La fisiologia delle Emozioni

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icone emozioniLe emozioni offrono al nostro cervello uno strumento essenziale per orientarsi tra le molteplici informazioni sensoriali e per innescare automaticamente le risposte più opportune, ovvero quelle atte a promuovere la sopravvivenza e il benessere del nostro organismo. Certo, talvolta possono ingannarci: a chi non è successo di spaventarsi senza motivo? tuttavia, se fossimo incapaci di spaventarci o, più in generale, il nostro cervello non fosse in grado di discriminare emotivamente di eventi percepiti, ricordati o immaginati, sarebbe per noi arduo venire a capo delle più semplice tra le situazioni che quotidianamente ci si presentano.

 

Le emozioni non sono qualcosa che passa dal dotte considerazioni: sono risposte significative del sistema che non vengono mediate a livello cognitivo. Insomma non è necessario conoscere Platone per provare paura o gioia, eppure queste emozioni guidano la nostra esistenza verso una direzione oppure verso un'altra. Sono dunque elementi di arricchimento di orientamento indispensabili per individuare di volte in volta la soluzione più appropriata. Come counselor è importante tenerlo presente. A volte i clienti cercano di trattare le proprie emozioni come se fossero elementi di interferenza con la loro progettualità egoica: " lo so che non dovrei essere triste per questo", oppure: " lo so che è stupido arrabbiassi per quell'altro". Ma la tristezza e la rabbia sono elementi basilari della soluzione: è il loro essere ego-distoniche, disturbanti, infatti, a segnalare spesso la problematicità della situazione. Altre volte le persone negano le troppe emozioni perché temono di essere sopraffatte: per non sentirle, creano tensioni corporee. Una tensione al collo, per esempio, è sufficiente per prevenire da un contatto profondo con se stessi. tuttavia e' proprio nelle situazioni difficili che e' necessario ascoltarsi, altrimenti la mente è costretta a decidere da sé, e non ha a disposizioni dati sufficienti per compiere una scelta davvero efficace. Nonostante oggi si sia affermata, anche nell'ambito delle scienze cognitive, una visione che tiene sempre più conto dell'utilità delle informazioni contenute nei disturbi somatici, fino a vent'anni fa la scuola cognitivista vedeva le sensazioni corporee, i sentimenti e le emozioni come fattori di disturbo rispetto l'efficacia dei processi cognitivi. Per essere considerata in buona salute la persona non doveva avere sentimenti nè sensazioni. Questo significa ridurre gli esseri umani a organismi guidati da quei circa due millimetri di corteccia cerebrale che regolano i processi cognitivi. Ora le neuroscienze attraverso ricerche confermano che i processi interni. Nonostante dunque acquistino una dimensione sottile a mano a mano che vengo integrate a livello cognitivo, le emozioni sono un fatto organico: hanno a che fare con il battito cardiaco, con i flussi sanguigni, con gli ormoni in circolazione nel corpo, con quello che percepiamo attraverso gli occhi, e le orecchie, il gusto, la pelle, dunque ho sensazioni somatiche molto precise. Lo stato dell'essere di chi prova le emozioni e i sentimenti è molto importante perché, come ci segnala la psicologia somatica, a seconda di come una persona sta e quali sono le sue tensioni di tratto (caratteriali) e le sue tensione di stato (temporanee), la sua capacità di percepire le emozioni può cambiare notevolmente. Se, per esempio, una persona esposta ad emozioni intossicanti, ha dovuto in qualche modo proteggersene. E se intossicazione e durata a lungo, le accadrà la stessa cosa che succede ad un malato che ha ingerito dei farmaci intossicanti: quando assaggia un cibo, non ne sente il vero sapore, ma un gusto molto distorto. Questo vale per tutte le emozioni e sentimenti: questo vale per le persone che sono state fortemente ferite, percepisco la propria realtà interna, e di conseguenza quella esterna, attraverso il filtro della loro intossicazione. Pertanto come ci insegna la storia quotidiana persone gravemente intossicate rivestono posizione di potere che consentono loro di filosofeggiare, teorizzare o governare, imponendo agli altri una visione del mondo basato sulla propria intossicazione.

 

 

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