“Le Dee dentro la Donna”, come gli archetipi possono aiutarci nella scoperta di noi.


velazquez - the toilet of venusStoria della nascita di un Percorso  Art Counseling di Conoscenza e Scoperta del proprio femmineo...

 

Bruno Munari diceva “Il prodotto della fantasia, come quello della creatività e dell’invenzione, nasce da relazioni che il pensiero fa con ciò che conosce. E’ evidente che non può fare relazioni tra ciò che non conosce, e nemmeno tra ciò che non conosce e ciò che conosce…”

E’ così che è nato il percorso di conoscenza e scoperta di sé “Le Dee dentro la Donna”: come una relazione, una sinapsi tra i pensieri, riflessioni ed emozioni venutemi durante la lettura del testo (dal cui titolo cui ho preso il nome per il percorso) della terapeuta Jean Bolen  e tutto ciò che era in me in quel momento come frutto di esperienza e formazione ricevuta nel corso degli anni.

E’ così che ho scoperto nel mondo che mi circondava come diversi possano essere i modi di vivere il proprio essere donna (non sono una femminista accanita..c’è il testo anche in versione maschile…e lo lancio come spunto e stimolo di lavoro ad un collega uomo).

Ed è così che ho creato un percorso che incontra il counseling e l’art counseling per stimolare le donne a conoscersi un po’ di più nei vari aspetti che ci appartengono, ma anche per stimolarle a relazionarsi con altre donne trovando nello scambio un potente mezzo di cura di sé e di trasmissione e ricezione di energia e nutrimento.

 

Quanti i modi di essere donna…

Ieri sera ero in coda alla biglietteria del teatro ed è arrivata lei, la donna Afrodite: avrà avuto una cinquantina o forse di più, bella, perfettamente curata nell’aspetto e nell’abbigliamento, ingenuamente affascinante, era come permeata di un alone di bellezza e fascino che non poteva non essere notato, uomini e donne presenti erano completamente catturati.

Poi penso a quest’incontro avuto tempo fa: scarpe da ginnastica, zaino in spalla e fazzolettone da scout, una donna matura camminava serena in mezzo alla pineta e pareva ancora una ragazzina selvaggia, proprio come lo era lei, Artemide, dea della luna e della caccia.

Poi… mia madre, che ancora adesso dopo quasi 40 anni di matrimonio guarda mio padre proprio come Era faceva con il suo Zeus, proprio come se si fosse appena innamorata.

…e penso alla dispensa o all’armadio di Giulia in cui ogni cosa è in ordine,  la casa perfettamente pulita e a posto e ciò le da tranquillità…proprio come  Estia trovava la pace nell’occuparsi del focolare domestico e del tempio.

E ancora a Carla, la donna Atena, la donna in carriera, tutta incentrata sulla sua realizzazione professionale, donna elegante ed estremamente razionale.

E Debora che dalla nascita della sua splendida creatura non fa altro che darle riguardo, amore, nutrimento, cura e attenzione…

E infine Rosa la donna Persefone, che non è predisposta ad agire ma ad essere agita dagli altri, è remissiva e dipendente, estremamente introspettiva e anche un’eterna adolescente…

Eh sì quanti modi di essere donna!

Secondo la Bolen esistono 7 archetipi che sono legati alle dee di cui vi ho accennato e che influenzano il nostro essere, sentire ma anche il comportamento: ogni donna è legata primariamente alla propria dea originaria, che è quella che ha un’influenza predominante, ma le  "possiede" in se potenzialmente tutte.

In effetti noi donne siamo esseri complicati, molto più che riducibili a 7 numeri primi: mi piace pensare che siamo come sfumature di dee che hanno in sé tutti i colori di ogni dea archetipica con diverse intensità.

Ogni dea ha i suoi punti di forza e di debolezza come noi mortali ed  il percorso di crescita si è strutturato anche per portare attenzione ad entrambi gli aspetti di ogni dea.

Incontriamo Artemide, dea della caccia e della luna, sorella gemella di Apollo, fu la prima dei due a nascere e neonata aiutò la madre per il difficile parto di suo fratello. Artemide fu la levatrice di sua madre e quando a 3 anni conobbe il padre Zeus, fu così venerata da lui che ebbe la possibilità di avere tutto ciò che desiderava: arco e frecce, i cani per andare a caccia, le ninfee di compagnia, montagne e terre selvagge tutte sue e la possibilità di compiere scelte liberamente.

Questo già ci parla di Diana, così la chiamavano i romani, come di una donna autonoma, selvaggia, che ama la natura e la compagnia di altre donne, che aiuta già da bambina la madre in difficoltà e che ha con il padre un rapporto speciale.

