Intelligenza Emotiva

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insightSolo recentemente è stato reso pubblico il funzionamento del nostro cervello e la tesi che non è frutto solo del nostro quoziente intellettivo e che quest’ultimo è solo uno degli aspetti di un sistema molto più complesso.

Per riconoscere i sentimenti possiamo rifarci solo ed unicamente alla letteratura, Otello ci offre la possibilità di analizzare le passioni umane, tutti abbiamo conosciuto nella nostra vita uno Iago, la vera tragedia della nostra società non è la gelosia ma l’invidia. L’invidia è una delle emozioni più potenti che porta alla disgregazione dell’individuo e della società.

 

Ma quali sono le competenze emotive, esistono degli indicatori?

 

Nel 900 abbiamo assistito ad una società caratterizzata dall’ansia, una melanconia generalizzata il cui unico antidoto è la gioia, la voglia di vivere. Nel film Notte prima degli esami ciò che colpisce è l’assenza delle agenzie educative, sono assenti i genitori, sono assenti gli insegnanti.

Questo negli Stati Uniti, secondo Goleman, ha portato ad un aumento degli omicidi anche all’interno della famiglia, a malesseri emozionali come l’irascibilità dei giovani. E’ necessario intervenire con un’azione mirata allo sviluppo dell’autonomia individuale, della solidarietà, della compassione, della compartecipazione.

L’unica forma d’amore rimasta è l’amore per il potere.

Fromm fa’ una differenziazione tra autoritario e autorevole.

L’autoritario crea dipendenza, non vuole l’emancipazione dell’altro, mira al contenimento, prova ostilità, risentimento, emozioni negative. L’autorevole è una persona razionale che mira alla crescita dell’altro ma non allarga la forbice, la stringe senza chiuderla. C’è un pervadere del necrofilo, della volontà di distruggere, annichilire, la difficoltà di avere relazioni porta gli individui a legarsi alle macchine. C’è un bassissimo livello di alfabetizzazione emotiva che impedisce di riconoscere i sentimenti con conseguenze nelle capacità relazionali, ci sono addirittura persone infastidite da un sorriso.

Il concetto di ABC dell’intelligenza emotiva lo ritroviamo già nel De Ira di Seneca, con l’ira perdiamo la capacità di pensare, Platone parla di cavalli bianchi e neri. E’ importante riprendersi l’autocontrollo, l’entusiasmo come linfa vitale, Ippocrate parla di uno stato d’animo di lietezza. Riconquistare la stima di se stessi, attraverso la motivazione, l’automotivazione,il conosci te stessi, il capire i propri limiti e le proprie risorse, il sapere non come fine a se stesso, ma come sapere per .

Riconquistarsi la capacità di controllare i propri impulsi, Pestalozzi in Lettere alla madre attribuisce un valore negativo anche al dare troppo amore in quanto si rischia di non conoscere l’altro, di soffocarlo assobendolo dentro di sé. Alla base di un atteggiamento simile c’è sempre un pensiero illogico, cioè il voler essere accettati da tutti dando troppo. Un tale pensiero può portare a due comportamenti differenti o il controllo o la passio cioè la compassione, l’empatia.

La non gestibilità delle emozioni è un disturbo comportamentale in aumento già nella scuola elementare. Non ci sono ambienti stimolanti, ma asettici, mentre l’educazione è vita. Con conseguenze allarmanti come l’anoressia, la bulimia, le gravidanze precoci. La famiglia è incapace di fornire educazione emotiva, non è capace di creare la fusionalità emotiva con il guardarsi negli occhi. Il prepotente non guarda ma sfida, l’irascibilità è causa di un basso rendimento scolastico e nasconde una difficoltà emozionale da non trascurare.

L’educatore, il formatore, l’istruttore sportivo non possono svolgere con competenza il loro lavoro se non intraprendono la strada della conoscenza interiore.

E’ importante, dalla medicina ippocratica a Lorenzo il Magnifico che la cultura sia gioia, gioco. L’incapacità di giocare porta ad una visione pessimistica della vita ed all’incapacità di agire.

Si possono insegnare le emozioni?

Esse si basano sulla scienza del sé, sul conoscere se stessi dal punto di vista emotivo.

L’invidia, per esempio, è un sentimento che genera vergogna e causa tanta infelicità. Per Jung nasce da un senso di insicurezza, per cui conoscendosi si apprezzano i propri limiti e le proprie risorse.

  1. 1.Verbalizzare lo stato d’animo
  2. 2.Collegare i pensieri alle reazioni
  3. 3.Prevedere le conseguenze
  4. 4.Autoconsapevolezza
  5. 5.Assumere il punto di vista dell’altro, vivere l’empatia che non significa accogliere la sofferenza dell’altro, ma saper ascoltare ma anche chiedere.

 

Nella perdita del gioco abbiamo perso anche la nostra corporeità, giocare significa fare giocosamente le cose serie e seriamente il gioco, il piacere è motivazione, ciò che Winnicot definisce intuizione creativa.


 

 

 

 

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