I nostri limiti e le nostre risorse : gli Stati dell' Io


analisi transazionale_egoGenitore, Adulto, Bambino: gli Stati dell’Io.

Con questa terminologia l’Analisi Transazionale indica le parti che strutturano la nostra personalità ( l’iniziale maiuscola le distingue dagli omonimi in carne ed ossa ):la prima rappresenta l’insieme delle norme e valori appresi in famiglia ed in società nel passato e nel presente, la seconda esprime il logos che osserva e comprende il mondo nel qui ed ora, il Bambino è la manifestazione dell’emotività nelle sue varie forme ( sentimenti, percezioni, motivazioni, aspettative ) e modalità..

La teoria degli Stati dell’Io dà forza all’A.T. e  la rende ancor più utile alla comprensione del comportamento umano quando afferma che queste parti non si escludono bensì coesistono, e sono osservabili, nello stesso individuo, nello stesso momento e nel medesimo atteggiamento.

 

In alcuni casi una può prevalere sulle altre in modo costante definendosi così come segno specifico delle norme relazionali dell’individuo, oppure solo in date circostanze e questo anche fino a far sì che all’esterno la persona sia percepita come una sorta di monoblocco che esaurisce le sue risorse emotive/ cognitive / comportamentali in una sola risposta ( la persona stessa, in tal caso, si  sente unidirezionale). Questa parte emergente però non annulla le altre, che agiscono comunque in sottofondo e come sottofondo. Tra le tre parti c’è dunque un costante dialogo per quanto conflittuale esso possa essere.

La teoria degli Stati dell’Io, nella sua globalità, fornisce la chiave di lettura alla complessità della comunicazione ed alla apparente inspiegabilità di quei comportamenti che appaiono privi di scopi, distruttivi ed autodistruttivi. Ci dice inoltre che ogni nostro atteggiamento è una sorta di racconto che si stacca, per meglio rappresentarla, da quella più ampia narrazione che è la nostra storia, fatta di passato, di attualità e progetti. Una narrazione che si rinnova giorno dopo giorno, che non può non sentire gli effetti di quanto già sia accaduto ( e di come la persona lo ricorda e lo interpreta ) ma che non si esaurisce in esso, che non si chiude cioè a future innovazioni solo perché così si è stati e dunque, deterministicamente,così si è.

L’A.T. non lega con il criterio causa – effetto. Certo non  svaluta la storia personale ma ne reclama la possibilità di modellarsi sugli eventi attuali e a partire dalle capacità che in ognuno emergono, si rafforzano e danno origine a risposte legate al presente ( l’Adulto, appunto).

L’A.T., attraverso gli Stati dell’Io, fornisce una possibile risposta alla questione del rapporto tra l’individuo e la temporalità: il tempo, pare che essa ci suggerisca, è in noi. Il tempo, anzi, siamo noi. Non esistono in esso fratture, sospensioni, sostituzioni. Non c’è inizio e fine ma solo una continuità di cui la nostra memoria è espressione  e palcoscenico su cui si muovono gli eventi che, nella loro connessione, raccontano la storia del nostro tempo, vale a dire la nostra storia. Ogni gesto che ci appartiene allora esprime la totalità passato – presente – progetto.

Ogni nostro atto richiama dunque storie uniche, che manifestano l’insostituibilità di ognuno. Insostituibili, si, ma non indispensabili.

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