soluzioni di self help, ossia offre concrete possibilità di operare strategie di auto-aiuto, soddisfando la mentalità ordinariamente radicata tanto nel mondo manageriale come in quello olistico, fondate entrambe sull’idea di “auto-guarigione”. Una mentalità, questa, libera, decisionista ed indipendente in materia di gestione del proprio equilibrio umano e professionale, la quale ci indica lo stato di salute ottimale e la vitalità del management italiano.

Molti lettori si chiederanno a quali conclusioni intenda portare un libro di taglio manageriale “alla rovescia”, dove sono stati volutamente anteposti elementi di pratica del management nelle risorse umane alla classica esposizione dei suoi referenti teorici. Ci limitiamo a constatare che il volume, superando la logorroica e incomprensibile verbalizzazione del “bla bla” tipica del mondo consulenziale d’Impresa che scoraggia il management ad un rapporto continuativo con esso (esiste la cosiddetta emicrania da ascolto del consulente prolisso), è semplicemente in grado di fornire degli strumenti pratici per semplificare e rendere felice la vita quotidiana di noi tutti, attraverso la pratica della meditazione e del nuovo mondo umano e professionale che scaturisce da essa. A tal proposito, lasciamo a tutti in eredità un pensiero finale di sintesi, raccolto dall’esperienza umana e professionale di Karlfried graf Dürckheim (1896-1988), filosofo e psicologo tedesco influenzato dal pensiero di Meister Eckhart e di Carl Jung, profondo conoscitore e maestro di zen, fondatore di una scuola di Ricerca e di Terapia fisica e spirituale a Todtmoos in Germania, che così si esprime :“La meditazione zen è semplicemente l’immersione totale nello stato di silenzio. Dove, per meditazione si intende non il pensare profondo della riflessione, bensì l’esercizio di distacco dalla realtà dei nostri sensi ”.

Renato ManusardiRenato Manusardi
Counselor Professionale nella relazione d’aiuto
http://renatomanusardi.blogspot.com

Potrebbero interessarti ...