Questa al giorno d’oggi è l’immagine di una donna indipendente, con uno stile di vita movimentato, che ricerca la gratificazione personale in ogni campo, che ama sentirsi parte della natura, è viaggiatrice ed esploratrice. Una single che gode del suo status, ma anche una moglie che coltiva amicizie e interessi estranei alla coppia.

Quale fragilità per la donna Artemide?...la “troppa”indipendenza, il voler fare tutto da sé, la difficoltà ad affidarsi alle cure di altri…

Poi conosciamo Atena, nota ai romani come Minerva, dea della saggezza e dei mestieri, la figlia del padre, poiché fu proprio dalla testa di Zeus che nacque già adulta. Figlia di un solo genitore (la madre Metis fu ingoiata da Zeus dopo che seppe del suo stato di gravidanza), era “il fidato braccio destro” del padre, con la corazza, lo scudo e il fulmine sempre con sé: era una imponente e splendida dea guerriera. In tempo di guerra presiedeva alle strategie di battaglia mentre in tempo di pace alle arti domestiche: per questo la vediamo anche rappresentata con un fuso oltre che con lo scudo.

La donna Atena di oggi, è una donna di testa più che di cuore, con acutezza mentale e senso pratico. Sa mantenere il sangue freddo nelle situazioni emotivamente forti e riesce ad essere e a fare… moderatamente, nella giusta misura. Generalmente ricerca la compagnia degli uomini e spesso condivide in ambito lavorativo il piacere nell’azione e nel potere del maschile, senza lasciare che sentimenti erotici o romantici disturbino il rapporto. Il suo senso pratico la rende portata per le attività manuali che vanno dal ricamare al costruire.

Ciò che può essere un punto di debolezza è proprio la difficoltà a contattare la propria parte emotiva e a restare sempre nel controllo di sé e di tutto ciò che la circonda.

La meno conosciuta poiché solitaria ed introversa e quindi meno chiacchierata e dipinta, è Estia,dea del focolare e del tempio. Era la maggiore della prima generazione degli dei,  fu la prima ad essere ingoiata dal padre Crono e quindi passò molto tempo in solitudine, nelle viscere del tiranno. La madre era Rea una donna impotente che non riusciva a far nulla per fermare le violenze del marito sui figli. Estia fu sostituita nella schiera dei 12 dell’Olimpo poiché non abitava con gli altri dei, infatti si occupava di tener viva la fiamma nel tempio e nel focolare al centro di ogni casa e di ogni città e aveva scelto uno stile di vita più riservato. Estia si concentrava sul suo sguardo interiore e sull’intuizione che la guidava nel suo fare.

La donna Estia di oggi è una donna silenziosa, introversa che gode della solitudine, in profondo contatto con i suoi valori e profondamente intuitiva. E’ la donna non attaccata alla gente, agli esiti, al possesso, al prestigio o al potere. Emotivamente distaccata ha le qualità della donna saggia. E’ la donna che trova nei compiti domestici un significato profondo: quando pulisce e riordina la propria casa, pulisce e riordina dentro di sé.

E se la capacità di stare nella solitudine è una risorsa, il rischio per la donna Estia è quello dell’isolamento, della mancanza o povertà di relazioni sociali.

Poi incontriamo Era, dea bellissima attirò su di sé lo sguardo di Zeus che con vari stratagemmi e imbrogli riuscì ad averla in moglie e successivamente a possederla. E’ così che Era, la Giunonedei romani, è diventata la dea del matrimonio, donna fedele e moglie. Ma Zeus dopo il matrimonio ritornò alle sue abitudini promiscue scatenando tante e tante volte la gelosia vendicativa di Era, che non rivolgeva la sua rabbia verso il marito, ma verso l’altra donna o i figli.

Al giorno d’oggi la donna Era è quella che ha come primo desiderio quello di essere moglie e se si trova senza un compagno si sente nulla e inutile. E’ quindi una sposa raggiante che se però scopre di essere tradita diventa estremamente vendicativa. Il matrimonio è importante per lei anche per il riconoscimento sociale  che ha dal suo status. Il marito è al centro della vita della donna Era e tutti, anche i figli, sanno che quanto c’è di meglio è riservato solo a lui.

Il rischio per la donna Era è quello di concentrarsi troppo sulla sua relazione con il marito/compagno, perdendosi nel rapporto e diventandone completamente dipendente.

Poi incontriamo Demetra, la dea delle messi, nutrice e madre, e Persefone, fanciulla e regina degli Inferi, donna ricettiva e “bambina della mamma”. Le incontriamo insieme perché i loro archetipi sono complementari e i lori miti si incontrano nel racconto….

