LA GESTIONE DEI CONFLITTI DI COPPIA: ELEMENTI DI PROCESSO


conflitti di coppia

“Sono sfortunata in amore!”

“I balordi capitano tutti a me!”

“Ho la calamita per i disgraziati!”

“Mi innamoro sempre della persona sbagliata!”

Questi pensieri comuni nascono da un senso d’insoddisfazione legato a relazioni d’amore che abbiamo, o che abbiamo avuto. Sono domande molto umane e comprensibili ma sono alquanto sterili. Se sentiamo di avere una vita affettiva non soddisfacente, questo modo di vedere noi stessi non ci aiuta minimamente a migliorare la situazione, anzi ci affonda sempre più nei nostri problemi. Come Galileo Galilei dobbiamo provare a cambiare il punto di osservazione. Se pensassimo che siamo noi a costruirci le nostre relazioni in un determinato modo?

 

Durante l’infatuazione del corteggiamento e nel periodo iniziale del matrimonio, le coppie sono prevenute in senso positivo. Ciascun partner si comporta bene e cerca di rendersi simpatico, di mostrarsi premuroso e seducente per favorire la relazione. Quasi ogni cosa il compagno dica o faccia è interpretata nella luce migliore. Il partner non può far nulla di sbagliato. Ma, se il matrimonio incappa in qualche difficoltà, il ripetersi di delusioni, litigi e frustrazioni provoca un cambiamento dell’atteggiamento mentale.

 

La persona delusa avrà la percezione alterata dell'individuo che le sta accanto. Il suo intelletto attraverso la mente, attraverso il corpo sottile della mente, contatta solo le qualità negative dell'altro. Per esempio, quando un bambino prende dal maestro che ritiene buono, un voto basso, inizia a ritenere quel maestro cattivo. E' interessante notare che prima lo amava molto. Ma non appena ha preso un voto minimo, inizia a vedere nel maestro le qualità negative.

Ugualmente accade anche nei rapporti interpersonali. Compaiono i problemi grossolani che ci turbano. Le persone, vedendo l'una nell'altra molte qualità negative, iniziano a comportarsi indegnamente, e di conseguenza, i problemi crescono come una valanga di neve.

Quindi l’afflizione o l’irritazione li inducono a pregiudizi negativi. Allora quasi ogni azione è interpretata nella luce peggiore. Il partner non può far nulla di giusto.

La causa di questi problemi consiste nell'atteggiarsi in modo sbagliato l'uno verso l'altra. Taleatteggiamento deriva dalla mancanza delle conoscenze.

 

Per costruire un rapporto di coppia sano e funzionale occorre quindi sapere che:

 

1. Uno dei motivi dei problemi tra i coniugi è il diverso modo di pensare degli uomini e delle donne.

Uomini e donne sono simili, ma non uguali. Diverso è il modo di pensare, di sentire, di relazionarsi, di vedere il mondo. E di vivere le emozioni. La differenza tra universo femminile e maschile è definita da veri e propri codici. Cioè modalità, percorsi e strutture mentali utilizzate da lei e da lui. Pensano, sentono, reagiscono e amano in maniera diversa. Priorità, bisogni e aspirazioni non sono quindi gli stessi nei due generi e questo si ripercuote in un differente modo di affrontare la vita.

 

Riportiamo alcuni esempi definiti da Aaron T.Beck (uno psichiatra e psicoterapeuta statunitense, fondatore degli approcci classici in psicoterapia cognitiva):

Gli uomini sono più portati delle donne a fare commenti durante il corso della conversazione anziché aspettare che la donna abbia finito di parlare . Le donne appaiono più irritate, e inclini a una ̒tacita protesta̒, se vengono interrotte o non riescono a suscitare una reazione di ascolto. E’ una differenza che affiora dietro questa lamentela di molte mogli: “Mio marito mi interrompe sempre”, o : “Non mi sta mai a sentire.”

Le donne sembrano considerare le domande un mezzo per mantenere viva la conversazione, mentre per gli uomini sono richieste di informazioni.