Persefone, Proserpina per i romani, stava raccogliendo fiori nel prato quando venne attratta da un bel narciso e quando si avvicinò per prenderlo emerse Ade dagli Inferi che con il suo carro d’oro la rapì. Demetra, Cerere per i romani, che riuscì a sentire le grida della figlia, iniziò a cercarla ovunque per giorni e giorni adirandosi anche con Zeus che aveva permesso un simile atto. Demetra trascorse poi un lungo periodo sotto mentite spoglie lontano dall’Olimpo sempre alla ricerca della figlia, ma quando poi svelò la sua vera identità, fece costruire un tempio in cui si isolò nel suo dolore per la figlia e si rifiutò di svolgere il suo ruolo di dea della messi. Così facendo niente poteva crescere, niente poteva nascere e questo portò una grande carestia che fu avvertita anche dagli dei che non ricevevano più alcun sacrificio da parte degli uomini. Zeus fu così costretto ad implorare il ritorno di Demetra al suo compito e in cambio permise che madre e figlia si ritrovassero.[1]

Ora proviamo a riportare ai giorni nostri…Demetra e Persefone…

La donna Demetra ha un istinto materno che si può realizzare non solo nel ruolo di madre ma anche nel dare ad altri nutrimenti di tipo fisico, psicologico o spirituale: si tratta quindi di una donna generosa che trova soddisfazione nell’accudire gli altri. E’ una donna perseverante, paziente e che non si scoraggia nelle difficoltà, che mette se stessa alla fine della lista delle priorità. E qui la fragilità è proprio la dipendenza dal dare all’altro che ha bisogno, perdendo i confini tra sé e l’altro.

Persefone possiamo ritrovarla nella donna odierna in due diverse modalità, poiché due  erano i ruoli per cui veniva venerata: come Kore la fanciulla fertile e come la Reginadegli Inferi.

L’aspetto legato a Kore si trova nell’atteggiamento da eterna adolescente di una donna che non si impegna fino in fondo in ciò che fa poiché è indecisa su ciò che vuole, aspettando che qualcuno le cambi la vita. E’ molto legata alla madre e abituata a compiacerla (cosa che succede anche con gli altri) perché estremamente dipendente da lei. E questo ne è l’aspetto di fragilità.

Come regina degli Inferi invece, l’archetipo Persefone dà alla donna la capacità di avventurarsi negli stati più profondi della psiche: questo la rende abile a muoversi “nei suoi abissi e inferi” riuscendo ad aiutare anche gli altri in questo viaggio.

In ultimo troviamo la DeaAlchemica, Afrodite, detta dai romani Venere, dea dell’amore e della bellezza, donna creativa e amante.

Afrodite  era la più bella di tutte le dee e tutti gli dei la volevano in sposa, ma lei fu libera di scegliere e sposò Efesto, lo storpio dio dei fabbri e del fuoco. Non ebbero figli e il loro matrimonio può essere considerato come l’unione della bellezza e della tecnica, da cui nasce l’arte.  Afrodite tradì spesso suo marito sia con altri dei che con i mortali.

Al giorno d’oggi la dea Afrodite porta alla donna il piacere per la bellezza, per l’amore, per la sensualità e la sessualità. Ogni donna nel momento in cui si innamora di qualcuno che la ricambia, diventa la personificazione dell’archetipo di Afrodite. La donna Afrodite è una donna che si innamora con estrema facilità non solo di uomini ma anche di idee, progetti, di opere artistiche. Afrodite è una potente forza di cambiamento legata ad ogni processo creativo che è sempre sensuale, legato ai sensi.

E il rischio qua è di non riuscire a stabilire relazioni stabili e durature con uomini, idee progetti e lavori perchè eternamente catturate da ciò che di bllo e nuovo le interessa.

 

 

Il percorso di Art Counseling “Le Dee dentro la Donna” permette alle donne di ricontattare tutte queste parti di sé, per sentirsi, ascoltarsi, accettarsi e anche trasformarsi.

Perché come diceva Munari” …la creatività nasce dalle relazioni che il pensiero fa con ciò che conosce..” ...più aspetti di noi conosciamo, più possiamo essere creative nei confronti di noi stesse e della vita che viviamo ogni giorno…

E questo vale per donne e uomini!

 

Realizzo il percorso di 16 ore “Le Dee dentro la Donna” periodicamente presso centri olistici ed associazioni della mia zona, ma non solo.

Se vuoi organizzare un percorso intensivo su “Le Dee dentro la Donna” nella tua zona puoi contattarmi e sarò disponibile a collaborare con te!

 

 

Bibliografia

J. S. Bolen, Le Dee dentro la donna, Astrolabio, Roma, 1991

B.Munari, “Fantasia”, Edizioni Laterza, Bari, 2000

Elisabetta Vera Graziani, in rivista L'Edizione n 11,  Farnedi Editore, Cesena , dicembre 2010



[1]I racconti dei miti sono in questa sede estremamente sintetizzati e mancanti di parti importanti. Si rimanda e consiglia la lettura del racconto mitologico presente nel testo.

 

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