Le donne tendono a stabilire dei ‘ponti’ fra ciò che ha appena detto l’interlocutore e ciò che esse hanno da dire. Gli uomini in genere non seguono questa regola e spesso sembrano ignorare la precedente osservazione dell’interlocutore.

Le donne sembrano interpretare l’aggressività del partner come un attacco che distrugge il rapporto, mentre per gli uomini l’aggressività sembra essere semplicemente una forma di conversazione.

Le donne sono più inclini a condividere i sentimenti e segreti, gli uomini a discutere argomenti meno intimi, come lo sport e la politica.

Le donne tendono a discutere insieme i problemi, a condividere le esperienze, a rassicurare. Gli uomini tendono invece a sentire nelle parole delle donne (o di altri uomini) che discutono con loro un problema una esplicita richiesta di soluzioni anziché la ricerca di un ascolto partecipe.

 

Il contrasto fra le modalità di conversazione degli uomini e delle donne fa maturare le condizioni per l’insorgere di conflitti. Sapere che fra i sessi esistono queste differenze, che non sono causate da malafede, mancanza di rispetto o indifferenza, può aiutare le coppie a notarle senza risentimento e a proteggersi dai malintesi.

 

2. Il contrasto delle prospettive.

I contrasti nascono dalla diversa percezione degli eventi imposta dalla diversa struttura della personalità di ciascuno dei due. Il romantico vede la vita con gli occhiali rosa, il pessimista con quelli neri. La persona autonoma può considerare come una menomazione, o una mancanza di fiducia, un’offerta d’aiuto, mentre quella dipendente la vede come una prova d’affetto. L’una equipara la separazione alla libertà, l’altra all’abbandono.

 

3. L’infrazione delle regole.

Spesso le regole che sembrano perfettamente logiche ed evidenti a chi le stabilisce sembrano invece illogiche al partner. Se è violata, il coniuge teme di diventare più vulnerabile, come se la piccola breccia aperta ora dovesse preludere a più ampi varchi futuri. Paradossalmente, possono provocare proprio ciò che hanno lo scopo di impedire; lo scioglimento del rapporto. Le regole che sono state costruite con cura per evitare l’infelicità in pratica la provocano.

Nel matrimonio la natura categorica dei si deve pone dei problemi in quanto la completa condiscendenza agli imperativi dell’altra persona significa, in pratica, l’annullamento della propria personalità, dei propri scopi e bisogni. Un insieme esagerato o rigido di si deve può tiranneggiare tanto gli altri quanto noi stessi.

 

Le aspettative condivise hanno la funzione fondamentale di fornire ai coniugi le indicazioni sul contributo al rapporto che si esige da ciascuno dei due. Le aspettative nascoste, invece, non contribuiscono certo a rendere stabile il rapporto coniugale, anzi lo disgregano.

 

4. I trucchi della mente

Non sono gli accadimenti o i comportamenti degli altri a determinare i nostri stati emotivi, bensì le modalità attraverso le quali tali accadimenti e comportamenti vengono interpretati.

Se riusciamo a sintonizzarci sulle riflessioni che facciamo automaticamente (sul nostro monologo interiore) possiamo capire meglio in che modo reagiamo e perché a volte la nostra reazione è eccessiva.

A prima vista sembra che sia l’azione altrui la causa diretta della nostra particolare reazione: di rabbia, di ansia, di tristezza e simili. Diciamo (o quanto meno pensiamo) qualcosa del genere: “Mi fai arrabbiare” o “Mi stai dando sui nervi”. Ma a rigore, queste asserzioni non sono precise. Sono vere solo nel senso che non avremmo avuto quella specifica emozione ( di rabbia, di ansia o tristezza) se l’altra persona non avesse agito in quel modo. Ma le sue azioni rappresentano semplicemente dei fatti che noi interpretiamo, e le emozioni che proviamo sono il risultato della nostra interpretazione più che dell’azione in se stessa.

 

Si possono ottenere grandi cambiamenti se nella coppia si migliora la capacità di comunicare, ascoltando con maggiore attenzione, esprimendo più compiutamente i propri desideri, definendo e affrontando i problemi con spirito di collaborazione.

 

Non litigare mai non è affatto indice di un buon rapporto di coppia. Il conflitto è un momento costruttivo all’interno di un rapporto di coppia.

 

Perché il conflitto?

 

Quello che più frequentemente osserviamo è che nella maggiore parte dei casi lo scopo decisionale va sullo sfondo,mentre in primo piano emerge il bisogno di avere ragione, di vincere e fare valere la propria superiorità.

Quando prevale un conflitto di relazione è molto difficile arrivare ad una soluzione dello scontro. Le persone che vogliono dimostrare la loro superiorità, accendono una guerra di posizione senza scampo, che di fatto è ben lontana dalla tutela degli interessi reciproci.

Se ci si focalizza sugli interessi e sulle motivazioni di ognuno la gestione del conflitto è possibile, e la negoziazione è win - win.

Se ci si focalizza sulla posizione si è sempre in conflitto.

 

La migliore soluzione al conflitto si ha quando anziché vincere, è possibile, dopo che sono state approfondite le motivazioni che spingono verso una determinata presa di posizione, trovare alternative condivisibili.

 

Reazioni sbagliate al conflitto:

- Negazione del conflitto;

- Andare verso il dominio;

- Resa per la paura di perdere l’altro.

 

La soluzione del conflitto presuppone:

- un aperto riconoscimento del conflitto. Mettere a fuoco i propri problemi: un passo necessario verso la loro soluzione;

- un’individuazione chiara degli obiettivi e delle motivazioni per i quali si è in conflitto o si negozia;

- l’assunzione di un atteggiamento cooperativo che consente di passare dal “conflitto di relazione” al “conflitto di contrasto” o “ di confronto di idee”.

 

Conflitto è necessario alla vita, importante riconoscerlo e contattarlo. Se il conflitto viene negato, c’è il rischio che la coppia “si ammali”.

 

Il Counselor nella soluzione dei conflitti di coppia procede nel seguente modo:

 

1. Definizione del problema e delle regole di setting.

In questa fase i partner presentano le personali motivazioni che li hanno condotti a consultare uno specialista.

E’ importante individuare il momento in cui si è manifestato il disagio nel tentativo di cogliere le modificazioni intervenute nella relazione, e come ognuno è disposto ad assumersi la responsabilità di quanto sta accadendo allo scopo di  migliorare la situazione.

 

Definizione delle regole del setting:

- La definizione di un rapporto che sarà sempre a tre e mai individuale;

- La garanzia di una libertà di espressione individuale.

 

2. Responsabilizzazione di ognuno circa il proprio agire comunicativo: “Che cosa pensi di aver fatto che ha ferito il tuo partner?”

3. Ricerca del cambiamento, attraverso un comportamento responsabile e attento alle esigenze dell’altro: “ Che cosa puoi cambiare di te stesso per migliorare la situazione e fare sì che i tuoi comportamenti feriscono meno l’altro?”

4. Domanda di controllo: “Ciò che l’altro ha proposto o deciso di cambiare di sé e del proprio modo di agire, può facilitare un inizio di cambiamento? E in qualche modo può essere d’aiuto?”.

5. Consegna degli homework.

6. Il cambiamento deve essere voluto da entrambi.

 

Si possono ottenere grandi cambiamenti se nella coppia si migliora la capacità di comunicare, ascoltando con maggiore attenzione, esprimendo più compiutamente i propri desideri, definendo e affrontando i problemi con spirito di collaborazione.

Con le tecniche giuste e un po’ di sforzo le coppie possono cambiare e liberare il matrimonio dal loro incantesimo.  

 

Oksana Varcenko.

https://www.facebook.com/pages/Oksana-Varcenko/440458672724736

 

Potrebbero interessarti ...